Onda giovane 2011
21 Dicembre 2011di Raul Leoni
Che cos’è un “ranking”? E’ presto detto, si tratta di una classifica per merito comparativo: ossia di una graduatoria di valore che tiene conto non solo di dati omogenei e oggettivamente comparabili, come le prestazioni tecniche, ma anche di criteri come il “valore specifico” dei risultati, gli eventuali scontri diretti, la continuità e la consistenza agonistica, i piazzamenti nelle manifestazioni titolate. Entrano quindi in gioco anche elementi soggettivi e non statisticamente misurabili, come la capacità di saper interpretare una gara importante, l’affidabilità nelle manifestazioni che contano e una valutazione complessiva che non prenda in considerazione solo l’occasionalità di un risultato conseguito. Detto così potrebbe sembrare un esercizio semplice, ma non lo è affatto: soprattutto se, come noi oggi, cerchiamo di compilare un ranking che non si riferisce ad una specialità in particolare, ma rappresenti le gerarchie stagionali di un’intera categoria – in questo caso allievi e juniores – e non faccia neanche differenze tra settore maschile e femminile.
Abbiamo cercato di tenere in conto tutti gli insegnamenti della “dottrina” statistica, in primo luogo quelli che costituirono le premesse del ranking più celebre della storia, istituito nel 1948 da “Track & Field News” (lo stesso foglio che si autodefinisce “The Bible of the Sport”, e questo dice tutto!): e ci conforta il fatto che tra i compilatori del celebre magazine specializzato americano ci fosse anche una firma italiana – quella di Roberto Quercetani – ossia uno dei “padri” della moderna statistica atletica. Niente di più facile che le nostre valutazioni vengano considerate opinabili: fa parte del gioco, ma tant’è. Ed ecco il risultato.
Ranking Italiano Allievi 2011
1. Anastassia Angioi (CUS Sassari) - salto in lungo
Che Anastassia sia stata la rivelazione della stagione è indubbio: solo qualche problema fisico le ha impedito di presentarsi in pedana con maggior continuità, ma questo va anche a suo maggior merito nel valutare la medaglia d’argento mondiale di Lille. Resta negli occhi anche la spledida esibizione degli Assoluti di Torino, dove la ragazzina sassarese ha fatto tremare la titolare azzurra Tania Vicenzino. Sul piano statistico il suo 6.29 rappresenta il miglior risultato di sempre al primo anno di categoria: e le puntate nello sprint, sul solco del titolo cadette degli 80 metri conquistato nel 2010, confermano il suo talento a tutto tondo. Gli infortuni le hanno impedito di arricchire il suo palmarèes in occasione dell’Eyof di Trabzon e, ad inizio stagione, nei Giochi delle Isole di Palermo.
2. Stefano Braga (Atl. Piacenza) - salto in lungo
Anche la seconda medaglia iridata di Lille è arrivata dal lungo, grazie alla straordinaria capacità agonistica del piacentino in una finale di difficile interpretazione. D’altronde si era visto subito, fin dalla prova tricolore al coperto di Ancona, che Stefano avrebbe saputo recitare una parte da protagonista della stagione, insidiando per questioni di centimetri il primato allievi indoor di un certo Andrew Howe. Tra gli allori stagionali anche l’argento dell’Eyof e una seconda maglia di campione nazionale a Rieti in un duello ad alta tensione con Riccardo Pagan, altro azzurro presente nella finale mondiale in Francia.
3. Roberta Bruni (Studentesca CaRiRi) - salto con l'asta
Il 6° posto di Lille, dove la reatina era attesa sul podio, e la sconfitta rimediata sulla pedana di casa nella gara dei campionati di categoria ad opera di Sonia Malavisi lasciano nervi scoperti: ma per il resto la stagione di Roberta resta da incorniciare: primati nazionali in serie, sia indoor che all’aperto, addirittura facendo meglio di qualsiasi juniores del passato, e la vittoria nell’Eyof, in una competizione di alto spessore tecnico. Nel complesso un mix di soddisfazioni e di amarezze che può contribuire alla piena maturazione di una ragazza dalle molte doti.
