Internazionale, maratona volante
In primo piano la tornata iniziale delle grandi maratone primaverili: dopo Rotterdam e Parigi, domenica scorsa, toccherà a Boston (lunedì prossimo) e Londra (tra due domeniche). Dalle kermesse su strada i grandi risultati di Rotterdam, dalla pista l'attività negli Stati Uniti che si avvicina alla parte più interessante della stagione con il ritorno in pista di tutti i big.
Makau sbanca Rotterdam in 2:04:48
Patrick Makau Musyoki, 25 anni, ha vinto la trentesima edizione della Fortis Rotterdam Marathon in 2:04:48, quinta prestazione assoluta di sempre che fa del kenyano il performer numero quattro nelle statistiche della specialità, nonostante le basse temperature ed il vento, indesiderato compagno di viaggio. Makau era alla terza 42 chilometri di una carriera transitata in passato attraverso numerosi successi nella mezza maratona. Lo scorso anno debuttò proprio a Rotterdam, dove fu quarto, in 2:06:14, nella gara dal finale straordinario di Duncan Kibet e James Kwambai (2:04:27 per entrambi). Questi i passaggi di Makau: 14:48.29, 16-43:57, 58:40, 1:02:08, 1:13:51, 1:28:58, 1:43:52, 1:58:38).
Grandi piazzamenti
Geoffrey Mutai, secondo classificato, è sceso anch'egli sotto le due ore e cinque minuti in 2:04:55, e non è finita: terzo, in 2:05:13, Vincent Kipruto, dominatore a Parigi l'anno scorso, quarto Feyisa Lelisa, vincitore a Xiamen in gennaio, in 2:05:23, che ha avuto il merito di sfrondare l'avamposto dei dieci atleti-battistrada al trentatreesimo chilometro. I primi tre classificati si collocano tra i primi dieci di sempre, Lelisa dodicesimo. Il debuttante Bernard Kipyego è giunto quinto in 2:07:01. Per effetto dei risultati di domenica, Rotterdam è ora la maratona più veloce di sempre, se si considerano i migliori dieci tempi maschili della storia della corsa.
Aberu Kebede Shewaye, etiope di anni ventuno, ha vinto la maratona femminile in 2:25:25 (passaggi: 17:03, 33:57, 51:10, 1:08:02, 1:11:59, 1:24:58, 1:42:00, 1:59:17, 2:17:15), davanti alla 37enne americana di origini polacche Magdalena Lewy-Boulet, al botto della carriera in 2:26:22.
Sempre più veloce, sempre più giovane
Venti anni fa i trenta maratoneti più veloci di sempre erano raggruppati nello spazio di due minuti e dieci secondi: si andava dall'allora record del mondo di Belayneh Dinsamo (2:06:50) al 2:09:00 dello statunitense Meyer. L'età media dei primi 30 di sempre era di trentatre anni e qualche mese. Oggi, i primi trenta sono tutti nettamente sotto quello che nel 1990 era il primato del mondo, ma questo è nell'ordine "normale" di una velocizzazione delle performances, oltretutto favorito dalla lunga distanza e dalla qualità delle metodologie di allenamento. Si va dal 2:03:59 di Gebrselassie al 2:06:23 dei kenyani Cheboror e Cheruiyot, nello spazio di due minuti e ventiquattro secondi. Il dato più interessante è quello dell'età media dei maratoneti di vertice ed in generale, che sempre relativamente ai primi trenta di sempre si è abbassata di ben quattro anni e mezzo (la media è di ventinove anni).
La tendenza al ringiovanimento dei ranghi dei maratoneti di spessore internazionale è in continua espansione: dei primi dieci di quest'anno, per esempio, soltanto uno ha più di 30 anni (Gebrselassie), ed otto dei restanti nove ne hanno al massimo ventisei. In passato si giungeva alla maratona intorno ai trent'anni, dopo una carriera di sudore in pista. Oggi metà dei runners di alto livello non passa per il vecchio crocevia del tartan. Soltanto un quarto dei primi cento del 2010 ha più di trent'anni, e a parte Gebrselassie, non sono certamente i più veloci.
