Internazionale, Etiopia-Export



Le maratone e l’attività indoor sono in primo piano nell’odierno panorama internazionale della settimana. Sotto i riflettori Dubai e Houston, le corse più importanti del week-end, ed una Germania foriera di buoni risultati al coperto. 

 

Alla corte di Gebre

La corsa di Dubai, che doveva rappresentare il nuovo tentativo di primato del mondo nella maratona da parte del detentore Haile Gebrselassie, si è trasformata in un festival etiope, con dieci specialisti tra i primi dodici classificati sia in campo maschile che femminile. Come riportato nel resoconto tecnico ufficiale dall'amico Heinrich Hubbeling, ben nove maratonete si sono espresse al di sotto delle due ore e trenta minuti, mentre in campo maschile solo i primi tre sono stati capaci di chiudere in meno di due ore e dieci minuti. Tra questi il vincitore, Gebre, tradito da nubi nere e gonfie di pioggia che ne hanno vanificato le giustificate velleità di primato. 

Gebrselassie è giunto al traguardo, nonostante il temporale, in 2:05:29, ottava prestazione assoluta della storia, ad un minuto e mezzo dal record da lui stabilito a Berlino lo scorso anno, cedendo a causa delle condizioni ambientali il vantaggio accumulato sulla tabella di marcia fin oltre il trentesimo chilometro. Un peccato, perché l’etiope era transitato a metà del percorso in 1:01:45, in linea con quanto stabilito, e venti secondi più rapido del passaggio di Berlino.  Sul podio di Dubai, la maratona degli Emirati Arabi giunta alla decima edizione, a comporre un terzetto tutto etiope hanno pensato Deressa Edae Chimsa (2:07.54, settimo la scorsa stagione), ed il più conosciuto Eshetu Wendimu, terzo in 2:08:41.

Nella corsa femminile ha trovato spazio sul podio una kenyana di oltre trent'anni, Helena Loshanyang Kiprop in 2:25:35, che si era ben comportata nella maratona di Berlino (terza in 2:25:01), mentre per i primi due posti l'esito è stato parzialmente conforme a quanto previsto alla vigilia, con Bezunesh Bekele prima all'arrivo in 2:24:02 davanti alla sorpresa Atsede Habtamu, seconda in 2:25:17.  L'unica specialista europea di vaglia, la russa Petrova (quarta a Pechino nelle siepi ma viceiridata in carica due stagioni orsono), si è classificata quarta in 2:25:53, un buonissimo risultato considerato che non disputava una maratona da quattro anni. Da segnalare gli ottimi debutti della Getaneh, quinta in 2:26:37, e della Kuma, sesta in 2:26:51. Settima Berhane Adere in 2:27:47. 

A Houston successo di Merga 

Deriba Merga è uno degli atleti più sfortunati del 2008. E' stato l'ultimo a cedere di fronte alla prova superlativa di Samuel Wanjiru nella maratona olimpica di Pechino, per poi perdere anche la pssibile medaglia di bronzo dopo l'ingresso nello stadio, per giunta a causa della rimonta di un connazionale. A Houston si è presentato con propositi bellicosi (correre in 2:05), ma ha chiuso in un pur eccellente 2:07:52, ampiamente il record della corsa, rimasto insuperato da vent'anni fino a 48 ore fa. La maratona femminile è stata vinta da una altra etiope, la graziosa Teyiba Erkesso, in 2:24:18, secondo crono della stagione.  

Merga correrà la mezza maratona di Ras-al-Khaimah del 20 febbraio, cercando di superare il 58:33 di Samuel Wanjiru, primato del mondo stabilito due anni fa. Il campione olimpico Wanjiru, dal canto suo, ha fin d'ora annunciato che cercherà di migliorare il record del mondo della maratona a Berlino in settembre. Di contorno alla maratona di Houston, si è corsa anche una mezza, con successi di Meb Kelflezighi in 1:01:25 (secondo Ritzenhein in 1:01:35, cercherà gloria a Londra in aprile) e di Magdalena Lewy Boulet in 1:11:47. 

Altre maratone 

Domenica si è corsa la maratona di Mumbai, la ex Bombay, dove si sono imposti Kenneth Mburu Mungara in 2:11:51 e Leila Kebebush in 2:34:08. Il primo è kenyota, la seconda è etiope. In una delle maratone statunitensi corse a tempo di Rock'n'Roll, quella di Phoenix, arrivo appaiato per Moses Kigen e Tekeste Kebede (anche in questo caso un kenyota e un etiope) in 2:10:36, e successo targato Ucraina per Olena Shurhno in 2:31:22, prima davanti a tre africane. 

Indoor: Europa 

Il fine settimana è iniziato giovedì a Ostrava, dove Andrey Tereshin ha superato i 2.31 nel salto in alto. Dallo sterminato  serbatoio russo è decollato Sergey Mudrov, 18 anni, argento mondiale under 18 due anni fa, che a Yaroslavl è salito a 2.25. Primo meeting internazionale della stagione in Lussemburgo: miglior risultato il 7.60 dell'ostacolista ceko Svoboda nelle serie dei 60 ostacoli. A Manchester ottimo Stephen Lewis, che dopo il discreto esordio di Mosca ha stabilito il personale nell'asta con 5.75. All'ombra del numero uno britannico dell'asta continua a crescere il giovane Cutts, che dopo il 5.50 di fine anno è salito a 5.62 due giorni fa a Sheffield. 

