Torino, presentato il libro su Livio Berruti
Una festa tra amici. Questo il clima oggi a Torino alla presentazione del libro “Livio Berruti. Il romanzo di un campione e del suo tempo” di Claudio Gregori. Perché Livio Berruti è non solo il campione olimpico dei 200 metri di Roma 1960, ma uno sportivo e un personaggio a tutto tondo. A lui i mille volti della sua città oggi hanno voluto rendere omaggio in un circolo della Stampa che fatica a contenere tutti. “Sono davvero contento di questa affluenza – esordisce un emozionato Berruti. – E sono contento di rappresentare uno sport come l’atletica leggera, il più bello per me, e la base di tutti gli altri sport. Ma, mi piace ricordarlo, lo sport è stato per me anche divertimento. Noi ci allenavamo meno di quanto richiesto agli atleti di oggi e quindi c’era più tempo libero. Anche per studiare – tutti ricordano come proprio Berruti leggesse un libro di chimica nel tempo di attesa tra la semifinale e la finale dei 200 metri a Roma – e di questo ringrazierò sempre il mio professore dell’università che mi costrinse a studiare anche mentre ero alle Olimpiadi.” Gli fa eco Giusy Leone, bronzo nei 100 metri a Roma 1960: “Ci allenavamo una media di tre giorni a settimana; e prima di una gara importante, come le Olimpiadi, ci raccomandavano il riposo”. Oltre alla Leone il mondo dell’atletica che oggi ha voluto festeggiare Berruti era rappresentato da Fabio Cerutti (“Noi velocisti di oggi siamo piccoli in confronto a lui, è stato davvero un gigante”), da Gianfranco Baraldi (olimpionico a Melbourne 1954 negli 800 e nei 1500 metri e a Roma 1960 negli 800 metri), da Gianfranco Porqueddu (Presidente del CONI Piemonte e Vicepresidente della Provincia di Torino) e soprattutto da Maurizio Damilano, oro a Mosca 1980 nella marcia (“Per me Livio è stato molto importante prima della mia carriera come punto di riferimento, durante, perché siamo diventati ottimi amici, e dopo come ancora oggi testimonia la nostra collaborazione nel Comitato Regionale Fidal Piemonte, l’unico in tutta Italia ad avere due ori olimpici al suo interno”). Ma Livio Berruti ha avuto anche altre vite tra cui ufficio stampa alla Fiat: qui ha avuto come collega di scrivania una ventenne Evelina Christillin (una delle anime dei Giochi Olimpici di Torino 2006 e oggi a capo del Teatro Stabile di Torino). Presente anche Giampiero Boniperti, che con la sua Juventus ha condiviso con Berruti il campo di allenamento (“Quando c’era la finale dei 200 metri eravamo con la squadra a Vicenza. Mi ricordo ancora che siamo saltati tutti sul televisore dell’albergo rompendolo!”). Tra gli amici di sempre anche il Procuratore della Repubblica di Torino Giancarlo Caselli, compagno di tennis di Berruti, e il ciclista Nino Defilippis (2° al Giro delle Fiandre e alla Coppa del Mondo del 1961).
Claudio Gregori, giornalista della Gazzetta dello Sport, nel suo libro ha fatto di Livio Berruti la chiave magica per scardinare ed entrare nell’affresco e nella storia di tutta un’epoca. Un ritratto di Torino e dei luoghi dell’infanzia ma anche della Roma olimpica, dove si trovavano sugli spalti dello stadio a vedere le gare Gregory Peck e Grace Kelly ma anche Elsa Morante con Moravia e Pasolini. Un’epoca in cui Livio Berruti, passeggiando mano nella mano con Wilma Rudolph al Villaggio Olimpico (non a caso si tratta della foto scelta come copertina del libro) aveva forse già indicato il percorso da seguire.
Myriam Scamangas
Nella foto, la copertina del libro
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