Internazionale, calendario con grandi meeting
Nell'immediato dopo-Pechino si è disputato il meeting più di richiamo del pianeta (Zurigo), oltre ad una uggiosa edizione della riunione di Gateshead e a una fitta attività in Germania. Questo ed altro nella rassegna internazionale della settimana, aspettando Losanna (oggi), Bruxelles e la conclusione del World Athletics Tour.
Classe mondiale
Serata zurighese, venerdì scorso, di attese conferme e soprattutto di rivincite, considerati i non pochi esiti sorprendenti delle finali olimpiche. Le conferme al “Weltklasse” sono arrivate in primis da Pamela Jelimo, approdata al quinto mondiale junior della stagione, un 1:54.01 che colloca la giovane kenyana alle spalle della primatista mondiale Kratochvilova e della ex-primatista Olizarenko nelle graduatorie di sempre degli 800 femminili. La Mutola ha chiuso la carriera in bellezza, in 1:58.71, preceduta dalla Jamal (un'altra vittima del "blackout cinese" che ha colpito un buon numero di favoriti per l'oro olimpico) e dalla solita Jepkosgei.
Il dominio espresso a Pechino è stato ribadito anche sulla pedana del giavellotto maschile da Thorkildsen: il norvegese (90.29) ha lasciato agli albi una delle migliori serie della carriera con tre lanci sopra gli 88 metri. Vittoria anche per Dayron Robles (12.97), ma quanta tensione per rintuzzare il potente ritorno dello statunitense Oliver, arrembante in un finale che l'ha portato ad un solo centesimo dal cubano.
Le rivincite
Jeremy Wariner ha dimenticato l'eclissi patìta nel rettilineo olimpico, quando ha sorprendentemente ceduto lasciando tra sé e Merritt un abissale secondo. A Zurigo l'ex-campione olimpico ha ritrovato lo smalto chiudendo in 43.82, e riportando in parità il conto stagionale con l'amico-avversario: tre a tre. Rivincita anche per Blanka Vlasic: lei è rimasta sui suoi abituali livelli (2.01) mentre la Hellebaut, smaltita la sbornia della giornata della vita gustata a Pechino, si è arenata dopo aver superato una misura modesta (1.90).
Ultima nota per Lolo Jones, una delle sorprese più clamorose dei Giochi: perso l'oro per un piede in fallo sull'ultimo ostacolo dei suoi "100", è tornata a districarsi correttamente tra le barriere della pista svizzera. La Harper, un oro olimpico con tutti i colori della carta del jolly, è rientrata nei ranghi, solo sesta. Successo senza discussioni, ma con l'amaro sapore del rimpianto, per il siepista Koech (8:04.26), escluso dai Giochi per il noto capitombolo di cui si era reso protagonista ai Trials nazionali. Ha sorpreso ancora il francese di origine maghrebina Mekhissi, sceso a 8:08.95.
Bolt-Powell: punti di vista
Precisazione: il 9.83 ottenuto dal giamaicano al Letzigrund sarebbe stato alla fine della scorsa stagione una delle dieci migliori prestazioni di sempre. Considerazioni: la serata di Zurigo, climaticamente parlando, non era certo il massimo per l'esplosività dei velocisti. Il vento, mezzo metro in senso contrario, non gli ha dato una mano. Era anche la prima uscita dopo la sbornia olimpica, non proprio una passerella ma la tensione delle medaglie è tutta un'altra storia. Mettiamoci anche il raffreddore che ha in qualche modo intorpidito la forma, e la partenza sonnacchiosa: un 9.83 uscito da questo cocktail di combinazioni tutt'altro che favorevoli è cosa immensa.
I risultati cronometrici vanno sempre letti alla luce di variabili, a volte propizie, più spesso contrarie. Solo 14 centesimi dal primato del mondo, in quelle condizioni, sono un miracolo, e una piena conferma (ce ne era bisogno?) dell’incredibile talento di Bolt. Lo stesso discorso vale per l'esibizione di Asafa Powell a Gateshead, domenica. Bellissima la corsa (dopo il solito testa-bassa fino alla fine dell'accelerazione) e 9.87 alla faccia della pioggia e del freddo. Mai visto correre così veloce in condizioni tanto poco generose, a parte un 9.85 dello stesso Powell in simili condizioni. Quasi un primato del mondo in piscina.
Gateshead
Freddo e pioggia, come visto, ma alcuni ottimi risultati aldilà della volata di Powell: Bekele ha vinto i 3000 in 7:31.94. Tyson Gay è tornato ai 200, dove mancava dai quarti di finale dei Trials in Eugene, dove si infortunò, vincendo in 20.26. Ottima la prestazione, in proporzione, dell'eptatleta Sotherton sui 400 vinti dalla Ohuruogu in 51.27. Addirittura 5.19, largamente primato personale.
