Internazionale, antologia di Indianapolis



Alla vigilia della Coppa Europa di Malaga l'attenzione si sofferma sui campionati nazionali degli Stati Uniti e della Giamaica, ma anche sulla grande edizione del Memorial Znamenskiy, dove la cronologia del record del mondo del martello femminile ha conosciuto un nuovo aggiornamento, grazie a Tatyana Lysenko, di nuovo regina della specialità. Indianapolis minuto per minuto Nonostante il mancato valore aggiunto dei tadizionali "Trials" (non c'era in palio una selezione mondiale od olimpica) nell'Indiana si è disputata una gran bella edizione dei campionati statunitensi, con risultati in qualche caso eccezionali e con l'affermazione di qualche novità. Mister Justin Il cammino di Justin Gatlin è stato all'insegna della regolarità: 10"02 in batteria, 9"99 in semifinale, 9"93 per il titolo, in una finale penalizzata dal vento contrario. Curioso il fatto che dal secondo al quarto posto le posizioni siano state occupate da velocisti più propriamente specialisti dei 200 che dei 100 in senso stretto. Delusione per Padgett, la novità delle ultime settimane, naufragato ben prima della finale in 10"43. Miss Marion Dopo il ritorno dall'oblio, le quotazioni di Marion Jones hanno subìto un rialzo progressivo. L'atleta è pienamente recuperata, come predicava il coach Steve Riddick, ed il tempo (un buono ma non eccezionale 11"10) non ha alcuna importanza. Battute le starlettes Williams, Edwards, Lee e compagnia. Il programma ha subito più di un ritardo per il maltempo. A farne le spese soprattutto i lunghisti (venerdì) che hanno trovato pedana inzuppata e vento fortemente contrario. Si spiegano così i "normali" 8,10 di Brian Johnson e l'8,08 di Dwight Phillips. Cantwell, un nullo da incubo Grazie ad una serie degna delle sue migliori giornate Adam Nelson si è laureato campione nazionale del peso con un lancio di 22,04 (il quinto). Alle sue spalle il granitico nero Hoffa (21,96 in extremis). Solo terzo Chris Cantwell, con un 21,89 mica da ridere che lo ha illuso per la vittoria. Ad aumentare i rimpianti di Cantwell l'incredibile sassata da quasi 23 metri dell'ultimo lancio, una piroetta chiamata nulla dai giudici per un contatto della scarpa col bordo della pedana. Le ultime finali Nell'ultima notte italiana, tra domenica e lunedì, ancora grandi cose da Indianapolis: Wallace Spearmon ha bruciato in 19"90 un incredibile Vaden, sorpresissima dei campionati e sotto i venti secondi anch'egli, oltre al quel grandissimo curvista di nome Rodney Martin ed il duo Willie-Wariner. Il campione olimpico dei 400 si è espresso ai suoi migliori livelli in 20"24, ma non c'è stato nulla da fare contro uno Spearmon che ha in pratica eguagliato il proprio personale. Molto buona anche la finale femminile dei 200, dove ha ritrovato gloria Rachelle Boone, ora signora Smith, che si è aggiudicata il titolo in 22"31 davanti a Shalonda Solomon ed a quella LaTasha Jenkins rientrata da poche settimane dal ritiro annunciato un paio di anni fa. Assente in finale Allyson Felix, qualificata col peggior tempo delle semifinaliste. Vaden: il meglio è arrivato Il personaggio nuovo uscito da Indianapolis è senz'altro Jordan vaden, un tipo che riempiva la copertina della rivista USA "Acceleration" due stagioni fa. Il titolo del servizio che accompagnava la storia del velocista era "il meglio deve ancora venire". Mistero sulla sua età. 24 anni o 28 a seconda delle fonti. Propendiamo per la prima ipotesi. Stupefacente il 19"98 della finale dei 200. Ancora più incredibile che questo risultato (personale precedente 20"57) sia giunto al termine di sei turni! Vaden è entrato in finale anche nei cento, dove ha mancato il podio per un solo centesimo. Quattrocento metri di fenomeni Sanya Richards ha rinunciato ai 200 per sfoderare un fantastico 49"27 sul giro di pista. Ha affibbiato oltre un secondo alla pur brava Trotter (50"40). Grandissima anche la Demus, anche lei al mondiale stagionale con 53"07. Ancora meglio al maschile, dove Kerron Clement ha dato vita ad un entusiasmante duello con il campione del mondo Jackson, avendo la meglio in 47"39. Per Jackson 47"48, e viene quasi da ritenere un peccato l'assenza dei mondiali in questa stagione. Rock, il bianco numero due d'America dopo Wariner, ha invece portato a casa il titolo sui 400 piani in 44"45, appena cinque centesimi meglio del fenomeno Merritt. Davis formato mondiale Il saltatore Walter Davis aveva già messo la parola fine sull'esito della finale del triplo al primo turno di salti con un 17,46 che lasciava ben poche chances a Kenwood Bell, altro specialista di grido. Il 17,71 dell'ultimo salto invece ne fa salire ancora le quotazioni. L'ultimo turno di salti è sempre stato magico anche per un grande interprete del passato, Mike Conley, uno che aveva una determinazione agonistica fuori dal comune e anche un discreto senso dell'ironia: amava chiamare i propri cani con nomi di altri atleti famosi. Le altre gare Rose Richmond ha vinto il titolo nel lungo femminile grazie ad una serie centrale di salti immacolata. 