Avanti Tedesco e Valentina si migliora
Solita tornata di eliminatorie mattutine, in attesa delle finali che, nel pomeriggio, vedranno impegnati tre ragazzi italiani: oggi è una specie di “D-Day” per la spedizione azzurra, che si gioca una congrua quota-parte delle sue speranze di buon piazzamento. Anche se, confidiamo, le due staffette veloci e la marcia potrebbero regalarci ancora qualcosina. Prima di tutto, annotiamo che Matteo Galvan avrà una corsia esterna, la settima, nella finale dei 200 metri: non il massimo per il veneto, che già ha nel feeling con lo starter il suo tallone d’achille. Ieri è partito in netto ritardo nella semifinale (il giudice ha in pratica unito i comandi "ai vostri posti" e "pronti" in un'unica allocuazione) e ha dato poi un saggio delle sue doti di progressione per rimontare una posizione utile per passare. Tra l’altro, per un ragazzo abbastanza leggero come Matteo, sarà anche necessario vedere la portata del vento: se ci dovesse essere ancora brezza contraria, laggiù all’esterno senza alcuna copertura, il suo compito sarà ancora più difficile. Ma in ogni caso l’azzurro ha fatto buona parte di quello che gli si chiedeva e ora ogni posizione guadagnata potrebbe essere un premio supplementare. La gara è sicuramente molto aperta e i riferimenti alle prestazioni cronometriche precedenti possono essere fuorvianti: è chiaro che i tempi della velocità vanno collocati nelle condizioni tecniche e ambientali in cui sono stati ottenuti. Nell'aria pesante della capitale cinese, ancor più con vento in faccia, non sarà agevole per Matteo ripetere il 20.87 ottenuto nel frizzante ambiente di Rieti: ma Galvan sembra avere il carattere per potersela può giocare con tutti. Elena Scarpellini dovrà dare sfoggio di tutta la sua tenuta agonistica, peraltro ampiamente sperimentata nelle precedenti esperienze internazionali, per farsi largo nella finale dell’asta: ripetere il podio di Kaunas, Europei 2005, non sarà impresa facile. Il discorso per una medaglia potrebbe ovviamente aprirsi se la bergamasca riuscisse ad andare oltre il primato italiano di categoria, fissato alla quota di 4.15 proprio lo scorso anno in Lituania. Per quanto riguarda Lorenzo Rocchi, prevedibilmente potrà ambire come massimo traguardo ad un posto nei primi otto del martello: anche per il carrarese c’è comunque l’obiettivo di migliorare il personale di 71.66 e poi i conti si faranno alla fine. AVANTI TEDESCO Venendo alle gare della mattinata, la miglior notizia di oggi è l’approdo di Stefano Tedesco alle semifinali dei 110hs: per il portacolori dell’Asi Breganze c’è stato bisogno di correre molto vicino al recente personale segnato ai Tricolori di Rieti con 14.12 per aver diritto al ripescaggio. Un sofferto quinto posto in batteria, 14.18 con vento contrario (-0.5): è confortante che un ragazzo al primo anno di categoria sia riuscito a districarsi con tanto efficacia. Ricordiamo anche che il 18enne veneto, nonostante i buoni risultati ottenuti lo scorso anno da allievo, non era stato selezionato per i Mondiali U.18 di Marrakech e quindi questa gara rappresentava il suo vero debutto internazionale di altissimo livello. Il lombardo Redaelli, invece, come lo scorso anno agli Europei di Kaunas, è uscito al primo turno: si tratta in ogni caso di un discreto prospetto e le sue credenziali di partenza non è che facessero presagire possibilità di qualificazione (per lui sesto posto nella batteria tecnicamente più debole: 14.43 con +0.7 di vento). VALENTINA SI MIGLIORA La seconda nota lieta è rappresentata dalla più che dignitosa esibizione di Valentina Costanza nelle batterie dei 1500 metri: il nuovo personale a 4:24.31 era esattamente la risposta che si attendeva da una ragazza che spesso sa esaltarsi anche in occasioni importanti, ma che talvolta si produce in gare tatticamente incomprensibili. Oggi era evidentemente una giornata-sì per la piemontese: ovviamente per qualificarsi sarebbe occorso un crono molto più veloce (4:20.67 il tempo dell’ultima ripescata), ma sicuramente Valentina è riuscita a far tesoro della batteria più veloce per accodarsi e tenere fino in fondo, premiata da questo progresso personale. Poco esaltante, d’altro canto, la qualificazione di Maicol Spallanzani nel peso: purtroppo il colosso di San Vito al Tagliamento non riesce ad uscire da quella involuzione tecnica in cui è caduto dopo l’infortunio al ginocchio e la conseguente operazione. In finale si entrava con 18.59, ossia con una misura che il friulano aveva già ottenuto lo scorso anno