4. Lorenzo Perini (OSA Saronno Libertas) - 110hs
La vittoriosa volata di Trabzon, condita da un primato di categoria tolto ad Andrew Howe, è l’istantanea di una stagione di alto profilo per il figlio d’arte lombardo. Sul piano tecnico entrano in gioco anche le MPN di categoria dei 110hs con le barriere degli juniores e dei 200hs. La caratura agonistica non può venir intaccata dalla finale mancata ai Mondiali di Lille, dove sono intervenute anche condizioni ambientali non favorevoli: né dall’esito un po’ amaro dei Tricolori indoor di Ancona. In realtà Lorenzo ha saputo misurarsi per l’intero anno con grande serietà e determinazione, traendo profitto perfino dalle esperienze negative.
5. Marco Bortolato (Atl. Udinese Malignani) - martello
Due finali importanti nel calendario internazionale, con il 7° posto mondiale di Lille ed il 5° europeo a Trabzon: e ben tre miglioramenti del primato nazionale di categoria con 74.66 (proprio nell’Eyof), 74.70 ed infine 75.76. I titoli di merito dell’ultimo prodotto della scuola udinese sono davvero tanti: con l’unico rammarico di non aver potuto provare a cimentarsi con maggior continuità anche con gli attrezzi delle categorie superiori, almeno per verificare in un test agonistico le immediate prospettive di crescita.
6. Ottavia Cestonaro (Atl. Vicentina) - lungo e triplo
Sotto il profilo squisitamente statistico la vicentina si è espressa meglio nel triplo: MPN indoor conquistando la maglia tricolore ad Ancona (12.90) ed una serie di ottime prestazioni per una specialista al primo anno nella categoria, superate solo dal salto vincente della rivale Francesca Lanciano nei campionati all’aperto di Rieti. Ma il piazzamento di maggior peso specifico è forse quello della finale mondiale del lungo, con il 7° posto che ha felicemente accompagnato l’argento dell’altra azzurra Angioi. Va considerato anche il “quasi podio” dell’Eyof, stavolta nel triplo: specialità nella quale l’obiettivo della finale iridata al “Lille Metropole” è stato solo accarezzato.
7. Martin Pilato (Atl. Ravenna) - disco
Il ravennate è un’altra delle rivelazioni stagionali: nonostante le buone credenziali raccolte già l’anno scorso, Martin era francamente inatteso sugli altissimi livelli internazionali che per i nostri giovani lanciatori sono storicamente difficili da conquistare. Straordinaria la finale mondiale di Lille, ancora più convincente se letta alla luce del successivo bronzo nell’Eyof: ed un bel primato italiano – 59.63 sulla pedana di casa - per condire il tutto anche sotto il profilo dei risultati.
8. Anna Clemente (Atl. Don Milani) - marcia
Nel 2010 è stata l’indiscussa capofila della categoria ed anche quest’anno era iniziato sotto buoni auspici con il 4° posto nella Coppa Europa di Olhao, addirittura tra le juniores. La ragazzina di Laterza ha cercato di mantenersi nei piani alti della specialità a livello mondiale, sulla scorta dell’alloro olimpico di Singapore, ma la concorrenza ha fatto oggettivamente un salto di qualità dalle proporzioni inattese. Il piazzamento di Lille è stato quindi onorevole, ma non sufficiente per proiettarla nei piani alti della nostra classifica.
9. Francesca Lanciano (Kinesis Palaia Salento Atl.) - triplo
L’atleta salentina ha proseguito in modo prorompente la sua crescita tecnica e agonistica: brillantissima la finale iridata in Francia, anche se poi non è arrivata una piena conferma in termini di piazzamento a causa di un infortunio. Uno dei momenti più luminosi dell’anno è quindi lo spettacolare duello ingaggiato con Ottavia Cestonaro nella gara tricolore di Rieti: dove Francesca ha mancato per un solo centimetro (13.03) il miglioramento di uno storico primato italiano allieve.
