New York, tra americani e kenyani i nostri sperano
La Maratona di New York nacque il 13 settembre 1970, da un’idea di Fred Lebow che su quella manifestazione ha investito tutta la sua vita. Da poche decine di corridori siamo arrivati ad oltre 40 mila, ed altrettanti hanno visto negata la propria richiesta. New York è la maratona per eccellenza, capace di smuovere grandi cifre anche come flusso turistico: uno studio commissionato dal Municipio di New York aveva stimato in oltre 200 milioni di dollari il gettito di affari in una sola settimana scatenato dalla prova podistica. E si parla di qualche anno fa… La Maratona della Big Apple quest’anno si presenta come un vero evento, che negli Usa sta scatenando una grande attesa, in particolare per la presenza di Meb Keflezighi, l’ex eritreo che ha seguito sul podio Stefano Baldini ad Atene. Gli americani sperano che l’argento olimpico restituisca ai padroni di casa un successo atteso da troppi anni. Inutile dire però che per trovare i favoriti veri bisogna cercare altrove, fra i tanti kenyani presenti, da Michael Rotich a Christopher Cheboiboch, da John Kagwe a Paul Kirui reduce dalla vittoria ai Mondiali di mezza maratona di New Dehli, da Frederik Cherono a Daniel Cheribo. Insomma, trovare spazio in quella nuvola nera, comprendente anche atleti etiopi, sudafricani (si rivede Ramaala) e tanzaniani (attenzione all’esordio sulle strade newyorchesi di Yuda) sarà difficile. A provarci saranno il primatista europeo, il francese Zwierzchiewski, l’altro americano Kennedy ottimo specialista dei 10000, il marocchino Khattabi e, perché no, il nostro Andriani, che punta a un risultato di prestigio. La presenza nazionale, su un percorso che già per 5 volte (due con Pizzolato, una con Poli, Leone e la Fiacconi) ha premiato i nostri colori, sarà arricchita dal campione italiano in carica Angelo Carosi, che punta alla vittoria nella categoria over 40, magari con un pensierino anche al primato relativo. Fra le donne la gara è se possibile ancora più affascinante. La impreziosisce soprattutto il ritorno in gara di Paula Ratcliffe dopo il fallimento olimpico: la britannica è assetata di rivincite, e va applaudito il suo coraggio di volersi subito rimettere in gioco dopo lo smacco ateniese. A New York troverà un vero “parterre de roi” dalla fortissima kenyana Margaret Okayo, all’olandese ma di provenienza kenyana Lornah Kiplagat, senza dimenticare una delle più grandi specialiste di sempre, Tegla Loroupe vincitrice di quasi tutte le classiche del calendario, che a New York ha già trionfato due volte. E con curiosità è attesa anche la prova di Deena Kastor, che a sorpresa ad Atene ha regalato agli Stati Uniti un bronzo davvero inaspettato. A New York la Kastor vorrebbe rinverdire i fasti ormai lontani di Joan Benoit. Un altro nome da tenere sotto osservazione è quello della campionessa mondiale di cross, l’australiana Benita Johnson che a New York fa il suo esordio in maratona: vedremo quali sono le sue qualità in questa prova. I colori italiani saranno difesi da due atlete che partono con obiettivi ben diversi: Tiziana Alagia è reduce da una prova interessante a Berlino, che però appare troppo recente. L’azzurra si sente comunque in grado di fare meglio di quanto ottenuto in Germania, 2h32:20, e scendendo sotto le 2h30 potrebbe anche aspirare a un piazzamento di rilievo. L’altro nome è quello di Rosanna Munerotto, che all’alba delle 42 primavere torna alla maratona dopo sette anni, puntando magari a vincere nella propria categoria. La Rai darà ampia copertura all’evento, collegandosi con New York su Rai Due dalle 18 alle 20. Diretta invece su Raisport Sat dalle 16,30. Gabriele Gentili Nella foto: Tiziana Alagia (archivio Fidal) File allegati:
- Vai al sito della New York Marathon
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