Di Martino d'argento
10 Marzo 2012Arriva la prima medaglia italiana ai Mondiali Indoor di Istanbul. A portarla a casa è ancora una volta Antonietta Di Martino, argento nell'alto con 1,95 insieme alla svedese Ebba Jungmark e alla russa, iridata e superfavorita della vigilia, Anna Chicherova. Oro e titolo alla statunitense Chuntè Howard-Lowe, l'unica a superare oggi quota 1,98. Sempre in chiava azzurra, escono di scena, invece, in semifinale le ostacoliste Marzia Caravelli (quinta in 8.12) e Veronica Borsi (8.18, eguaglia il personale) e lo sprinter Simone Collio (6.71).
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Alto donne - FINALE - E' la gara in cui tutto sembrava già scritto da un pezzo. Almeno per le medaglia più preziosa. La russa Anna Chicherova si presentava, infatti, ad Istanbul con al collo l'oro dei Mondiali di Daegu e un 2,06 ottenuto lo scorso 6 febbraio nel "tempio" di Arnstadt. E, invece, a saltare è stato anche il più scontato dei pronostici. Si comincia da 1,84, quota "di riscaldamento" per tutte, mentre al successivo 1,88 l'olimpionica Hellebaut incappa in un errore, due per la rumena Petre. La misura di 1,92 non lascia troppi segni se non una "X" nei tabellini del'uzbeka Radzivil e della dinamica statunitense Howard-Lowe. Ad 1,95 è dove si decide il podio. Antonietta Di Martino la supera alla prima continuando la sua ascesa impeccabile. La imitano in questo Chicherova, Hellebaut e la svedese Jungmark, mentre la Howard-Lowe e la spagnola Beitia devono giocarsi un altro salto a testa. L'1,98, però, diventa sorprendentemente la quota fatale per quasi tutte, Chicherova compresa che ci prova per tre volte, ma senza fortuna. Proprio la Di Martino è quella che, al primo tentativo, sembra mancarla di un soffio. Una dopo l'altra, insieme all'azzurra escono di scena Jungmark, Hellebaut e Beitia. Solo la Howard-Lowe trova subito il guizzo giusto per superare l'asticella e prendersi il primo oro iridato in carriera.
Dietro di lei è un argento per tre: Chicherova, Jungmark e la nostra Antonietta Di Martino, grazie all'1,95 raggiunto senza lasciarsi errori alle spalle. Per la finanziera di Cava de' Tirreni, campionessa europea indoor in carica, è la terza medaglia mondiale conquistata nella sua storia di atleta. La scorsa estate, all'aperto, a Deagu era stata di bronzo, mentre nel 2007 ad Osaka aveva vinto un altro argento, curiosità sempre in comproprietà con la Chicherova. “E’ la medaglia più strana che abbia mai vinto - racconta la Di Martino - ma sono felicissima, perché proprio non me l’aspettavo, considerate tutte le difficoltà che ho patito nel corso dell’inverno. A un certo punto, in pedana, eravamo tutte come morte dalla stanchezza, e non siamo più riuscite a saltare. Credo che abbia pesato molto la lunghissima qualificazione di ieri, e anche io alla fine non avevo molte energie da spendere. Ma più che altro, la differenza, su di me, l’ha fatta la mancanza di gare in stagione, a 1,98 è stato chiaro. Ora devo trovare continuità in allenamento, per stabilizzarmi tecnicamente”. Formia è stata ancora una volta decisiva: “Un vero e proprio rifugio, non avessi avuto la possibilità di allenarmi lì, quando ho voluto, quando ne ho avuto bisogno, non sarei riuscita a presentarmi al Mondiale. I Giochi Olimpici? Sono il mio primo obiettivo, e devo ammettere che esco dal Mondiale indoor con più fiducia”. Ora, una settimana di vacanza e di qualche licenza alimentare: “Sono uno scheletro, sono scesa a 56 kg., ora un po’ di dolci me li sono meritati, e anche un po’ di cioccolata, che mi è mancata tanto. Poi si ricomincia. Andrò due settimane a Tenerife, in aprile, per avere condizioni climatiche più favorevoli, poi penso che esordirò in giugno, vediamo in quale meeting internazionale”. Prima di far rotta sugli Europei di Helsinki, e sui Giochi di Londra.
60 metri Uomini – Semifinali – Simone Collio è subito nella prima delle tre semifinali. Ha una buona reazione allo sparo (0.135), ma sembra non riuscire mai ad ingranare l’ultima marcia, e a sfruttare pienamente la breve fase di lanciato.
In cinque si tuffano sul filo, ben distanti dallo statunitense Justin Gatlin (primo in 6.50): la spunta il marocchino Ouhadi, che firma il primato nazionale in 6.68 e va in finale. Collio è quinto in 6.71, tempo diviso con altri due avversari. “E’ una grande occasione sprecata, purtroppo – dice l’azzurro nel dopo corsa – non so perché, ma non sono riuscito ad accelerare come avrei dovuto e voluto. Non ero fluido, purtroppo c’è poco da fare”. Il giamaicano Nesta Carter (primo nella seconda in 6.56) e l’altro statunitense Trell Kimmons (6.61) completano il tris dei vincitori delle semifinali.
60 ostacoli donne – Semifinali – Finisce la corsa delle ostacoliste azzurre al Mondiale. Marzia Caravelli spreca una grande occasione, finendo quinta in 8.12, a soli 5 centesimi dal quarto posto, l’ultimo utile per l’approdo in finale. L’azzurra, allineata nella prima delle due semifinali (con la campionessa del mondo di Daegu, Sally Pearson) non trova la partenza giusta, finendo per scendere dal primo ostacolo in netto ritardo. La successiva progressione, seppure molto efficace, non colma il vantaggio dal gruppetto delle finaliste. Pearson vince in 7.93, la nigeriana Adigun, quarta con il personale di 8.07, chiude il conto. Nella seconda semifinale, vinta dalla bielorussa Talay in 7.99, Veronica Borsi si difende bene ed eguaglia il personale, con 8.18, terminando al settimo posto (ma con lo stesso tempo della quinta). “L’8.07 era alla mia portata – racconta Marzia Caravelli – sono decisamente dispiaciuta. Purtroppo sono partita male, nel senso che ho attaccato il primo ostacolo troppo verso l’alto: non scendevo mai, poi sono rientrata, ma ormai era troppo tardi. Finire da prima delle escluse, raddoppia la delusione. Ad ogni modo, bisogna guardare avanti, e devo dire che questa buona stagione invernale mi dà sicurezza per quella estiva. Essere cresciuta così tanto su una distanza breve come i 60, per me tutt’altro che semplice, mi fa ben sperare per i 100. L’obiettivo è duplice, naturalmente: l’Europeo di Helsinki e ottenere lo standard di partecipazione all’Olimpiade”. Veronica Borsi ha solo una minima insoddisfazione: “Volevo migliorare il mio personale, ma purtroppo sono "solo" riuscita ad eguagliarlo. Però devo dire che mi sono piaciuta, rispetto a ieri ho avuto approccio completamente diverso, nessuna emozione. Anche io ho commesso un errore al primo ostacolo, e quello rimane il mio punto debole su cui impegnarsi per il futuro. Ora passiamo all’aperto, a lavorare in funzione dei campionati Europei di Helsinki”.
File allegati:- RISULTATI/Results
- Le schede degli azzurri
- Le FOTO/Photos
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