10. Monia Cantarella (Nuova Atl. Fiamma Aranca) - peso
Una stagione completa per la lanciatrice reggina: brava nel saper reggere le tensioni degli eventi internazionali (6^ a Lille, bronzo a Trabzon), una media di prestazioni decisamente elevata. Al momento di fare il suo ingresso nella categoria superiore, resta una delle maggiori certezze del settore: doti fisiche confermate dalle notevoli, benchè estemporanee, esibizioni anche sulla pedana del disco.
Ranking Italiano Juniores 2011
1. Michele Tricca (Atl. Susa) - 400 metri
Potrebbe sollevare qualche obiezione il fatto che il piemontese sia stato preceduto da Marco Lorenzi nella finale tricolore di Bressanone: ma tutto il resto della stagione parla a suo favore. Dal titolo indoor di Ancona al bronzo individuale di Tallinn, con il nuovo record italiano (46”09): ma si tratta di un riconoscimento che, per forza di cose, va esteso a tutto un settore che ha saputo esprimere la staffetta d’oro degli Europei. In chiave statistica fornisce un chiaro responso la firma apposta da Michele su 6 delle migliori 8 prestazioni stagionali, mentre in termini di affidabilità complessiva fa gioco anche il podio individuale degli Assoluti di Torino.
2. Daniele Secci (Fiamme Gialle) - peso
L’urlo di trionfo sulla pedana di Tallinn è una delle più belle istantanee della stagione: perché per il colosso romano si trattava di un esame di maturità agonistica dall’enorme significato. Con l’argento continentale, le credenziali di Daniele fanno un decisivo salto di qualità grazie alla nuova MPN con l’attrezzo dei grandi migliorato a pià riprese fino al 18.55 di Tangeri: senza dimenticare che il predecessore nell’albo d’oro era un certo Paolo Dal Soglio.
3. Marco Lorenzi (GS Valsugana Trentino) - 400 metri
Si torna alle considerazioni espresse per Michele Tricca: il valore facciale delle prestazioni individuali va moltiplicato per la forza di un gruppo in grande crescita nel suo complesso, tra l’altro composto quasi interamente di specialisti al primo anno di categoria. La speranza è che si dia continuità alle promesse del settore, proponendo una staffetta competitiva addirittura sulla scena mondiale di Barcellona 2012. Da non passare sotto silenzio l’impresa di Bressanone, con il primato italiano tolto a Claudio Licciardello: prima che la finale di Tallinn sconvolgesse di nuovo la lista di categoria.
4. Gianmarco Tamberi (Bruni Pubbl. Atl. Vomano) - salto in alto
Al di là degli atteggiamenti di facciata, con qualche sfumatura glamour, la stagione del saltatore marchigiano è fatta di pura sostanza: dall’inizio, con il tentativo di migliorare l’annoso primato indoor di Paolo Borghi, fino alla finale thriller di Tallinn, interpretata in modo tatticamente magistrale dall’estroso figlio d’arte. Il bronzo europeo conquistato in Estonia non è altro che l’espressione tecnica di un modo assolutamente personale di interpretare l’impegno agonistico: da accettare così com’è.
5. Josè Bencosme (Fiamme Gialle) - 400hs
Altro ragazzo dai molti talenti, altra medaglia continentale: altro esempio di come si possa crescere sul piano temperamentale senza snaturare la propria peculiare carica personale. Resta il fatto che la finale di Tallinn era una delle gare più difficili da interpretare, con almeno sei protagonisti in caccia del podio: il fatto di essere riuscito ad agguantare la medaglia fa di “Negi” un grande prospetto. Vengono poi i dati numerici: con 49”94 è diventato il secondo juniores di sempre sotto il muro dei 50” dopo “Ashi” Saber e con la maglia tricolore di Torino uno dei pochissimi “under 20” ad aver vinto un titolo assoluto in questa specialità (solo un paio di casi negli annali, e tra questi “Tito” Morale: scusate se è poco).
