Eurocross: ancora Lebid, brilla la Romagnolo



Sergey Lebid per l'ottava volta. A trentatré anni, l'Highlander ucraino (unico sempre presente da Alnwick 1994) sembra davvero arrivato alle soglie dell'invincibilità. Non c'è niente da fare. In tanti, in passato, hanno dovuto inchinarsi al suo passaggio nella corsa verso il titolo continentale di cross: portoghesi (Guerra in testa), spagnoli (l'ultimo, il piccolo De la Ossa), fino al britannico Mo Farah, il campione europeo dei 5000 metri. Che oggi a Bruxelles, per un po' ha pregustato il successo, quando - a due giri dalla fine - era addirittura riuscito a prendere il largo. Ma poi, la sagoma lunga (e gialloblù vestita) di Lebid è riapparsa a dare alla vicenda il solito finale. Con le braccia alazate, in una incredibile sequenza di vittorie. Terzo posto per lo svedese Mohamed Mustafa, mentre l'oro a squadre è andato alla Spagna, davanti a Francia e Gran Bretagna. Per l'Italia, lampi in gara ed un quarto posto che premia (non fino al podio, purtroppo) la buona prova degli azzurri. Il migliore è Daniele Meucci, dodicesimo e autore di una grande rimonta, ma in evidente disagio sul fango: "In salita purtroppo non andavo - le sue parole - tanto che spesso andavo a cercarmi tratti di percorso meno battuti per evitare di scivolare. Mi sarei aspettato qualcosa di meglio, ma evidentemente queste non sono le condizioni migliori per me". Dietro Meucci, un ottimo Stefano La Rosa, sedicesimo, e i veterani Gabriele De Nard e Gianmarco Buttazzo (venticinquesimo e ventiseiesimo) a completare il quadro di classifica (pochi passi più indietro, Stefano Scaini, 28esimo; Giovanni Gualdi, ha chiuso 61esimo).

L'Olanda sta diventando un paese dominatore del cross. Al femminile. Dopo aver riscoperto la vena di Lornah Kiplagat, dai paesi bassi ecco spuntare la cugina Hilda Kibet, keniana di nasciata (ovviamente come la Kiplagat) e olandese dal 2007; quinta al mondiale di specialità di quest'anno, la Kibet si è presa oggi il titolo continentale, lasciando briciole di soddisfazione alle portoghesi Augusto e Monteiro, finite nell'ordine ad occupare le altre piazze del podio (e a prendersi anche il titolo a squadre; dietro, Gran Bretagna e Francia). Eccellente la prova di Elena Romagnolo, decima allo striscione d'arrivo, a sfiorare il miglior piazzamento di sempre di un'italiana (il nono posto di Patrizia Tisi a Edimburgo 2003). A voler proprio essere pignoli, resta però un pizzico di rammarico per la gestione di gara della piemontese, straordinaria nella fase finale ma forse un filo troppo accorta in quella d'avvio (29esima dopo 2 chilometri, 18esima a metà, decima al traguardo); alla Romagnolo - che viste le premesse, appare lanciata verso una notevole stagione estiva 2009 - resta la soddisfazione di aver superato allo sprint la primatista del mondo delle siepi, la russa Samitova, finita dodicesima.L'Italia è sesta, un piazzamento onorevole in linea con lo standard delle ultime due edizioni (identico piazzamento nel 2007 e nel 2006). Silvia Weissteiner è 27esima, Federica Dal Ri 38esima, Emma Quaglia 44esima, Ilaria di Santo 50esima.

Nella gara Under 23 donne, la vittoria è andata all'altra olandese (questa di scuola americana - studia e si allena a Florida State) Susan Kujiken, impostasi per distacco sulla britannica Tunstall e sulla russa Zarudneva. Podio a squadre con Gran Bretagna, Russia e Germania. In casa azzurra si è rivista una discreta Valentina Costanza, trentaduesima al traguardo su una distanza - sei chilometri - che non le si addice granché. Due piazze più indietro, in crescita, Giorgia Vasari, autrice di una buona gara di rimonta (quarantesimo posto per Martina Rocco, 46esimo per Elisa Stefani; Italia ottava). In mattinata, poche luci per gli azzurri dalle prove della categoria Junior. In campo femminile, a festeggiare con Steph Twell (tripletta di successi individuali) addirittura tutte e cinque le compagne britanniche, capaci di un en-plein che non ha eguali nella storia della manifestazione: dalla prima alla sesta, tutte atlete con la stessa maglia. Sul podio con loro, le formazioni di Ucraina (argento) e Russia (bronzo). Le azzurre non erano in numero sufficiente per concorrere nella classifica di squadra: restano dunque per l'archivio il trentacinquesimo posto di Lucia Colì, il trentasettesimo di Veronica Inglese e il 69esimo della giovanissima Jessica Pulina. Tra i ragazzi, si coltivavano alla vigilia delle speranze per Ahmed El Mazoury: il lecchese però, dopo una partenza forse troppo audace (sesto nel passaggio al primo giro) ha dovuto arrendersi con il passare dei chilometri, finendo alla fine ventinovesimo (e comunque migliore degli italiani: Passeri 47esimo, Cominotto 49esimo, Ragusa 54esimo, Fortino - caduto - 80esimo). Titolo al francese Carvalho, davanti al norvegese Moen e all'altro francese Chahdi (Francia, Norvegia e Gran Bretagna, in quest'ordine, tra le squadre; Italia decima). Nel medagliere, dominio assoluto della Gran Bretagna, con ben dodici podi (praticamente tutti gli atleti hanno portato a casa un piazzamento nei primi tre, individuale o a squadra); l'Italia è quinta, con le due medaglie centrate da Lalli e dalla squadra Under 23. Niente male.

Marco Sicari

Nella foto in alto, Sergey Lebid; in basso, Elena Romagnolo (Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL)

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