6,93 con vento a favore ma anche un 6,84 legale nel suo carniere. Solo seconda l'iridata Madison, che dopo il 6,77 iniziale si è autoesclusa dalla lotta per il titolo con ben cinque nulli. Chaunte Howard ha migliorato il personale nell'alto saltando 2,01. Una gara attesa un anno, pochi secondi per lasciarsela alle spalle: è il caso di Breaux Greer, il giavellottista che ha aperto e chiuso l'evento al primo lancio: 85,50, poi riposo assoluto fatto di cinque rinunce. Sugli ostacoli Dominique Arnold ha battuto il favorito Trammell con 13"10. Chiusura con Khadevis Robinson, che ha stracciato il mondiale stagionale sugli 800 in 1'44"13. E' allenato da Johnny Gray, tuttora detentore del primato USA. Gli assenti, le delusioni, le curiosità Allen Johnson è saltato nella semifinale dei 100 ostacoli, ma si rifarà presto. LaTasha Colander ha subìto lo stesso destino in semifinale sui cento. Me'Lisa Barber non ha nemmeno preso il via nelle batterie. Nello sprint maschile non si sono presentati al via delle semifinali due nomi di primo piano, Leonard Scott e Marcus Brunson. Degno ritorno ad alto livello di Angelo Taylor, olimpionico dei 400 ostacoli a Sydney, che non è entrato in finale nei 400 piani solo perché capitato nella semifinale più rognosa, con Rock, Merritt e la novità Neville. Clamoroso l'esito del decathlon, dove non hanno completato il programma Bryan Clay e Trey Hardee (protagonisti annunciati), a causa del flop nell'asta, lasciando via libera al ritorno di Tom Pappas, ex-campione del mondo. Poca risonanza per la doppietta di Bernard Lagat, ma tant'è che l'ha realizzata e va segnalata: 13'14"42 sui 5000, bis sui 1500 poco sotto i tre e quaranta. Americanini Contemporaneamente si sono svolti anche i campionati nazionali junior, che mandano alle stampe nomi e numeri da ricordare in vista dei mondiali di categoria di Pechino: è il caso di William Perry, 10"12 sui cento metri, Alexandria Anderson, 11"12 nell'omologo sprint femminile, Gabrielle Mayo (classe 1989!) capace di 22"88. Ancora: due bimbe sotto i 52 secondi sui 400 (la migliore è Jessica Beard in 51"89). I campionati giamaicani (e bahamensi) Attesissimo sui 100, Asafa Powell ha dirottato le sue energie sulla distanza doppia, dove in assenza di Bolt ha corso per la prima volta in carriera sotto i 20 secondi (19"90), ma la regina dei campionati è stata Sherone Simpson. Quanto fatto dalla sprinter caraibica non si vedeva da anni: 10"82 sui cento metri e 22 netti sui duecento. La velocista entra a grandi spallate nei piani alti delle liste all-time di entrambe le specialità, e soprattutto sui 200 aveva già lasciato intravedere effetti speciali ad inizio stagione col 22"14 ottenuto sempre a Kingston e con la vittoria ai Giochi del Commonwealth. A Nassau invece ha stupito Debbie Ferguson, trent'anni suonati, che ha fatto razzìa di titoli nazionali correndo i cento in 11"06 ed i 200 in 22"40. Hammer Show Una quarta classificata a settantaquattro metri e mezzo non si era mai vista. E' questo il senso della gara di martello di Zhukovskiy, località dove lo znamenskiy Memorial è emigrato quest'anno da Kazan, sede delle ultime edizioni. Il nuovo record del mondo è di nuovo in possesso di Tatyana Lysenko (77,41), a pochi giorni dall'exploit della Khanafeyeva, giunta quarta con 74,52. La Khoroskikh si è portata all'ultimo lancio ad un sensazionale 76,63, la Konevtsova (in costante progresso) è giunta a 75,07. Dei sedici lanci validi realizzati dalle quattro atlete il peggiore è stato di 70,40. La media di 74,37! Mostruoso. Il martello ha parzialmente offuscato le altre gare in programma: la forza d'urto del settore femminile si è espressa anche sugli 800 metri, dove Yelena Soboleva ha corso in 1'58"28 superando l'ucraina Petlyuk (1'57"91), con due altre russe abbondantemente sotto i due minuti. Nel salto in lungo la 27enne Kolchanova ha trovato una serie superlativa, con due ultimi balzi da 7,04 e 7,10, entrambi controvento. Nella velocità Yuliya Gushchina ha segnato il miglior tempo europeo della stagione in 11"13. Sulla scia di Merlene Ottey (11"49 