Cross: Kenya-Etiopia a Punta Umbria
Il sole dell'Andalusia illumina i XXXIX Mondiali di Cross e l'ennesimo, preannunciato, trionfo dell'Africa. A Punta Umbria, cittadina spagnola di 15.000 abitanti affacciata sull'Oceano Atlantico, tra Kenya e Etiopia finisce con un doppio 3 a 1, individuale e a squadre. Il Kenya sale, infatti, in cima al podio della prova senior femminile con l'iridata dei 5000 su pista Vivian Cheruiyot che ha la meglio sulla connazionale Linet Masai, una doppietta che assicura al loro Paese anche la vittoria per team. Terza, la statunitense Flanagan che, come nel 2010, conduce la sua squadra al bronzo. Al maschile, invece, è il giorno del 22enne etiope Imane Merga - quarto sui 10000 mondiali di Berlino e vincitore dei 5000 al Golden Gala 2010 - che, in volata, fa suo il titolo iridato battendo un quartetto di keniani ai quali resta, in compenso, il primo posto nella classifica per nazioni. Le prove juniores vedono, quindi, i successi di altri due giovani atleti degli altopiani: Faith Chepngetich Kipyegon sui 6km femminili e Geoffrey Kipsang Kamworor sugli 8km maschili. Tra gli under 20 a squadre svettano le ragazze dell'Etiopia e i ragazzi del Kenya. Per l'Italia, in un contesto così selettivo, i migliori piazzamenti sono, nelle due gare senior, il 33° della campionessa tricolore, Nadia Ejjafini, e il 70° dell'under 23 Ahmed El Mazoury.
LA CRONACA - L'arena delle corse ai titoli iridati è un circuito pianeggiante e scorrevole, con un fondo compatto di prato verde snodato tra gli ombrelli d'ombra di una pineta. A spezzare il ritmo veloce del tracciato ci provano giusto un paio di saliscendi e tre serie di tronchi. Gli 8 km delle donne raccontano due storie: la "maledizione" dell'argento della keniana Linet Masai battuta dalla connazionale Vivian Cheruiyot e il bronzo biondo della stunitense Shalane Flanagan. All'uscita dai box di partenza si forma presto uno stretto grappolo di atlete africane a comandare la corsa. E' l'Etiopia con in mezzo il bronzo del 2010, Meselech Melkamu affiancata da Wude e Hiwot Ayalew, Genzebe Dibaba e Oljira, mentre la pattuglia del Kenya, oltre a Cheruiyot e Masai, tiene testa con Cherono, Korikwiang e Kibet. Difficile non notare la bionda coda di cavallo dell'atleta a stelle e strisce che, fin da subito, si piazza al traino delle migliori. L'iniziativa di questa trentenne del Colorado si fa sempre più coraggiosa e, correndo all'esterno del nutrito gruppetto di africane, porta al termine il secondo giro in cima alla fila attaccata all'etiope Hiwot Ayalew (12:40). Quando, però, ci si inoltra nella terza tornata di gara davanti le keniane "fanno muro" e con Masai, Cheruiyot, Cherono e Korikwiang monopolizzano le prime quattro posizioni, seguite dalle etiopi Melkamu e Wude Ayalew e dalla Flanagan. Si va, ormai, verso il rush finale e iniziano a rompersi gli indugi. Per l'oro è sfida aperta tra Cheruiyot e Masai, mentre il bronzo se lo giocano la Melkamu e la statunitense che all'uscita dell'ultimo blocco di tronchi mette a segno il decisivo sorpasso sull'etiope, lanciandosi all'inseguimento delle due keniane. Lo scontro tra campionesse iridate della pista Cheruyot e Masai, rispettivamente oro di 5000 e 10000 a Berlino 2009, vede così prevalere con un distacco di 9 secondi la prima (24:58), già oro sui prati da junior nel 2000. La Masai ne esce a testa bassa, per la terza volta di seguito ad opera di una sua compagna di squadra così come era avvenuto nel 2009 con la Kiplagat e lo scorso anno con la Chebet. A soli tre secondi da lei, come già detto, c'è la Flanagan, 12ª un anno fa a Bydgoszcz, che aggiunge così un altro pezzo pesante al suo palmarés dove fanno già bella mostra il bronzo olimpico di Pechino sui 10.000 e il secondo posto alla maratona di New York 2010 (2h28:40). Con la Flanagan sul podio, anche gli Stati Uniti conquistano, come nel 2010, il bronzo a squadre dietro a Kenya ed Etiopia. L'Italia chiude al 14° posto nella classifica per team. La migliore delle azzurre è stata l'italo-marocchina, tricolore assoluta, Nadia Ejjafini, 34ª (27:05), posizione intorno a cui la portacolori del Runner Team 99 si è mantenuta sin dall'avvio accompagnata da Elena Romagnolo (Esercito) che, però, a partire dal secondo giro è lentamente scivolata arretrando fino al 51° posto finale (27:31). 73ª (28:03) Laila Soufyane seguita dalle altre due soldatesse Veronica inglese (92ª/29:02) e Fatna Maraoui (95ª/29:59).
