Internazionale: Isinbayeva 5.04, Powell 9.82
L'Herculis di Montecarlo ha praticamente concluso la stagione pre-olimpica introducendo le gare olimpiche con i fuochi d'artificio. Prima di Pechino avremo ancora meetings importanti in Germania (Leverkusen e Wattenscheid), poi saranno solo Olimpiadi.
La Isinbayeva fa 13
Tanti sono i primati del mondo ottenuti da super-Yelena nel suo ruolino di marcia all'aperto. Aggiungiamo i dieci record inanellati nell'attività indoor, e fanno 23. Il mondiale di poche ore fa è giunto a Montecarlo, con più salti del solito, fatto inconsueto per la campionessa russa. Entrata in gara a 4.71 (un errore poi un salto valido), la Isinbayeva ha vinto la gara a 4.83 (la Pyrek e la Golubchikova si erano già arenate a 4.77), per poi superare quota 4.93 (sempre con due prove), ed infine raggiungere l'apoteosi (con tre salti) a 5.04. Il primato datava solo 18 giorni, location Roma, Golden Gala. Nel frattempo ha fatto il muso duro anche alla Stuczynski, sconfitta a Londra.
Montecarlo favolosa, Powell stratosferico
Asafa Powell ha vinto la serie A dei cento metri in un 9.82 che significa tantissimo sul piano statistico e motivazionale. Con vento zero, infatti, la prestazione del giamaicano è inferiore solo al "suo" 9.78 ottenuto nella finale di Rieti dello scorso anno ed al portentoso Maurice Greene di Atene e Siviglia (9.79 e 9.80 con vento minimo). Tanto per essere chiari, Usain Bolt ha sfruttato un vento di 1.7 e 1.8 nelle sue imprese a 9.72 e 9.76. Per Powell partenza buona ma non ottima come a Stoccolma, e un’accelerazione mostruosa come di consueto.
Borzakovskiy 1:42.79!
800 straordinari, col russo campione olimpico che infila in una gara memorabile il miglior Kamel (o Konchellah che dir si voglia) di sempre (al record d'Asia in 1:42.79, stesso tempo!), l'immancabile Mulaudzi (1:43.26) ed il canadese Reed (primato nazionale in 1:43.68).
Mondiali stagionali ovunque
Naide Gomes, nata a Sao Tome e Principe e naturalizzata portoghese, ha portato il record nazionale (ed il mondiale stagionale) a 7.12, dopo aver fatto altrettanto in precedenza a Stoccolma (7.04). Ha abbandonato definitivamente le prove multiple, ed è sulla rampa di lancio per i Giochi. Con Evora forma un bellissimo duo di saltatori in odor di medaglia.
Melaine Walker può mettere le mani sull'oro dei 400 ostacoli, dodici anni dopo la connazionale giamaicana Hemmings, che vinse ad Atlanta. Nella sua specialità mancheranno praticamente tutte le più forti. A Montecarlo, ieri sera, ha portato il mondiale stagionale a 53.48, pur insidiata da vicino da Tiffany Ross-Williams (53.54) e da Sheena Johnson (ora Tosta), terza in 53.58.
Daniel Komen guida da ieri sera le liste dei 1500 maschili grazie al 3:31.40 ottenuto nello stadio monegasco. Ai Trials di Nairobi è finito solamente settimo. Mondiale stagionale anche per la etiope Ayalew, vittoriosa nei 3000 in 8:35.50. Statisticamente, però, le Defar ha fatto meglio a Stoccolma, transitando di passaggio in 8:34.53. Da notare che, sempre in riferimento alla gara dei 5000 di Stoccolma, la Defar ha corso gli ultimi tre chilometri in 8:24.07!
Altri risultati: ancora un record continentale per l'australiana McLellan, seconda sui 100 ostacoli in 12.53 (prima la giamaicana Foster in 12.49). Ottimo il britannico Rooney, che dopo essere sceso sotto i 45 secondi a Londra si è migliorato fino a 44.72. Nel triplo a impressionare è stato soprattutto il campione del mondo junior Tamgho, arrivato a 17.19. Vittoria a Randy Lewis di Grenada con 17.42 davanti a Evora (17.24).
