Internazionale: cartoline da Montecarlo
World Athletics Final..ovvero le finali del Grand Prix a Montecarlo, ed i protagonisti allo stadio Louis II. Molti, ed ancora in grado di sorprendere. Più che Kenenisa Bekele e Yelena Isinbayeva (pur altissima con 4.83 domenica), eletti atleti dell'anno in ordine dei titoli olimpici e dei primati del mondo realizzati nel corso della stagione, i veri personaggi della due giorni monegasca sono stati il coriaceo Mack, olimpionico dell'asta capace di fiondarsi al terzo tentativo oltre i sei metri e zerouno (più un tentativo a 6.06 e due a 6.16 per un impossibile, o quantomeno prematuro record del mondo), il qataregno Shaheen, i giamaicani Veronica Campbell e Asafa Powell, il solito Olsson e, ci venga concesso, un Allen Johnson capace di chiudere i 110 ostacoli in 13.16 con due metri di vento contrario. Di Mack e della sua stagione senza ombre abbiamo già parlato, di Johnson sappiamo tutto, anche che il ruzzolone nei quarti di finale alle Olimpiadi ci ha privato di uno spettacolo galattico contro Xiang Liu e ce ne dogliamo. Qualche riga su Asafa Powell. Dopo il 9.98 di sabato, realizzato grazie alla reazione più veloce allo start ed alla consueta magnifica seconda parte di gara nonostante un metro e sei di vento sfavorevole, il giamaicano ha migliorato il personale sui 200 chiudendo in 20.06, fugando i dubbi sul sorprendente 20.10 di Santo Domingo del primo di maggio, riunione della quale giunsero a suo tempo svariate correzioni che ridimensionavano i brillanti cronometraggi comunicati in prima battuta dalle agenzie. Shaheen ha invece corso il quinto tremila siepi di sempre, 7:56.54, pagando nel finale la solita condotta di gara sconsiderata e stupendamente folle, la stessa che una volta lo ha premiato con l'oro mondiale, un'altra volta con il record del mondo, domenica solo con l'entusiasmo e gli applausi di chi ha creduto fino a tre quarti di gara ad una nuova incredibile impresa. Veronica Campbell ha vinto l'ennesimo campionato caraibico dei 200 nella prima giornata in un "normale" 22.66, per poi sparare un eccezionale 10.91 nei cento metri di domenica. Per la giamaicana due volte olimpionica ad Atene (nonché bronzo sui cento) è il primato personale (aveva 10.93 realizzato nella semifinale dei Giochi), e mondiale stagionale se si considerasse dubbio il 10.77 della bulgara Lalova, che si dice viziato da una partenza non proprio ortodossa nel rispetto delle regole dello start. Meno male che dovevano essere stanchi o peggio sfiniti: Mack a 6.01, la Slesarenko ancora in volo oltre i 2.01, la gran doppietta di Powell, la Campbell al primato personale, il 17.66 di Olsson, la cubana Menendez ancora dove nessun'altra ha saputo schizzare il giavellotto durante l'anno (66.20), ed ancora l'invincibile Holm, i lanci di Olsen e Greer, ed altro ancora come vedremo. La stanchezza traduce in prestazione il calo dello specifico fattore motivante. Che in parecchi avessero ancora benzina ed energie da spendere era apparso evidente sia a Bruxelles che a Berlino, passando per Rieti. Batman, Superman ed altri supereroi Un talento un po' insolito e "grezzo" quello del 21enne Jackson, citato molte volte nel corso dell'anno su queste pagine. L'abbiamo visto fare rimonte incredibili sul rettilineo, recluso nella corsia più esterna, poi farsi squalificare in batteria ai mondiali parigini, tornare quest'anno (il secondo ad alto livello) a pagare l'ennesimo errore tecnico ai Trials. A Montecarlo è sceso a 47.86. I 400 ostacoli annoverano un altro supereroe, per chi è amante del genere. Se Jackson è "Batman" per via della sua passione per il "comics character" americano, il convalescente Stringfellow è conosciuto anche come Superman. Già che ci siamo, alzi la mano chi non ha "visto" qualche Hulk aggirarsi negli stadi. Per chiudere in bellezza, il titolo di "mitico Thor", visto il nome, non può essere assegnato che ad Andreas Thorkildsen, campione olimpico che lancia il giavellotto anziché il martello del regno di Asgard. Gli azzurri erano rappresentati da Giuseppe Gibilisco, sesto con 5.45 nell'asta ed in procinto di ricaricarsi a dovere per la prossima stagione, Benedetta Ceccarelli (ottava in 57.23 nella gara appannaggio della