Caliandro, la scalata riparte da Ferrara



Ha acceso l'Italia dell'atletica con un finale di corsa, agli Europei indoor di Birmingham dello scorso inizio di marzo, a dir poco strabiliante. Un "kick" conclusivo - 1000 metri in 2:27.5, 54:2 negli ultimi 400 - che ha fatto fare a molti un salto all'indietro (nel tempo: non parliamo di ginnastica), ai giorni in cui le maglie azzurre solevano precedere tutte le altre in ogni gara di mezzofondo. Cosimo Caliandro, the king of Francavilla Fontana, il campione europeo dei 3000 metri, ha appena smaltito la sbornia da feste, congratulazioni, interviste. "Sono stati dieci giorni intensi, davvero complicati - commenta dalla macchina che lo sta portando a Ferrara, guidata dal pard Mattia Maccagnan -, giorni che comunque mi hanno insegnato molto. Penso di aver fatto un'esperienza importante, che mi tornerà utile alla prossima occasione. O almeno, io mi auguro che ce ne siano altre...". Gioco della verità: c'è stato il tempo di preparare la Coppa Europa dei 10000 metri di Ferrara, alla quale parteciperà sabato pomeriggio, o no? "Sì, dico sul serio, sono riuscito a lavorare due settimane in maniera soddisfacente. Certo, non credo di essere nelle condizioni di Birmingham, ma con il consueto supporto del mio allenatore, Stefano Cecchini, ho messo insieme alcuni lavori che mi hanno confortato". Che vuol dire, tradotto in termini cronometrici? Che tempi ci si può aspettare da Caliandro nei 10000 metri? "Non lo so, per me è comunque un esordio su questa distanza. Penso di poter valere i 28 minuti che in molti si aspettano, soprattutto se si correrà con regolarità. E' una gara lunga, è vero, ma io mi adatto bene, non soffro particolarmente i chilometri". Tattiche? "Solo una: nei primi chilometri cercherò di stare tranquillo, di trovare il mio ritmo. Se partiranno troppo forte, proverò a non seguirli, facendomi però una violenza, perché io voglio stare sempre davanti. Se invece si passerà ai 5000 metri intorno ai 14 minuti, io sarò lì con loro, nel gruppo di testa. Dipende anche da come si sviluppano certe giornate, l'atletica è così: magari è una di quelle storte, dove faccio fatica a stare attaccato, oppure mi sentirò di andare a tirare io stesso...vedremo". Ferrara è la prima tappa, ma poi, come si svilupperà il resto della stagione? "Lavorerò al fresco di Predazzo per tutto il mese di maggio. Successivamente, andrò in caccia del minimo di partecipazione ai Mondiali di Osaka sui 5000 metri (13:21.50, oppure il limite B di 13:28.00, ndr), in un meeting internazionale che Cecchini sceglierà insieme con Gianni Demadonna. Sì, saranno i cinque chilometri la mia gara di quest'anno, è quella nella quale penso di potermi giocare le carte migliori". C'è un tempo che sogna di poter ottenere? "No, i tempi non si sognano, si sognano solo le medaglie...dicamo che mi sento di poter correre al di sotto dei 13:20, ecco. Quello che serve per i Mondiali. Anche Osaka, però, va vista come una tappa". Verso dove? "Verso il mio vero traguardo, l'Olimpiade di Pechino del prossimo anno. Io punto a quella: voglio esserci, e al meglio della condizione. Il mio è un percorso che porta laggiù, alla Cina". Per adesso, torniamo a Birmingham, al dopo-Europei. Quali sono stati complimenti più graditi? "Quelli che mi sono arrivati da due persone. Stefano Baldini, che mi ha chiamato facendomi una bellissima sorpresa, e il mio conterraneo Giacomo Leone. Sono due che hanno fatto grandi cose, Stefano è addirittura il campione olimpico. Uno come me, che vive sperando di avvicinare certi traguardi, non può non rimanere colpito". Domanda obbligatoria: il santino di Padre Pio, domani, lo mette dietro al pettorale di gara, come a Birmingham, o no? "Non lo so - ride - l'ho portato con me. Vedremo, ma credo proprio di sì...". Marco Sicari Nella foto, Cosimo Caliandro esulta dopo l'oro europeo di Birmingham (Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL)


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