Staffette: la 4x100 azzurra maschile ha battuto sì i francesi (39.17 contro 39.50) ma ha sonoramente perso dagli americani (38.41, ci può anche stare) e dai tedeschi (39.48, grandi cambi). Insufficiente il cambio tra Collio e Checcucci, che ha anticipato il via ed ha dovuto quasi fermarsi. Le ragazze della 4x100 prive di Anita Pistone (Giovanetti, Calì, Grillo, Alloh) hanno corso in 43.92, cedendo il passo ad una selezione delle Americhe (42.33), alle statunitensi (42.49), alle tedesche (43.25) ed alle francesi (43.27). Italia individuale: Jacques Riparelli primo nella serie C dei 100 in 10.36, la Giovanetti quarta (sempre terza serie) in 11.64.
Bielorussia pronta
Riavuto Tsikhan ai vertici (e anche Devyatovskiy) la Bielorussia manda chiari segnali a quindici giorni dalle Olimpiadi: ecco Mikhnevich a ventidue metri esatti nel peso, l'altro martellista Svyatokha a 81.37 e la pesista Ostapchuk, che migliora il mondiale stagionale con 20.98. A proposito di martellisti, Murofushi ha gareggiato domenica scorsa, ancora a Toyota, dove ha ottenuto 80.34.
I recuperati
Alcuni atleti sono stati inclusi nei rispettivi teams olimpici a dispetto dei risultati dei campionati nazionali (in alcuni casi Trials veri o quasi) o a correzione degli elenchi diffusi da qualche giorno: è il caso del siepista kenyano Paul Kipsiele Koech, che dopo l'8:00.57 di Heusden ha ritrovato il posto in squadra, e soprattutto di Andrey Silnov, il cui 2.38 di Londra ha causato il dietro-front dei selezionatori russi, che inizialmente l'avevano escluso in favore di Tereshin, pur inserendolo in squadra come riserva.
L'ultima parola sul terzo uomo da affiancare a Rybakov e Silnov (Tereshin o Voronin?) spetterà ai responsabili che potrebbero sciogliere le riserve dopo un test da eseguire a Irkutsk, sede del camp olimpico russo, nel fine settimana. Intanto, a Montecarlo, Tereshin ha messo i puntini sulle "i" superando quota 2.31.
Fuori-Giochi
Si allunga l'elenco dei grandi assenti all'Olimpiade di Pechino: negli ultimi giorni si sono definitivamente arresi il primatista mondiale delle siepi e due volte campione del mondo Saif Saaeed Shaheen, che paga il grave infortunio della scorsa stagione che ne ha impedito il rientro ai vertici, e Franka Dietzsch, che ha dichiarato forfait nel disco pur essendo stata selezionata.
Fuori anche Jana Pittman-Rawlinson, in una specialità quale quella dei 400 ostacoli femminili che pagherà anche le assenze di Lashinda Demus (eliminata ai trials e ancora si mangia le mani), della primatista mondiale Pechonkina-Nosova e della accreditata cinese Huang Xiaoxiao. Di alcuni giorni fa la notizia della rinuncia del campione del mondo dei 50 km di marcia Deakes.
Sfortunatissima Merlene Ottey, che dopo aver fallito il minimo a Maribor ci ha riprovato in Austria, ma dopo aver corso in 11.69 in batteria ha visto cancellata la possibilità di correre le finale per un violentissimo temporale. La settima Olimpiade è rimasta un sogno.
Etiopi coi nervi a fior di pelle
Dopo l'accesa discussione tra le maratonete Dire Tune e Bezunesh Bekele (poi esclusa dal terzetto titolare della maratona), venute alle mani dieci giorni fa, un secondo episodio ha scosso l'ambiente della nazionale etiope, che sta preparando i Giochi ad Addis Abeba. Stavolta la discussione degenerata in confronto fisico ha riguardato Tessema Abshiro e Deriba Merga, che ha avuto la peggio per via di un pugno. I presenti, tra cui atleti, dirigenti e personale della sicurezza dell'hotel in cui è avvenuto l'incidente, sono stati costretti a far intervenire la polizia locale per sedare gli animi.
Teams olimpici: Francia
La squadra (52 nomi) si è delineata all'indomani dei campionati nazionali, conclusi sabato ad Albi. C'è la Arron sui 100, che non ha lottato per il titolo ma ha svolto un test in batteria correndo in 11.21, c'è un Doucouré in chiaro progresso (13.33 in semifinale e 13.28 ventoso in finale), c'è il centista Mbandjock, neo-campione nazionale con 10.06. In costante crescita Djhone, 45.13 ad Albi e 44.95 pochi minuti fa a Montecarlo. Gli altri pezzi da novanta sono il marciatore Diniz (nonostante un 2008 disgraziato per alcuni infortuni), Mehdi Baala, il siepista Tahri. Occhio al maratoneta Munyutu, ex-kenyano, alla giovane star degli 800 Guégan ed alle martelliste Montebrun e Falzon.