Glover in 54.57), Assunta Legnante (emozionata e settima con 17.20 dopo le ultime positive performances sul suolo nazionale) e Magdelin Martinez, quinta nel triplo con 14.63. Le altre prestazioni di rilievo sono arrivate dal ghanese Gaisah (8.32 nel lungo), dal danese Olsen che nel peso con 21.46 ha battuto oro ed argento olimpico (Belonog e Nelson), dal giavellotto di Greer (87.68, a soli cinque centimetri dal mondiale stagionale), e fra le ragazze dalla Isinbayeva (come detto), dalla Mbango nel triplo (15.01) e dalla già citata Menendez. Ancora da considerare i progressi dell'altra russa dell'asta Tatyana Polnova (4.78!), e per l'insieme dei risultati i 400 ostacoli maschili, dove il quinto classificato (il panamense Kamani) ha corso in 48.24! Le ultime di Frankie Apparizioni finali per il quattro volte argento olimpico Frank Fredericks. Prima di gareggiare a Montecarlo ha fatto tappa a Nancy, in Francia, dove è stato sconfitto da ronald Pognon sui cento metri (10.23 contro 10.29). Nella riunione anche 33.01 di Keita sui 300, 45.98 di Djhone sui 400 e successo di Wilson Kipketer sugli 800 in 1:45.68. Al femminile 11.33 della Arron e 68.48 della martellista Montebrun. A proposito del namibiano Fredericks, un paio di lettori hanno rivolto a questa rubrica un quesito sulla prestazione ottenuta dallo sprinter africano nella finale di Atene, il 20.14 che gli ha assegnato il quarto posto. La risposta arriva ora che è possibile dedicare spazio al tema: la prestazione di 20.14 non rappresenta la migliore prestazione Master categoria over 35. Il limite appartiene a Linford Christie, che a 35 anni e due mesi corse in 20.11 la distanza dei duecento a Villeneuve d'Ascq nel 1995. Le penultime di Jan Il ceko Zelezny concorrerà alla carica di presidente della federazione ceka di atletica: nel suo programma priorità allo sradicamento del doping. Annunciato il ritiro dalle competizioni dopo la delusione olimpica, ha invece gareggiato ancora (anche ieri l'altro a Montecarlo, terzo con 82.01) e probabilmente chiuderà la carriera nel prossimo giugno al Super Grand Prix di Ostrava. Evolution Numerosi i progressi a tappe compiuti dal discobolo norvegese Gjoran Sorli nel corso del 2004: quasi cinque metri di progresso sul personale di 60.91 risalente alla scorsa stagione. In una serie di competizioni, la maggior parte delle quali sulla pedana amica di Oslo, il 26enne scandinavo ha incrementato il personale una mezza dozzina di volte fino ad un top di tutto rispetto che risale ad una settimana fa, 65.86. Sempre da quelle parti, in Danimarca, inizia a farsi notare a livello europeo anche nello sprint il lunghista danese Morten Jensen, autore quarantotto ore fa di 10.28 sui 100 (primato di Danimarca) e precedentemente distintosi sui 200 con 20.75. A livello internazionale queste prestazioni significano ben poco, ma limitatamente all'Europa e per un atleta ventunenne non sono da buttar via. L'atleta vanta nel lungo la partecipazione ai campionati europei under 23 di Bydgoszcz (7.97 in qualificazione), ed ha un personale di 8.03 ottenuto ai campionati nazionali di Copenhagen in agosto. Promettente. Arsi dal disappunto Arsi Harju, ex-campione olimpico del lancio del peso si è imposto nella gara svoltasi a Perho e che a lui è intitolata. Nella località ha sede la società per la quale Harju gareggia. Non sono più le misure di una volta (19.61, primato stagionale), per l'atleta che dopo il trionfo di Sydney ha vissuto la tragica e prematura scomparsa della fidanzata e non è più riuscito a bissare il clamoroso successo del 2000. Il bronzo di Edmonton ed il quarto posto di Monaco non hanno avuto seguito ed ai Giochi di Atene la scuola finnica del peso ha rimediato delusioni sia da Tiisanoja che da Reinikainen, i due atleti selezionati per la gara di Olimpia. Primati giovanili Da Rieti e da Berlino sono venute due migliori prestazioni mondiali under 18, come visto nei precedenti resoconti: autore il kenyota Augustine Choge sui tremila e sui cinquemila metri. Aggiorniamo la conta elencando gli altri "world best under 18" realizzati nel corso dell'anno: in campo maschile l'1:46.25 sugli 800 metri del kenyota Benson Esho a Pergine Valsugana (è anche il vicecampione