a Donnas) un'altra veterana chiede e trova ancora spazio: è Irina Khabarova, quaranta anni, capace di esprimersi ancora ad 11"27. In campo maschile conferma per il nuovo status dell'ostacolista Peremota (13"43), il ritorno di Borzakovskiy (1'45"31) e la ritrovata regolarità di Sosunov nel lungo (8,13). Campagna di Russia Gloria anche per atleti stranieri, nei salti: lo svedese Jeng ed il polacco Czerwinski hanno superato i 5,80 nell'asta, la croata Vlasic ha saltato 2,02 al primo tentativo, battendo l'olimpionica Slesarenko. Christian Olsson ha sparato un 17,46 iniziale che lo ha ampiamente soddisfatto. Anche in Bielorussia si martella di santa ragione: Aksana Miankova (o Oksana Menkova che dir si voglia) ha migliorato a Stayki il primato nazionale con 76,86, risultato che la proietta ai vertici delle liste di sempre della specialità. Seconda una grande Tsander con 73,58. Interessante anche il debutto della Ostapchuk nel peso, venti metri esatti, ed il primo over-80 del martellista Vorontsov (80,54). Miscellanea europea: Germania, Slovenia, Balcani A Ratingen (Germania) un nuovo appuntamento con le prove multiple: il kazako Karpov (8.414 punti) ed il giamaicano SMith (8.349) hanno messo in fila una interminabile coalizione tedesca capeggiata da Dennis Leyckes, Stefan Drews, i giovani Behrenbruch e Mueller, e molti altri. Nell'eptathlon ancora un'affermazione per l'ucraina Lyudmila Blonska (6,427 punti) davanti a Lilli Schwarzkopf ed a Claudia Tonn, che ha messo la ciliegina nel salto in lungo con un favoloso 6,75 con vento legale. A Velenje il ritorno di Jolanda Ceplak (solo staffetta in Coppa Europa) in 2'01"83. Note italiane per Margaret Macchiut, (vincente in 13"20), Marco Lingua (secondo nel martello con 75,44) e Jacopo Marin, che ha vinto i 400 in 47"32. Miglior prestazione del meeting sloveno, il 4,60 della russa Golubchikova nell'asta. Ancora dai balcani il 19,62 di Dragan Peric nel peso. Diamo spazio a questo risultato a causa dell'età dell'atleta: 44 anni. Tunnel nel cielo Dalla Finlandia ottima afermazione di Pitkamaki a Kuortane sul campione olimpico Thorklidsen: il finlandese ha aperto con 88,27 e poi incrementato la traiettoria del giavellotto fino a 91,11. Nella gara femminile gran primato africano di justine Robbeson, ex-iridata junior nell'eptathlon, che si è superata con 62,80. Ancora Finlandia col 79,51 di Karjalainen nel martello. Dalla Bulgaria nuova impresa della novità Vanya Stambolova, che a Plovid ha confezionato una doppietta di lusso correndo i 200 in 22"80 ma soprattutto i 400 in un clamoroso 50"06. Occhio alla Polonia: relativamente alla staffetta segnaliamo il 38"68 che il quartetto ha ottenuto a Szczecin, correndo fuori punteggio nell'ambito dell'incontro internazionale tra le nazionali under 23 polaccha e tedesca. A Praga il nuovo mondiale stagionale del giavellotto donne: lo ottiene nei campionati ceki Barbora Spotakova con 65,50. Dalla Spagna un buon diecimila a Barakaldo, con vittoria del kenyano Menjo in 27'29"45. Chiara Rosa in Spagna La notturna di Alcala ha regalato un buon terzo posto di Chiara Rosa nella gara di peso: dopo un lancio sbagliato a sedici metri l'azzurra di è migliorata con 17,97. Interludio con 17,01 ed ecco il 18,16 finale, seguito da un nullo. Le cubane hanno fatto il vuoto per il primo e secondo posto. La Cumba con 19,22 (anche un 19,20), la Gonzales con 19,10 (primato personale disintegrato). La serata spagnola ha fatto registrare anche il primato nazionale cubano nel triplo femminile, grazie all'exploit della Savigne (14,85), che insegue il primo quindici metri della carriera. Nelle altre gare magnifico 13"28 di dayron Robles sui 110 ostacoli, con primato di Spagna per l'ex-sudamericano Quinonez (13"40), e rientro da dimenticare per Anier Garcia 814"07). In archivio Dai giorni scorsi, precedenti al week-end appena trascorso: 2,28 di Andrea Bettinelli ad Algeri, con qualche altro byuon risultato da segnalare, a cominciare dall'1'44"60 del saudita Al-Salhi sugli 800 metri e dal 3'34"47 di Tarek Boukensa sui 1500. Da Strasburgo invece un 1500 ancora migliore (3'32"93 di Baala) ed il silenzioso ritorno dopo il grave infortunio di Linda Ferga: per lei 13"79 sui 100 ostacoli, da interpretare come rodaggio. Da domani la Coppa Europa, clou della settimana ed indicatore della stagione azzurra sulla via di Goteborg. Nel corso delle ore che seguiranno la sezione statistiche si arricchirà di nuove edizioni delle liste mondiali, europee, ed all-time. Marco Buccellato


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