A Stoccolma prove olimpiche di staffetta
Il meeting di Napoli è datato 8 giugno. Una vita fa, almeno per il gruppo della staffetta azzurra. Allora il quartetto corse in 38.63, ancora oggi uno dei migliori tempi al mondo, ma quella squadra praticamente è stata rivoluzionata: se Torrieri e Collio sono ancora i titolari (e non dimentichiamo che già Torrieri aveva dovuto prendere il posto di Scuderi, infortunato per tutta la stagione) in terza frazione Donati non riesce a ritrovare lo smalto della passata stagione, mentre Cavallaro non ha recuperato dall’infortunio invernale, tanto che a malincuore il tecnico di settore Di Mulo ha dovuto rinunciare al suo pupillo in proiezione olimpica. Ecco così che, a un mese dall’appuntamento di Atene(“la batteria del 27 agosto per noi sarà una vera finale, o dentro o fuori” sentenzia Di Mulo) la squadra azzurra riparte da zero, e lo fa lontano dai lidi italiani, al meeting di Stoccolma, confrontandosi subito con alcune delle squadre più forti al mondo: “Al di là delle due formazioni miste americane, che uniranno i velocisti invitati individualmente – spiega Di Mulo direttamente dalla capitale svedese – saranno presenti alcuni quartetti ancora alla ricerca del secondo tempo utile per il ranking Iaaf. Trinidad si presenta con Boldon in squadra, il Ghana ha Zakari vincitore a Roma, poi c’è il Brasile che tutti vedono sul podio olimpico, la Bulgaria e la Svezia padrona di casa. Insomma, una gara dagli alti contenuti tecnici, non c’è che dire”. - E l’Italia come arriva a questo appuntamento? - Non siamo certamente nella condizione migliore, ma è normale che sia così. Torrieri è piuttosto stanco per i forti carichi di allenamento che sta sostenendo, tanto è vero che non farà la gara individuale, e lo stesso dicasi per Collio. Checcucci è quello più in forma, Kaba Fantoni invece fa il suo esordio assoluto da quarto frazionista. E’ proprio sui due ultimi componenti che si concentra la mia attenzione, voglio vedere come si comportano in funzione di un loro ingresso nel quartetto titolare. - Il lavoro della squadra è stato davvero tribolato quest’anno… - Non l’avrei mai detto. Siamo dovuti ripartire da zero e abbiamo pochissimo tempo per assemblare quattro ragazzi. Al raduno avremo Andrew Howe, direttamente non lo conosco, non è mai stato provato in staffetta, è un terno al lotto, ma lo stesso discorso vale per Kaba. Il potenziale è alto, ma bisogna lavorarci molto sopra. - Per la prima volta dopo anni, l’Italia della 4x100 si schiera a una grande manifestazione con tre atleti che faranno anche una prova individuale. Cosa cambia nell’economia della gara a squadre? - Molto, perché noi italiani siamo un po’ abituati ad essere segnati dai turni, a perdere via via energie fisiche e ancor più nervose. Mi auguro fortemente che i nostri vadano avanti il più possibile, ma non vorrei poi avere a disposizione ragazzi che si sentano appagati e scarichi. Soprattutto i duecentisti, Howe e Torrieri, se avranno la possibilità di fare tutto il torneo. Significherebbe correre al giovedì sera e poi fare la staffetta al venerdì mattina, con pochissime ore di recupero. Per questo portiamo alternative, per poter gestire situazioni di emergenza, pur essendo costretti ad inventare qualcosa su un potenziale che giocoforza non sarebbe lo stesso. - La costruzione del gruppo è passata anche attraverso qualche polemica. Personalmente come ne è uscito? - Con la coerenza che mi ha sempre contraddistinto. Ho dato dall’inizio riferimenti e criteri di valutazione affermando che mi assumevo come giusto ogni responsabilità in merito. Per essere nel gruppo bisogna andar forte, avere attitudine ai cambi, essere disponibili, stare bene quando si corre, poi a parità di prestazione è privilegiato chi ha maggior esperienza. La porta è stata aperta a tutti, ed infatti Howe è nel gruppo, non potrei certo rinunciare a un potenziale come il suo dopo i tempi che ha fatto, ora bisogna lavorarci sopra. Noi non siamo come gli americani che pur con cambi corti possono fare grandi tempi perché hanno gente che corre in 10 netti e meno. Noi lo scorso anno abbiamo corso in 38.42 con gente che valeva individualmente 10.35. E’ stata una piccola opera d'arte. - Che risultato si aspetta a Stoccolma? - Nessuno, non m’interessa. Sarà invece importante vedere la reazione e la condotta di Kaba in frazione finale e l’assuefazione di Checcucci alla corsa in curva. Non è il momento di tirare al massimo, questo bisognerà farlo il 27 agosto. A me ora servono informazioni per lavorare, poi testare tutte le possibilità nel raduno di agosto e farsi il segno della croce… Gabriele Gentili Nella foto: Simone Collio, secondo frazionista azzurro.
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