6. Alessia Trost (Atl. Brugnera Friulintagli) - salto alto
La campionessa di Pordenone è la prima donna ad entrare nel nostro ranking: segno che, una volta tanto, il settore maschile ha saputo imporsi in controtendenza sulle risultanze recenti del nostro movimento. Ci sarebbero tante considerazioni da esprimere, tanti distinguo da puntualizzare in una stagione che era iniziata all’insegna del bello con il nuovo primato italiano indoor di Ancona (1.89): ma ci atteniamo alle vicende puramente tecniche. E allora viene in gioco la coraggiosa interpretazione della finale di Tallinn, purtroppo non premiata dal podio: un consuntivo che, dopo i tanti allori conquistati nella categoria allieve, non intacca minimamente le prospettive di Alessia.
7. Gloria Hooper (Libertas Valpolicella Lupatoti) - 100 e 200 metri
Quasi sconosciuta fino al 2010, si è confermata come rivelazione stagionale anche quest’anno: raccogliendo forse meno del dovuto, perché i dettagli tecnici da mettere a posto sono ancora tantissimi. Eppure, proprio i margini di miglioramento costituiscono un possibile, ulteriore titolo di merito per la brava veronese. A livello statistico fa sgranare gli occhi soprattutto il 23”61 che le ha garantito la doppietta 100/200 Bressanone, risultato preceduto nella lista di categoria solo da pochissimi nomi illustri della velocità azzurra: e nel palmarèes brilla l’argento ottenuto con la staffetta a Tallinn (con doppio record italiano), in un gruppo che garantisce al settore una buona continuità per la presenza di atlete al primo anno come Anna Bongiorni e Irene Siragusa.
8. Mohad Abdikadar (Studentesca CaRiRi) - 800 e 1500 metri
Il pontino di origini somale, divenuto eleggibile per l’azzurro all’inizio della stagione, può essere considerato il capofila di una settore in confortante progresso. Purtroppo, poi, le premesse non sono state corroborate in tutto e per tutto alla prova del campo: ma il comportamento di Mohad in quello che è stato il suo battesimo del fuoco a livello internazionale negli Europei in Estonia può essere definito almeno interessante. Davvero eccellenti i riscontri cronometrici, pari alle risultanze di un passato che pareva dimenticato e ormai lontanissimo per i nostri giovani specialisti delle medie distanze.
9. Francesca Massobrio (CUS Torino) - martello
Nelle liste di sempre, solo Laura Gibilisco ha fatto meglio della ragazza astigiana al limite dei 18 anni (62.66 contro 61.19): un dato che già dice molto sulle qualità di Francesca. Se si aggiunge il discreto comportamento tenuto sulla pedana di Tallinn, pur con un piazzamento in parte rivedibile, la stagione acquisisce dei contorni decisamente positivi. Rilevante il fatto che il miglior lancio dell’anno sia arrivato in occasione della finale dei Tricolori assoluti.
10. Hassane Fofana (Atl. Bergamo 1959 Creberg) - 110hs
L’inserimento nel ranking del lombardo di origini ivoriane è solo un parziale risarcimento per la mancata partecipazione in azzurro agli Europei di Tallinn: e la presenza in Estonia, pur del tutto meritata, sarebbe stata messa alla prova da un contesto di grande levatura complessiva. Sarebbe stato difficile trovare spazio, anche se poi in realtà i presupposti tecnici per dare il giusto riconoscimento alla bella stagione di Fofana ci sono tutti, dai miglioramenti plurimi del primato italiano di categoria alle promettenti esibizioni con le barriere dei grandi.
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