Parigi, ancora un primato per la Daunay
I riflettori del dopo-gara sono stati più per lei, Christelle Daunay, che per i vincitori. La francese ha abbassato ancora il primato di Francia (sempre a Parigi), portandolo a 2:24:22. Il successo, bis dello scorso anno, è andato alla etiope Atsede Bayisa Tesema, classe 1987, che ha stabilito la miglior prestazione mondiale stagionale femminile in 2:22:04. record della corsa. Terza e quarta altre due etiopi, Tsegaye Tirfi Adanech in 2:24:51, e Azalech Masresha Woldeselasse in 2:25:34.
Meno pronosticato alla vigilia il vincitore della corsa maschile, il 23enne etiope Tadesse Tola, sceso di ben nove minuti rispetto all'esordio autunnale di Chicago e primo al traguardo in 2:06:41. In febbraio aveva corso la mezza maratona di Ras Al-Khaimah in 59:49. Gara decisa negli ultimi chilometri dal prepotente allungo di Tola, che sul podio è statoaccompagnato dal 31enne kenyano Alfred Kering (2:07:11) e dall'altro kenyano (esordiente) Wilson Kipsang Kiprotich, terzo in 2:07:13. Nelle retrovie altri due kenyani e due etiopi sotto le due ore e nove minuti.
Le altre maratone
A Daegu (Corea) il linguaggio podistico è etiope come in Francia: vincono Deresse Chimsa in 2:08:45 (sul coreano Ji Young-Jun, secondo in 2:09:31), e Yeshi Esayias in 2:29:17. A Zurigo tris kenyano maschile con David Kiprono Langat (2:11:03), Stanley Leleito (2:11:36) e Daniel Kiptum (2:14:00), mentre la russa Rosseyeva fa sua la corsa femminile in 2:35:43. A Linz (Austria) quarto successo consecutivo della specialista locale Eva-Maria Gradwohl in 2:34:10 e vittoria con ampio margine del kenyano Jason Mbote in 2:13:20. A Pyongyang tris delle nord-coreane Kim Kim-Ok (2:27:34), Jong Yong-Ok (2:30:53) e Jon Kyong-Hui 2:33:59.
USA in pista, ecco Gay
Nell'Hurricane Invitational di Coral Gables, in Florida, Shalonda Solomon ha vinto i 100 metri in 11.04 (+3.4) precedendo la stagionata Debbie Ferguson-McKenzie (11.15). Damu Cherry è stata nuovamente battua nei 100 ostacoli (12.88 ventoso), stvolta dalla semi-novità Tierra Brown (12.83). Primo impegno stagionale per Tyson Gay, che ha corso una frazione della staffetta 4x400. Nel Pepsi Team Invitational di Eugene il neo-primatista del mondo di eptathlon sta incrementando le potenzialità per avvicinare la soglia degli 8.500 punti, e poi chissà. Al suo attivo 7.77 nel lungo e 13.64 nemmeno troppo ventoso (+2.4) nei 110 ostacoli.
Mondiali stagionali
A Oxford (quella del Mississippi) miglior salto mondiale della stagione per la campionessa del mondo Brittney Reese, planata a 6.93 con vento zero. Occhio al bianco Lee Ellis Moore, magro e rosso di capelli, sceso a 49.52 sui 400 ostacoli ed in chiara maturazione tecnica. Tempe, Arizona: mondiale stagionale del pesista Ryan Whiting, che ha migliorato di circa mezzo metro il primato personale all'aperto, portandolo prima a 21.40 e poi a 21.71 nella stessa gara. Angelo Taylor, due volte olimpionico degli ostacoli, ha scelto i 200 metri per l'esordio stagionale, chiusi in 20.54. Per le donne 22.97 di Charonda Williams sui 200.