Italia in pedana: Zahra Bani è tornata in pedana dopo la sfortunata qualificazione di Pechino, lanciando a 57.54 (quarta, vittoria alla Sayers). Fabrizio Donato ha conquistato agli ultimi assalti il terzo posto nel triplo con 16.47, dopo un inizio negativo e una serie di nulli (primo gregorio con 17.13). Negativa la gara dei gemelli Ciotti, fermi a 2.11 nell'alto.
Germania
L'attività è ripresa due giorni dopo la conclusione dei Giochi Olimpici, e via via si è fatta più incessante, soprattutto nel settore lanci. A Sondershausen Nadine Kleinert ha lanciato il peso a 19.48 e Steffi Nerius il giavellotto a 63.22. Non male anche gli uomini: per l'argento mondiale Harting un lancio di 64.60, per il pesista Sack 20.45.
A Bottrop ancora "lungo" Harting (65.40), e prima apparizione post-olimpica dello sloveno Kozmus (77.50) e della cubana Moreno (74.36). Vivace lo sprint grazie ai ghanesi: Zakari ha vinto i 100 in 10.15, Amoo i 200 in 20.54 ventoso. Non c'è due senza tre: la regola vale per Harting, che domenica a Bad Kostritz ha concluso il tour de force con un'altra traiettoria di alto livello (65.87). In evidenza anche Szymon Ziolkowski (78.68 nel martello), il solito Sack (20.34), e, nelle gare del sabato, la Kleinert con 19.36.
Clamoroso giavellotto
Domenica a Elstal (Berlino) Christina Obergföll e Steffi Nerius hanno dato vita ad una gara dai contenuti tecnici sensazionali. L'ex-primatista d'Europa, scalzata dalla vetta continentale a Pechino prima dalla russa Abakumova e poi dalla ceka Spotakova, ha ottenuto un eccezionale 69.81, superando una stratosferica Nerius, capace a 36 anni di migliorare di quasi due metri il primato personale fino a 68.34.
Per la Nerius anche la migliore prestazione mondiale over35, mentre un'altra atleta "stagionata", Patricia Girard, ha abbassato di un centesimo il suo mondiale master dei 100 ostacoli (M40) in Svizzera, portandolo a 13.22. Nella manifestazione tedesca (la DKB Cup, con ricco montepremi), ancora in evidenza la Kleinert nel peso (19.50), alla terza prestazione over-19 in cinque giorni. Ancora dai lanci, e che lanci: mentre Alekna si esibiva con successo a Padova, il campione olimpico Kanter tornava in pedana a Tallinn con 69.91.
Strada
La Hokkaido Marathon di Sapporo è stata vinta da specialisti locali: affermazione maschile per il 27enne Takamizawa in 2:12:10, femminile per la ventenne Sahaku in 2:31:50.
Fine della storia
Tre squalifiche a vita sono state commutate negli ultimi giorni: una riguarda l'ostacolista austriaco Lichtenegger, già ritiratosi dall'attività, un'altra il pesista slovacco Konopka, l'ultima l'eptatleta ucraina Blonska, cancellata dal podio olimpico in seguito a controllo antidoping positivo. Già sospesa in passato, è stata bandita dalla sua federazione. Altra squalifica, fino a luglio del 2010, per la pesista bielorussa Leantsyuk, colta in fallo in Coppa Europa.
Ritiri e traslochi
Stefan Holm ha confermato l'addio all'attività al termine della corrente stagione (sarà in pedana a Dubnica domenica e poi a Stoccarda per il World Athletics Final); dopo un lungo silenzio è giunto l'annuncio ufficiale della fine della carriera di Tonique Wiliams-Darling, olimpionica dei 400 metri ad Atene, già assente dalle piste da molto tempo. Samuel Wanjiru, campione olimpico di maratona, lascia il Giappone per ad allenarsi nel natìo Kenya. I gemelli belgi Borlée (semifinalisti dei 400 a Pechino) invece emigrano negli States.
Ci si vede nel 2009
Fine anticipata di stagione per diversi atleti di primo piano, a causa di infortuni: è il caso degli statunitensi David Payne (argento olimpico dei 110 ostacoli) e della velocista Muna Lee, ma anche dei francesi Djhone (400 metri) e di Elodie Guégan, stella transalpina degli 800. Niente gare anche per il campione olimpico dell'asta Hooker, già rientrato in Australia.
Losanna-Bruxelles
Il cast svizzero comprende ben 36 atleti saliti sul podio olimpico. La superstar è naturalmente Usain Bolt, che torna ai 200 metri dopo l'oro olimpico. Mancherà Borzakovskiy per un leggero infortunio, ma gli 800 recuperano uno dei grandi assenti dei Giochi, il kenyano Rudisha. In pista e in pedana il meglio del mondo. Replica altrettanto prestigiosa, se non superiore, venerdì a Bruxelles, dove si concluderà la Golden League col Memorial Van Damme.
Dubnica
Il meeting slovacco è in programma domenica: ci saranno Dayron Robles e gli altri campioni olimpici Kozmus, Majewski e Dawn Harper, oltre all'ex-olimpionico Holm.
Marco Buccellato
Condividi con | Tweet |
|
Seguici su: |