allorchè – nel suo momento migliore – aveva segnato 18.95 indoor, primato italiano al coperto con l’attrezzo da 6kg. Ma anche quest’anno, ancora nella stagione indoor, Maicol era riuscito a lanciare a 18.62 nel triangolare di Ancona. Sulla pedana di Pechino sono invece arrivati tre nulli, la peggior classifica che si possa immaginare: peccato, perché questo ragazzo – animato da una passione sconfinata – avrebbe sicuramente diritto ad un miglior trattamento da parte della sorte. UN’OCCHIATA AL RESTO Non eravamo presenti nelle qualificazioni del disco femminile e del triplo maschile, ma anche qui sarà opportuno dare qualche riferimento sulla competizione e sulle prospettive dei nostri giovani, benchè rimasti a casa. Nel disco la miglior misura è stata quella dell’australiana Dani Samuels, 57.67, e fin qui nessuna sorpresa, perché questa ragazza è sicuramente la favorita (bronzo ai Giochi del Commonwealth di Melbourne, in marzo). Ed invece eliminazioni eccellenti da segnalare: fuori dalle 12 la tedesca Weller e l’uzbeca Kot, che presentavano personali da medaglia. L’ultimo risultato utile del turno è stato il 46.80 della ceca Banacka: come termine di confronto, ricordiamo che la miglior prestazione giovanile dell’anno in Italia è quella di Tamara Apostolico, un 46.62 notevolissimo, se si pensa che la friulana è ancora allieva, classe ’89, e ha già ricevuto il battesimo del fuoco in competizioni importanti come l’EYOF 2005 e le Gymnasiadi di Salonicco a fine giugno, raggiungendo sempre la finale. Insomma una ragazza da coltivare e da tenere in considerazione per il futuro. Nel triplo maschile si è invece fatto vedere il francese Benjamin Compaoré, che ha eguagliato il suo personale con 16.34: una boccata d’ossigeno per i cugini transalpini che, finora, a Pechino hanno raccolto poco più che briciole cadute dalla tavola. Addirittura nessun finalista negli 8 tra i maschi (anche se tre noni posti) e appena un 5° ieri nel triplo e un 8° posto nei 100 con le ragazze. E da una potenza post-coloniale come la Francia, che ha sempre fatto dell’organizzazione giovanile un fiore all’occhiello, ci si doveva sicuramente aspettare qualcosa di meglio: magari eviterà il fallimento completo con un paio di medaglie nelle ultime giornate, ma è chiaro che anche da questi dati ci si può rendere conto della difficoltà di affermarsi a questi livelli. L’ultima misura di qualificazione è stata un 15.69 del tedesco Beyer: ed è un peccato che nessun azzurro sia presente, perché questa è una specialità nella quale potremmo avere soddisfazioni nel prossimo futuro. Basti pensare che in tre, e tutti ragazzi nati nel 1988, al primo anno di categoria, hanno mancato di poco il minimo di partecipazione: anzi uno, Fabio Buscella, era riuscito nell’impresa saltando 16.22 (sia pure ventoso e fuori termine) ai primi di agosto nel match di Tunisi. Gli altri triplisti che si sono messi in luce nella stagione sono l’ascolano Vanni e il reggiano Franzoni, che tra l’altro era stato finalista nel 2005 a Marrakech. A questi nomi si deve aggiungere quello di Daniele Greco, il brindisino che quest’anno ha ottenuto il bronzo nelle Gymnasiadi, ossia nella manifestazione U.18 più importante dopo i Mondiali di categoria. E speriamo che qualcosa di buono arrivi già nella prossima stagione, agli Europei juniores di Hengelo. Da ultimo, un completamento sul resoconto di ieri, riguardo al decathlon: una gara fantastica, vinta dal russo Arkadiy Vasilyev con 8.059, ovviamente record dei campionati, dato che per la prima volta la prova multipla si svolgeva con questa formula (ostacoli da 1.00m, oltre al peso da 6kg e il disco da 1.75kg). L’avvicendarsi della leadership con il cubano Garcia (7.850 punti) è stato davvero spettacolare e il sorprasso definitivo è arrivato solo nelle ultime gare, allorchè il russo è riuscito a prendere il largo. E qui purtroppo non riusciamo a tenere il passo: speriamo nel pieno recupero del toscano di Bucarest Franco Casiean, che due anni fa a Grosseto rivaleggiò a lungo appena 18enne con i migliori, prima di essere costretto al ritiro per infortunio. Per il resto i migliori prospetti sono Riccardo Cecolin, non troppo fortunato qui a Pechino nell’alto, e il siciliano Fabrizio Brugnone, fortissimo negli ostacoli e nei salti, ma ancora acerbo nella tenuta complessiva della difficile prova multipla. Raul Leoni Nelle foto, gli azzurrini Tedesco e Costanza (Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL) File allegati:
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