Ancora mondiali stagionali, nell'altura di El Paso, nel settore velocità. Churandy Martina ha corso i cento metri in 10.03 (10.09 per Ryan Bailey). Lo stesso Bailey si è poi aggiudicato i 200 in 20.40, proprio davanti a Martina. Occasione perduta per la nigeriana Okagbare, bronzo mondiale nel lungo e dall'inverno indoor in gran crescita nelle gare di sprint, per scendere per la prima volta in carriera sotto gli undici secondi nei cento metri. A causa di un imperfetto funzionamento del sistema di cronometraggio, la Okagbare si è dovuta accontentare di un ottimo 10.7, ma manuale, che è comunque il secondo riscontro di sempre senza cronometraggio elettrico. Vento ed altitudine hanno favorito anche i lunghisti: Jeremy Hicks ha vinto la gara maschile con 820 (+3.2), la Jimoh quella femminile con 672 (+3.1).
Giamaicani al decollo
Nei Sea Ray Relays di Knoxville un 400 di rodaggio per Veronica Campbell-Brown, oro olimpico dei 200 a Atene e Pechino, che non correva la distanza da cinque anni. Per la giamaicana 52.77 dietro la Trotter (51.73) e l'altra giamaicana Lloyd. La Campbell gareggerà a Kingston il primo maggio, dove affronterà sui 200 metri Sanya Richards, ora signora Ross. Sui 200 maschili sarà la volta di Usain Bolt, al debutto individuale nello sprint, dopo l'assaggio di inizio stagione nei 400. Prima di Kingston Bolt sarà alle Penn Relays di Philadelphia, dove si cimenterà nella staffetta. Per Asafa Powell e il suo clan dell'MVP il prossimo impegno sarà invece sabato prossimo.
Altri meeting statunitensi
A Tallahassee il medagliato olimpico Walter Dix a corso i 200 in 20.44. Nel Rafer Johnson/Jackie Joyner-Kersee Invitational di Westwood vittoria di Lashinda Demus sui 400 piani in 51.88 (seconda sui 200), e 20.46 di Gregory Nixon sul francese Mbandjock (20.65, non assaggiava la pista dal Decanation dello scorso settembre). Sempre a Westwood in pista Felix Sanchez sugli 800! (secondo in 1:50.04). A Lubbock nuovo buon risultato del discobolo Jason Young, vicinissimo ai 70 metri 15 giorni fa. Stavolta la misura vincente è di 66 metri esatti.
Primato in Sud America
La martellista argentina Jennifer Dahlgren ha migliorato a Buenos Aires il record dell'area sud-americana con un lancio di 73.74.
Walnut
Si inizia a fare sul serio. Nelle MtSAC Relays californiane del prossimo fine settimana sono annunciati Tyson Gay ed Allyson Felix. Nelle Kansas Relays di Lawrence di nuovo in pista l'antillano Martina, fresco leader 2010 dei 100 in 10.03.
La Radcliffe guarda lontano
Paula Radcliffe è in attesa del secondo figlio, che arriverà alla fine dell'estate. Il prossimo anno tornerà alle gare con parsimonia tenendo ben saldo l'obbiettivo della medaglia d'oro nella maratona ai Giochi di Londra 2012, l'ultima opportunità per il successo che manca alla sua grande carriera.
Marcia a Rio Maior
Vera Santos ha vinto il match casalingo sui venti chilometri di marcia nell'ambito dello IAAF Walking Challenge. Per la portoghese 1:29:16 precedendo la tedesca Melanie Seeger (1:30:11), al rientro sulla distanza ufficiale della marcia femminile dopo la maternità. Terza, col primato spagnolo promesse, Julia Takacs, una specialista di origini ungheresi. In campo maschile nuovo successo, a distanza di due anni, del norvegese Erik Tysse in 1:20:08, ai danni del campione d'Europa della 50 chilometri Yohan Diniz, secondo in 1:20:23. Terzo lo junior cinese Wang Zhen in 1:20:42. Fuori dalla lotta per il successo uno dei favoriti, il messicano Eder Sanchez (quinto in 1:21:45). Prossima tappa del circuito a Sesto San Giovanni, il primo maggio.
Lutti nell'atletica internazionale
Nel terribile schianto dell'aereo che ha ucciso il presidente della repubblica è deceduto anche l'ex-presidente della Federazione di atletica polacca, Piotr Nurowski. In Australia è scomparsa Verna Johnston, finalista olimpica del salto in lungo alle Olimpiadi di Melbourne del 1952, dove si classificò ottava.
Marco Buccellato
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