Friedrich, due metri all’esordio 

La perla del weekend è di Ariane Friedrich, prima donna del 2009 a superare i due metri nel salto in alto, ad Hanau, arrivando alla quota senza alcun errore. Ancora dalla Germania primati personali indoor per le astiste Battke e Spiegelburg: la prima ha superato 4.60 a Ludwigshafen, la seconda (stessa misura) a Leverkusen, dove l'omologo specialista maschile Scherbarth è salito a 5.70.  Per la velocità, 6.66 dello scozzese Smith, 6.65 di Moseley (ex-Barbados, ora Austriaco), solo 6.68 del bianco Craig Pickering e 21.19 sui 200 del francesino Lemaitre, campione mondiale junior. Giovanissima, velocissima: è Jodie Williams, che in settembre ha compiuto quindici anni. Sabato ha corso i 60 metri in 7.38. 

Il nipote dello zar 

Sorpresa ai campionati regionali di Donetsk, dove Oleksiy Bubka, figlio di Vasiliy e nipote di Sergey, con 5.50 ha battuto il più accredidato connazionale Mazuryk (540). Dall'Ucraina anche la doppietta nello sprint di Ihor Bodrov, con 6.66 e 20.93.  

USA 

Molti meetings, poche luci: a Houston il ritorno al salto in alto di Destinee Hooker, provetta pallavolista, che ha superato quota 1.91, e la velocità di Bolden (6.63) e Kimmons (6.64). Il più rapido del weekend è stato il velocista Stevens, 10.12 ai Trials olimpici 2008, che in Michigan ha corso i 60 in 6.59. A Blacksburg il lunghista dello Zimbabwe Makusha, sorprendente quarto alle Olimpiadi e ai piedi del podio per un solo centimetro, ha stabilito il record nazionale dei 60 metri correndo in 6.68. Nella stessa sede primo over-14 del triplo femminile grazie alla ventenne giamaicana Williams (14.03).  

A Lincoln doppio sprint vincente per Ivory Williams (6.63 e 20.81) e 2.25 del saltatore Jonas, lo scorso anno salito a 2.36. I giganti del peso torneranno in pedana ai Millrose Games di New York: per ora conduce le danze Zack Lloyd, centoquaranta chili distribuiti in un metro e novanta, col 19.71 ottenuto in Arizona sabato scorso. Non omologabile il 46.59 sui 400 metri del 19enne Roberts a Lubbock, per via della pista "fuori misura".  

Per lo stesso motivo (la pista gigante) suona un po' generoso il 20.77 del ventenne Torrin Lawrence, ottenuto a Lexington (ovviamente buoni invece il 6.66 sui del diciottenne Rowland ed il 7.58 di Jason Richardson nelle batterie dei 60 ostacoli, mondiale stagionale). L'impianto di Lexington è abbastanza grande da poter ospitare anche gare di lanci lunghi: si è disputato il disco, con vittoria di Rashaud Scott (59.20). Nelle gare femminili mondiale stagionale per la giovane Ahoure sui 60 in 7.17. In un altro impianto "oversized", quello di Seattle, esordio con doppio successo per il bronzo mondiale dei diecimila femminili, Kara Goucher, prima nel miglio in 4:39.51 e nei tremila in 9:03.47. 

Cross 

Altra sconfitta per Tariku Bekele, seppur l'etiope sia piombato sul finish appaiato all'ugandese Kipsiro, bronzo mondiale sui 5000 metri. Il concitato arrivo ha decretato il verdetto del cross spagnolo di Siviglia, gara che ha avuto tra glialtri protagonisti i kenyoti Ngatuny (terzo) e Mosop (quarto). Due degli atleti più in luce nella stagione del cross, l'etiope Abshiro e l'altro kenyota Komon, non sono andati più in là del quinto e del sesto posto. Flop europeo con Lebid solo quattordicesimo, preceduto anche dall'anziano Martinez. Nel cross femminile il podio sarebbe stato tutto africano, se la Kibet (terza) non fosse diventata olandese da un po'. Prima Florence Kiplagat, seconda Pauline Korikwiang, Kenya di nascita e di passaporto. 

Coming soon 

E’ in corso di svolgimento, nel momento in cui scriviamo, il Run For The Dream Invitational di Fresno, in California, con Dragila, Acuff, Mack, Arnold ed altri ancora. Domani si gareggia a Tartu, in Estonia, dove rientrerà Olena Krasovska, argento olimpico dei 100 ostacoli ad Atene, successivamente fermatasi per maternità e tornata in seguito con scarsi risultati.  Sempre domani via al Moravian Tour, una serie di meetings dedicati al salto in alto, che farà tappa a Trinec con in pedana lo svedese Thornblad e l'ucraina Palamar. Sabato il secondo step a Hustopece, con la tedesca Friedrich ed i russi Voronin, Ukhov e Tereshin. In pedana anche Alessandro Talotti, all'esordio stagionale. Per le cifre delle prime due decadi di gennaio, è possibile consultare le graduatorie mondiali stagionali dalla sezione attività del sito. 

Marco Buccellato




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