Di Martino 1,95 da finale
09 Marzo 2012Ad Istanbul, Mondiali Indoor al via con Antonietta Di Martino che lancia subito un chiaro messaggio al resto della concorrenza: "Ci sono anch'io". L'azzurra dopo una progressione perfetta, centra l'1,95 della qualificazione diretta alla seconda prova e vola alla finalissima di domani alle 17:15. Nei 400 metri, promossi anche Maria Enrica Spacca (53.74) e il debuttante Lorenzo Valentini (48.58) che torneranno oggi pomeriggio sui blocchi di partenza per le rispettive semifinali (ore 18:50 e 19:10). Niente da fare, invece, per Silvia Weissteiner che nella prima batteria non riesce a far meglio di 9:16.59, e per l'ottocentista Elisa Cusma, ritiratasi ad un giro dal termine. Nella sessione pomeridiana faranno il loro esordio nella rassegna iridata le ostacoliste Marzia Caravelli e Veronica Borsi (ore 17) e lo sprinter Simone Collio (ore 17:35).
TV: diretta sulle reti di Rai Sport con questi orari. Venerdì 9 marzo: 16-19.30 (Rai Sport 1). Sabato 10: 8.35-11.20 (Rai Sport 2); 15.55-19.30 (Rai Sport 1). Domenica 11: 13.35-14.20, 14.55-17 (Rai Sport 1).
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400 metri uomini – Batterie – Passare dagli Assoluti ai Mondiali, dal clima friendly di Ancona, a quello infernale di un Mondiale, non è una passeggiata. Se poi il salto lo compie un esordiente assoluto, alla rotazione si sommano anche gli avvitamenti. Lorenzo Valentini, 21 anni ancora da compiere, paga lo scotto al noviziato, correndo timidamente, lui che è un grintoso vero, la batteria dei 400 metri. Il tempo finale di 48.58 (terzo tempo nella batteria vinta dal britannico Levine, 47.56) non rende giustizia al suo talento, ma la sorte finisce col premiarlo. Il trinidegno Lalonde Gordon viene squalificato per invasione di corsia, e Valentini vola alla semifinale del pomeriggio. Salvo ricorsi sempre pendenti in situazioni del genere.
800 metri donne – Batterie – Dura solo poco più di tre giri di pista, il Mondiale di Elisa Cusma. La modenese, dopo il passaggio ai 600 metri, mentre oscillava tra la quarta e la quinta posizione nella fila allungata (dopo il passaggio monstre della Greca Filandra, 58.55) ha scelto di fermarsi, abbandonando la gara (vittoria e miglior tempo del turno per la russa Kofanova, 1:59.80). “Non sto bene”, si è limitata a dire passando velocemente in zona mista nel dopo corsa.
Peccato, perché l’azzurra era apparsa molto cresciuta da un punto di vista tecnico e motivata in questa stagione invernale.
Alto donne – Qualificazioni – Il turno dura solo qualcosa meno di un’eternità. Ma alla fine, Antonietta Di Martino sorride, centrando l’accesso alla finale con l’1,95 richiesto. La campana è perfetta fino all’1,92, superando al primo tentativo questa quota e le precedenti a 1,83 e 1,88. Sull’1,95 concede un pizzico di suspence fallendo la prima prova, ma volando al di là dell’asticella con autorità alla seconda. Il percorso netto riesco solo all’insuperabile Anna Chicherova (che sembra addirittura galleggiare in aria, nella fase di valica mento), e alla (mezza) sorpresa di giornata, la svedese Ebba Jungmark. In sei riescono a superare l’1,95, mentre completano il lotto delle finaliste la spagnola Beitia e la romena Petre, ripescate con 1,92. Domani (finale alle 17.15 italiane) si gareggia per le medaglie, con l’azzurra regolarmente nel gruppo. “In pedana all’inizio ero un po’ tesa – racconta l’azzurra – ma non credo che questo abbia influito particolarmente. Ciò che ha pesato è stata la lunghissima attesa, soprattutto tra l’1,92 e l’1,95: mi stavo praticamente addormentando…mi sono presentata non concentrata a dovere, e ho pagato. Ma sto bene, mentre, come dicevo ieri, quello che mi manca è un po’ di stabilità tecnica, a causa delle diverse sedute di allenamento che ho dovuto cancellare o parzialmente modificare a per le cattive condizioni atmosferiche di quest’inverno. Ho trovato la pioggia anche a San Diego, in California! In ogni caso, sono contenta. Ci tenevo a far bene. Domani è un altro giorno, vedremo cosa accadrà, ma penso di poter dire la mia. L’alluce mi ha fatto un po’ male all’inizio, come sempre, ma ci sono abituata, non mi spaventa”. Antonietta non è sorpresa dal rendimento delle avversarie. “Alla fine, ci sono tutte, figuriamoci... No, nessuna sorpresa anche per il rendimento della Jungmark, è cresciuta parecchio quest’inverno. Mi sono guardata intorno, e non vedere la Vlasic mi ha fatto un certo effetto: abbiamo praticamente condiviso la carriera, ovunque io fossi lei c’è sempre stata”.