Kenya campione a squadre tra gli uomini, ma l'oro individuale dei 12 km torna, dopo il "break-Ebuya" del 2010, in Etiopia al collo di Imane Merga. Il nome di questo 22enne, al termine di una gara comunque condotta sempre nelle posizioni di testa, sbuca fuori dalla mischia dei favoriti keniani e del più accreditato connazionale Hunegaw Mesfin, vincitore dei Trials etiopi, ma oggi soltanto ottavo (34:25). Decisiva la sorprendente volata finale con cui, Merga in tre secondi (crono 33:50), mette in fila, uno dietro l'altro, i keniani Tanui (33:52), Chepkok (33:53) e Kisorio (33:55) con il maratoneta, leader della prova di selezione nazionale di Nairobi, Mutai quinto e staccato (34:03). Merga è uno specialista dei 10000 (4° ai Mondiali di Berlino) e 5000 su pista, distanza su cui lo scorso anno ha fissato il personal best a 12:53.58 a Stoccolma, preceduta dalla vittoria del 10 giugno al Golden Gala di Roma. Per lui nel 2010 anche l'affermazione nella classifica finale della Diamond League. Bronzo per team, dietro all'Etiopia, all'Uganda di Stephen Kiprotich, sesto assoluto in 34:07, mentre Moses Kipsiro, terzo a Bydgoszcz, ha chiuso undicesimo in 34:31. Per l'Italia erano in campo l'under 23 Ahmed El Mazoury e Patrick Nasti. I due giovani finanzieri, al debutto nella prova senior iridata, hanno concluso la loro corsa rispettivamente al al 70° (37:00) e al 96° (38:35) posto, posizioni che hanno sostanzialmente mantenuto lungo tutto lo svolgimento della prova. Nelle prove Juniores doppietta individuale del Kenya, mentre la sola classifica a squadre femminile si ribalta a favore dell'Etiopia. I 6km delle under 20 vengono, infatti, conquistati a piedi scalzi dalla keniana Faith Chepngetich Kipyegon (18:53), ma alle sue spalle arriva un treno di etiopi composto da Genet Yalew (18:54), Azemera Gebru (18:54) e Waganesh Mekasha (18:59). Bisogna arrivare alla dodicesima posizione per trovare un'atleta e una bandiera che non siano di uno dei due fortissimi Paesi africani. Si tratta della giapponese Katsuki Suga (19:49) davanti alla connazionale Tomoka Kimura (19:56), piazzamenti che hanno portato la loro squadra alla medaglia di bronzo. Tutta la formazione nipponica ha corso con un nastro nero sulla casacca, in segno di lutto per le migliaia di vittime del terromoto che ha devastato il proprio Paese, e al momento della premiazione, per loro non sono certo mancati gli applausi sul podio. Nella gara individuale, l'azzurrina della corsa in montagna e campionessa italiana junior di cross, Letizia Titon (Assindustria Sport Padova) è giunta 82ª (22:59). Al maschile, invece, 77°(25:44) il siciliano Giuseppe Gerratana (Lib Running Modica). Dietro Stefano Massimi (ASA Ascoli Piceno), 102° (26:59), e Abdelmjid Ed Derraz (SS Vittorio Alfieri Asti), 103° (27:19). Leader degli 8km under 20 è stato il keniano Geoffrey Kipsang Kamworor (22:21) sull'ugandese Thomas Ayeko (22:27) e sull'altro keniano Patrick Mutunga Mwikya (22:32).
a.g.
Nella foto in alto, una fase della gara senior maschile; sotto, l'arrivo della campionessa mondiale Vivian Cheruiyot (Giancarlo Colombo/FIDAL)
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