mondiale junior dei 1500), l'8:18.51 sulle siepi di Ronald Kipchumba Rutto (a Bruxelles), il 5.51 dell'argentino German Chiaraviglio nell'asta ed il 60.50 nel disco (con attrezzo da 1.5 chili) dell'estone Margus Hunt. L'unica ragazza neoprimatista è invece la siepista romena Bobocel (9:49.03, argento a Grosseto). A zonzo per la città Due domeniche fa il primo acuto dell'attività su strada preautunnale: Robert Cheruiyot (il più giovane dei due omonimi) ha trionfato nella prima edizione della mezza maratona di Rotterdam con la migliore prestazione stagionale di 1:00:11; fra le donne quarto crono dell'anno per Lydia Cheromei, al rientro dopo lunga assenza. Il kenyota si era messo in luce nel corso della primavera nella mezza maratona di Lisbona dove fu terzo, battuto dai connazionali Rop e Lel, in una gara dove il declivio del percorso (69 metri) ha reso non omologabile i riscontri cronometrici (per Cheruiyot 59:54). Ancora dall'Olanda la dieci miglia che parte da Amsterdam ed arriva a Zaandam. Il vincitore uscente, Francis Kibiwot, si è dovuto accontentare del quarto posto in 46 minuti netti, battuto dal sudafricano Ramaala, dall'ex-primatista mondiale delle siepi Bernard Barmasai e da William Kipsang, tutti giunti al traguardo nello spazio di tre secondi. La mezza maratona d'oltreoceano della settimana, disputatasi 48 ore fa a Philadelphia, è invece andata al kenyota Julius Kibet, che si è imposto in 1:01:18 davanti al marocchino Khattabi ed all'ex-primatista di maratona Khannouchi. Il successo della gara femminile è stato della romena Nuta Olaru, tredicesima ad Atene ed in procinto di prendere il via a Chicago il mese prossimo, in 1:09:38, davanti a nomi importanti quali Leah Malot (che vinse lo scorso anno), Masako Chiba e Marla Runyan. La Olaru era reduce dalla mezza di Virginia Beach, vinta due settimane fa in 1:10:50. A proposito di quella gara, non compresa nelle precedenti rubriche, riportiamo la vittoria maschile per Haron Toroitich (1:01:55), e la presenza nei primi sei classificati di nomi quali Chelanga, Songoka, Cheboiboch e Paul Kosgei. Dietro la Olaru altre nomi ben conosciuti da chi segue l'attività internazionale su strada: il duo giapponese Yamamoto-Shimahara, le kenyane Omwanza e Anastasia Ndereba (già in luce in Italia nelle scorse stagioni) e la romena Catuna. Scaramucce, in vista dei mondiali di mezza maratona in programma il prossimo 3 ottobre a Nuova Delhi: il team etiope è già fatto, e troviamo Abebe Dinkessa, Alene Yimer, Solomon Tsegaye, Berhanu Adane nella squadra maschile e Teyiba Erkesso, Adanech Zekiros, Bezunesh Bekele e Eyerusalem Kuma a comporre la selezione femminile. Altre apparizioni italiane all'estero A Bellinzona, negli ultimi giorni di agosto, impegno per molti atleti nostrani: la promessa Anceschi ha centrato il primato personale sui cento metri, chiudendo in 10.42 con vento 1.2 (in batteria 10.47/1.3). Sui 110 ostacoli tripletta ventosa (2.3) per Giaconi (13.67), Alterio (13.75) e Mauro Rossi (14.46). Dal salto triplo 15.57 (vento 0.6) per Fabrizio Schembri ed affermazione per Marco Lingua nel martello (72.97). Dal settore femminile l'ostacolista Gentili si è segnalata per il personale sui cento (12.00/1.4), mentre Micol Cattaneo ha vinto i cento ostacoli in 13.34 beneficiando di un vento favorevole di 4.1 (seconda Alessandra Guerra in 14.02). Infine dall'asta 3.65 di Chiara Martegani. A Brezice, in Slovenia, 13.71 di Alterio nella gara vinta dall'atleta di casa Zlatnar che è sceso al nuovo record sloveno dei 110 ostacoli correndo in 13.62 (vento contrario di 0.4). La stagione internazionale su pista si chiuderà giovedì a Yokohama con un mucchio di bella gente in passerella, mentre a Talence nel corso del weekend si celebrerà l'ultimo atto del Challenge delle prove multiple con il classico Décastar. Nel calendario dell'attività internazionale anche i campionati giovanili sudamericani ed i Giochi Arabi. A proposito di questi ultimi, anticipo a Damasco con i campionati arabi junior: in evidenza uno sprinter del Bahrein, Mohamed Al-Rashidi, classe 1986, capace di correre in 10.34 e 20.85. Questo, però, è campioncino fatto in casa. Marco Buccellato
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