Spagna
Il fortissimo Fernandez è il favorito sulla 20 km di marcia di Pechino, anche sull'onda del World Best sui 10000 metri ottenuto nei campionati nazionali di Tenerife dello scorso fine settimana (37:53.09). Tutta la squadra spagnola, però, fa paura. Lo sport spagnolo sta vivendo un momento magico: i successi, individuali e di squadra, non si contano più.
A coltivare speranze di podio, per l'atletica, ci sono anche Marta Dominguez, rivitalizzata dai 3000 siepi, il discobolo Pestano (favoloso primato di 69.50 domenica scorsa) e la novità del mezzofondo Dolores Checa (pronta a sfruttare una qualsiasi indecisione africana sui cinquemila). In squadra con qualche velleità anche il neo-spagnolo Bezabeh sui 5000 (era etiope), la Onyia (in leggero calo rispetto a un mese fa), i mezzofondisti (specialmente dei 1500) e tutto il plotone dei marciatori, donne comprese.
Bulgaria
Il recentissimo ritiro della ex-campionessa olimpica del triplo Marinova fa più notizia dei nomi che la Bulgaria porterà a Pechino. C'è Ivet Lalova (sui 200), c'è il giovane fenomeno Naimova sui 100 (decisamente nascosta in questa stagione), c'è anche la Yordanova sui 1500, una che potrebbe dire la sua.
Polonia
Una nazione capace di portare tutte e quattro le staffette alle Olimpiadi è una nazione, atleticamente parlando, in ottima salute. L'orizzonte podio è visibile per l'ostacolista Anna Jesien, per l'astista Pyrek (ma c'è anche la Rogowska), per la martellista Skolimowska, già campionessa olimpica (da junior!) nel 2000. Chances di finale anche per Wioletta Frankiewicz-Janowska e per le giavellottiste. Attenzione alle eptatlete Tyminska (collaudata) e Chudzik (la novità). In campo maschile, a dispetto di un recente infortunio, stanno risalendo le quotazioni del quattrocentista ad ostacoli Plawgo, mentre è in grande spolvero il discobolo Malachowski, che solo tre giorni fa ha portato il primato polacco a 68.65.
Slovacchia e Croazia
Diciotto atleti slovacchi capeggiati dal martellista Charfreitag e dalla specialista degli 800 metri Klocova. Gandi miglioramenti per la martellista Hrasnova, che da signorina (Danisova) scontò una sospensione di due anni alcune stagioni orsono. Per la Croazia la numero uno è Blanka Vlasic, ma ad ambire a qualcosa di concreto c'è anche la Brkljacic nel martello.
Ucraina
I nomi di maggior rilievo sono quelli della Blonska (sia lungo che eptathlon), dell'ex-campione del mondo dell'alto Krymarenko, degli astisti e delle mezzofondiste Petlyuk, Krevsun e Lishchinskaya. Nei concorsi occhio alla Palamar nell'alto ed alla Saladuha nel triplo.
Bielorussia
Lanci nel mirino: Se nel disco femminile la generazione vincente è tuttora quella delle quarantenni (Yatchenko e Zvereva), nel martello si presentano con misure mondiali Miankova, Pchelnik e Smalyachkova. Nel peso c'è il rischio del dominio (Vili e Kleinert permettendo) con Ostapchuk, Khoroneko e Korolchik (ora sposate e signore Mikhnevich e Pravalinskaya). I martellisti Tsikhan, Devyatovskiy e Sviatokha sono stabilmente sopra gli 80 metri e ambiscono tutti alla zona medaglia se non all’oro. Da non dimenticare il pesista Mikhnevich (22.00 domenica a Minsk), il decatleta Krauchanka (tra i favoriti), la marciatrice Turava e la campionessa olimpica dei 100 Nesterenko.
Cipro e Turchia
L'ostacolista Alozidis è ancora in sospeso per via del recente cambio di nazionalità (ex-Grecia, finalista europeo due stagioni fa), ma la carta sicura dei ciprioti è ancora il saltatore Ioannou, medagliato ad Osaka. Turchia: occhio alle sorprese. Il martellista Apak non lo è più (bronzo ad Atene), ma non vanno dimenticate Elvan Abeylegesse (iscritta a 5000 e 10000 metri), l'ostacolista Yanit e Karin Melis Mey, sudafricana di nascita e neo-turca, che gareggerà nel salto in lungo.
