STN, gettate le basi per il 2009
Due giorni di lavoro e di riflessione. Guardandosi negli occhi. Per capire, o perlomeno, cercare di farlo. Si è chiusa ieri pomeriggio a Roma la due giorni di riunioni della Struttura Tecnica Nazionale: trentasei ore di confronto per provare a chiudere il conto del 2008, ed impostare la strada verso un 2009 fitto di appuntamenti. Venerdì, alla presenza del presidente federale Franco Arese, la fase di valutazione della stagione che sta per concludersi, con gli esiti dell'Olimpiade di Pechino a dominare la discussione. Un dibattito a tratti acceso, che ha vissuto anche una significativa parte politica in apertura, quando il consigliere federale Mauro Nasciuti, dando seguito a quanto già fatto nella riunione di Giunta federale della scorsa settimana dal vice presidente vicario Alberto Morini, ha restituito al presidente Arese la delega sul settore tecnico attribuitagli all'inizio del quadriennio. Un atto non solo formale, che va apprezzato per il senso di responsabilità istituzionale che l'ha generato, e che allo stesso tempo estende, per certi versi, l'ambito di manovra sull'area tecnica del presidente, ora più che mai impegnato nell'operazione di riassetto annunciata alla Giunta.
Pechino. Un'Olimpiade scintillante per le imprese di Alex Schwazer ed Elisa Rigaudo, ma complessivamente, e da quasi ogni punto di vista (con la statistica a fare da giudice inappellabile), da considerarsi al di sotto delle aspettative. Nelle parole dalla maggior parte dei tecnici (con le classiche eccezioni) il riconoscimento della propria parte di responsabilità, unito ad una serie di valutazioni specifiche su errori o mancanze individuali o di gruppo. Un confronto più nudo che crudo: sul tavolo, tutti i problemi, dalla discontinua frequentazione dei raduni, all'influenza negativa di tecnici personali animati quasi esclusivamente da desiderio di rivalsa; dalla prosopopea di campioni superstar solo nel cortile di casa, alla scarsa personalità di atleti psicologicamente inadeguati rispetto al carico emozionale di una manifestazione come l'Olimpiade.
E poi, uscendo dall'argomento Pechino, una serie di considerazioni molto interessanti, soprattutto per la parte che riguarda il cosiddetto contesto. Ecco allora emergere, segnalato da Mimmo Di Molfetta ma condiviso praticamente da tutti, il problema del ricambio nei tecnici, oggi sempre meno giovani e sempre meno dotati di una cultura specifica di base. E la conseguente denuncia della inadeguatezza di un modello che non esiste più, malgrado lo si continui a perseguire: quello del tecnico-insegnante di educazione fisica, il brav'uomo (o la brava donna) che sceglie di allenare per diletto nel tempo libero pomeridiano. Una formula forse buona quarant'anni fa, ma assolutamente fuori dal tempo oggi, in un mondo che offre ai più bravi, ai più meritevoli, ben altre occasioni professionali; e in una Scuola, quella italiana, che ha ruoli blindati ormai da decenni, impedendo l'immissione di esperienze (e motivazioni) nuove, sensibilità diverse. O ancora, altro spunto interessante: la generale inadeguatezza dei programmi di allenamento dei migliori giovani, i cosiddetti "talenti", che arrivano alle soglie dell'atletica vera (quella dei confronti internazionali, delle sfide al calor bianco in terra straniera) con stimoli e sollecitazioni da "poppanti" sportivi, somministrati da allenatori che si chiudono a riccio, sfuggendo al confronto e negandosi così ogni possibilità di crescita. Problemi serissimi, che sono probabilmente il nocciolo duro della questione atletica, ma che spesso sono soppiantati, nella generale attenzione, da una quotidianità fatta di campionati e classifiche nazionali, formule e regolamenti, recinti verbali che sempre più appaiono vuoti ed anacronistici.
Ieri, sabato, giornata dedicata alla programmazione. Il Settore tecnico nazionale ha gettato le basi per l'inverno, stabilendo la formula che verrà proposta al Consiglio federale del 10 ottobre per la definitiva approvazione. Ai Campionati Europei di cross del 14 dicembre (Bruxelles) andranno gli atleti che sapranno mettersi in luce nel corso delle tre prove di selezione nazionale, ma comunque con ampi margini di manovra per il Settore Tecnico. L'appuntamento di Torino (Campionati Europei indoor, 6-8 marzo) vedrà la partecipazione di una squadra formata sulla griglia di minimi dell'edizione di due anni fa (quelle delle sei medaglie di Birmingham). La proposta del STN è comunque di riservare una ulteriore possibilità di scelta ai selezionatori, al fine di consentire la convocazione di giovani che non fossero riusciti a conseguire gli standard di ammissione. In ogni caso, quello che nascerà sarà un gruppo di qualità, composto sugli esiti agonistici di una stagione invernale che offrirà agli azzurri la possibilità di disputare il campionato nazionale sulla pista e sulle pedane dell'Europeo (Torino, 21-22 febbraio). Il DT Nicola Silvaggi ha sottolineato che ad atleti e tecnici verrà data indicazione di affrontare la stagione indoor con uno spirito diverso rispetto al 2008, quando, in vista dell'appuntamento olimpico, fu lasciato la possibilità di non finalizzare la preparazione. La STN si riunirà nuovamente a Rieti, il 4 e 5 ottobre, in occasione della rassegna nazionale Allievi.
m.s.
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