3000 metri donne – Batterie – Partire nella prima delle due batterie in programma tutto può essere considerato tranne che un vantaggio. Lo sa bene Silvia Weissteiner, che infatti, dopo un paio di giri a ritmo soporifero, va in testa cercando di impostare la prova su ritmi che lascino aperte speranze di ripescaggio con i tempi.
L’azzurra si batte bene, ma non c’è ricambio dalle retrovie, tutte si guardano senza prendere mai veramente l’iniziativa. Dopo il secondo chilometro qualcosa si muove. L’etiope Defar, la favorita del lotto (cinque medaglie in altrettante edizioni, le ultime quattro d’oro), non spreca energie, e spingendo appena sull'acceleratore va a vincere in un comodo 9:11.76; la Weissteiner, sembra tenere ancora a tre giri dalla fine, ma gli ultimi 400 metri diventano sprint puro, e l’altoatesina purtroppo affonda (9:16.59, settimo posto). Nella seconda batteria, naturalmente, sfruttano fino in fondo il beneficio di conoscere i tempi delle avversarie, correndo in otto intorno ai nove minuti (passeranno tutte alla finale, vittoria all’etiope Burka in 9:01.32). Diciassettesimo tempo complessivo per Silvia. “Ho provato ad animare un po‘ il ritmo – racconta la Weissteiner – ma purtroppo nessuna mi ha mai dato il cambio. Io in questo momento non sono pronta per questo tipo di gare, ma comunque considero positivamente il mio rientro, avevo bisogno di tornare a sentire l’ambiente delle manifestazioni internazionali. Ora mi rimetto al lavoro, con obiettivo i 5000 metri per la stagione outdoor”.
400 metri donne – Batterie – Pur con l’inizio della gara di Antonietta Di Martino fissato in precedenza, di fatto è Maria Enrica Spacca, nella prima batteria dei 400 metri, ad inaugurare il mondiale azzurro. La reatina chiude il suo impegno al terzo posto in 53.74, alle spalle di due protagoniste della specialità come la ceca Rosolova (52.95) e la bulgara Stambolova (52.97). L’azzurra parte bene, chiude la seconda curva in una posizione di leggero vantaggio rispetto alle avversarie, ma cede qualcosa nel rettilineo del rientro alla corda, finendo anche col rimediare uno spintone all’attacco del secondo giro. E’ terza in quel momento, e – come spesso accade nella specialità – resta nella posizione fino al traguardo, anche a causa di un ultimo rettilineo corso con poche energie. “Purtroppo quella spallata mi ha fatto perdere il ritmo – racconta la reatina nel dopo corsa – ho speso qualche appoggio per recuperare. Ai 300 metri ero ancora in scia alle altre due, ma nel rettilineo finale ho un po’ pagato. Comunque, credo di aver fatto quello che è nelle mie possibilità, spero di passare con i tempi, ma credo sia davvero difficile con 53.74”. L’azzurra per fortuna si sbaglia. Nel conto complessivo il suo tempo è il terzo (pari merito con il quarto) tra le ripescate, e quindi le vale l’ammissione alla semifinale del pomeriggio. Per accedere al round successivo basta addirittura il 54.63 di Aliann Pompey (Guyana). Migliore del lotto l'ucraina Phyda, 52.02, ma la statunitense Sanya Richarda letteralmente passeggia, fino a fermarsi sul traguardo e completare il doppio giro in 52.81. Un bel biglietto da visita.
m.s.
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