Svezia
Niente Olsson, bandiera bianca alzata ed arrivederci al 2009. La Kallur è ai box in ripresa e sarà al via sui 100 ostacoli. La Klueft ha rinunciato ad un oro quasi certo nell'eptathlon per dedicarsi al solo salto in lungo. Pochi ma buonissimi: Holm e Thornblad saranno in pedana nell'alto (Holm ha perso però l'altro ieri a Karlstad da Rybakov, 2.27 contro 2.33), il siepista nero Mohamed è affrancato come miglior europeo della stagione, wissman sui 400 e la Green nell'alto sperano nella finale. Non far rimpiangere la Bergqvist sarà impresa titanica.
Norvegia
Una Svezia in miniatura. Pochissimi selezionati, fior di speranze, ad iniziare dal campione olimpico in carica Thorkildsen (giavellotto), dai marciatori Erik Tysse e Kjersti Tysse-Plaetzer, dall'altro marciatore baffuto e tatuato Nymark, fino al velocista ex-Gambia Jaysuma Saidy Ndure.
Ungheria
Ritroveremo Robert Fazekas, uno dei due ungheresi squalificati ad Atene per il tragicomico e ben conosciuto trucco in sede di controllo antidoping. Dieci giorni fa a Lubiana ha lanciato a 64.56 ed è stato incluso nel teeam magiaro, che conta venti elementi. Il più accreditato è il martellista Pars. Non ci sarà la saltatrice in alto Dora Gyorffy, che ha annunciato il ritiro dall'attività. Tra gli altri nomi il decatleta Zsivoczky e gli altri discoboli Kovago e Mate.
Grecia
Se l'Ungheria porta Fazekas, la Grecia include in squadra la Thanou. La discussa velocista, protagonista dello scandalo pre-Atene assieme a Konstadinos Kederis, sarà ai Giochi. A Pechino anche le campionesse olimpiche Halkia e Tsoumeleka, la fortissima triplista Devetzi, il lunghista Tsatoumas e l'ostacolista Iakovakis.
Irlanda
Finale olimpica nel mirino per Cragg (ancora indeciso tra 1500, 5000 e 1000 metri), per la martellista O'Keefe e per il velocista Hession, regolare sotto i 20.40 da diverse settimane. Spera di ben figurare anche il marciatore Heffernan, selezionato per la venti chilometri.
Canada
I nomi su cui puntare sono sempre i soliti. Tyler Christopher sui 400 metri, il collaudatissimo Reed sugli 800, il pesista Armstrong. Peccato per la Felicien, ostacolista ex-iridata rinunciataria per infortunio. Altri nomi da seguire: Steacy nel martello, il decatleta di chiare origini italiane Massimo Bertocchi, la muscolatissima Lopes-Schliep sui 100 ostacoli.
Brasile
La spedizione olimpica più numerosa di sempre per l'atletica brasiliana, ben 45 elementi (tre più che ad Atlanta), con i salti in fibrillazione da podio. Jadel Gregorio nel triplo (quest'anno meno brillante) e la Maggi nel lungo sono tra i big, ma nutre speranze nell'asta femminile anche Fabiana Murer. Nella maratona c'è Marilson dos Santos, già re di New York.
Cuba
Con Robles speranza più grande per l'oro, la selezione cubana, forte di 47 elementi, ha al suo arco tanta qualità nei nomi della Savigne (triplo e lungo), la Moreno (martello), la Menendez (in forte ripresa, giavellotto), la Barrios (disco, 66 metri pochi giorni fa), l'ottocentista Lopez ed i triplisti Copello e Fuentes (uno tra Giralt e tosca verrà escluso). Da non dimenticare Camejo (lungo), il decatleta Suarez,la Calatayud sugli 800, la Terrero suo 400 e le pesiste. Nell'elenco non c'è Moya (salto in alto), infortunato.
Cina
Ecco i padroni di casa, che giungono all'appuntamento con una squadra di dimensioni (numeriche) colossali (ben 77 elementi) e con qualche chances di medaglia: i principali candidati al podio sono Liu Xiang (campione olimpico in carica dei 110 metri ostacoli), la maratoneta Zhou Chunxiu e la martellista Zhang Wenxiu, pur non nella sua migliore stagione. Outsiders: Shi Dongpeng sui 110, i marciatori (quasi tutti), le mezzofondiste dei 10000 metri (soprattutto Zhang Yingying), e le pesiste.
Marco Buccellato
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