Olimpiade triplisti e Romagnolo in finale
07 Agosto 2012di FIDAL
Sorrisi azzurri a Londra nella mattinata della quinta giornata di atletica dei Giochi Olimpici. Tre gli italiani in finale con l'en plein dei triplisti Daniele Greco e Fabrizio Donato ai quali basta un unico salto per mettere al sicuro la qualificazione. Il 23enne pugliese delle Fiamme Oro stampa nella sabbia 17 metri esatti (+0.6), mentre il finanziere campione d'Europa atterra in sicurezza a 16,86 (-1.2), rispettivamente la prima e l'ottava misura. Davanti a tutti, l'iridato statunitense Christian Taylor (17,21/+0.2), mentre l'idolo britannico Phillips Idowu, in non perfette condizioni, esce di scena al quattordicesimo posto con un modesto 16,53. Finale giovedì 9 agosto alle 20:20. Il giorno dopo, alle 21:05, sarà la volta di Elena Romagnolo che stamattina ha brillantemente conquistato l'accesso alla finalissima dei 5000 metri, togliendo quasi sette secondi al primato personale, 15:06.38. Un crono che, per 43 centesimi, lascia fuori dalla finale proprio un'altra azzurra, l'altoatesina Silvia Weissteiner che si era ben comportata nella prima batteria chiusa al settimo posto in 15:06.81. Più indietro, dopo l'impegno nei 10000 della giornata d'apertura, Nadia Ejjafini (15:24.70), mentre si è puntualmente installata al comando dei due "round" la pattuglia delle favorite africane con in testa la triplice olimpionica etiope Tirunesh Dibaba (14:58.48). La mattinata si era aperta con il primatista italiano dei 110hs Emanuele Abate al quale - malgrado un paio di barriere abbattute - è stato sufficiente il quarto posto in 13.46 (+0.7), nella batteria vinta dallo statunitense Aries Merritt (13.07), per fare suo il migliore dei sei tempi di recupero. Semifinale domani sera alle 20:31 dove si troverà di fronte il primatista mondiale Dayron Robles (oggi 13.33) e il russo, campione europeo, Sergey Shubenkov (13.26). Continua, invece, la "maledizione olimpica" del cinese Xiang Liu che termina clamorosamente la sua gara finendo a terra infortunato contro il primo ostacolo. Stasera, intanto, Marzia Caravelli affronterà la terza semifinale dei 100hs (ore 20:31, corsia 8). Tra le sue avversarie, la statunitense Wells e la turca, campionessa europea, Nevin Yanit.
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SALTO TRIPLO, AZZURRO DOPPIO - Missione compiuta per Daniele Greco e Fabrizio Donato. La qualificazione è alle spalle e i loro volti sono distesi.
"Era l'obiettivo della giornata - dichiara Greco - ottenere la misura con il minimo sforzo. E così è stato. Poi sia io che Fabrizio ci siamo potuti permettere di controllare la situazione. Sono soddisfatto perchè sono riuscito a fare 17 metri con una certa facilità e, soprattutto, senza crampi alle gambe. Lo staff federale mi ha aiutato molto in questo. Non sono entrato troppo forte, ho anche preso una piccola botta all'ultimo balzo, ma nulla di che. Ci tenevo tantissimo a questa finale dopo la delusione degli Europei di Helsinki. La condizione c'era allora come adesso. Sinceramente mi trovo a mio agio con questo genere di pedana che mi permette di sfruttare al meglio la mia velocità di rincorsa. In mezzo a questi big mi sento un po' la mina vagante, chissà...per il podio, secondo me, serve almeno 17,50". "La considero una buonissima prova - il commento di Donato - soprattutto di testa. Perchè è proprio quando la condizione fisica non è al cento per cento che bisogna essere liberi mentalmente e sfruttare al massimo le proprie risorse interiori. La pedana è più veloce che reattiva come piace a me che sono un "rimbalzista". Il vento gira di continuo, spesso è un po' trasversale, e bisogna tenerne conto per saltare. Per fortuna, per la qualificazione è bastato un salto di sicurezza che mi ha permesso di conservare energie e tenere a bada i miei dolori. Il fastidio che avvertivo al tendine d'Achille è un po' sceso e mi permette di muovermi quasi naturalmente. Adesso pensiamo a recuperare e a giocarci bene le nostre carte in finale". Sia per il 23enne Greco che per il 35enne Donato (alla quarta partecipazione olimpica, dopo un titolo continentale outdoor e un oro e un argento europei in sala) quella di giovedì sera sarà la prima volta in una finale a cinque cerchi, traguardo mai raggiunto insieme da due azzurri nella stessa edizione dei Giochi. Erano 12 anni che un triplista italiano non arrivava in finale all'Olimpiade, l'ultimo fu Paolo Camossi, ottavo a Sydney 2000. In questa specialità l'unica medaglia per l'Italia era stato il bronzo di Giuseppe Gentile a Città del Messico nel 1968.
ROMAGNOLO, SECONDA FINALE OLIMPICA - Nel 2008 a Pechino lo era stata nei 3000 siepi chiusi all'undicesimo posto, dopo aver stabilito, per l'ennesima volta, il record italiano assoluto della specialità in batteria (9:27.48). Quattro anni dopo, a Londra 2012, Elena Romagnolo centra la seconda finale olimpica, stavolta nei 5000 metri con quasi 7 secondi di personal best (15:06.38) e una gara in progressione nella quale, al momento decisivo, è riuscita a restare in scia alle più forti. "Sono contenta - le parole della piemontese dell'Esercito - perchè ci ho creduto, provandoci dal primo all'ultimo metro. Nei primi giri ho un po' faticato, ma poi ho trovato il ritmo giusto per stare nel gruppo senza disperdere troppe energie. Il periodo di crisi che ho un po' vissuto lo scorso anno mi è servito e mi ha fatta maturare. Da un momento negativo ho tirato fuori forze positive".
Per la statistica, era da Atlatanta 1996 (edizione del bronzo di Roberta Brunet) che un'azzurra non si qualificava per la finale dei 5000 metri ai Giochi. Una finale dalla quale, a Londra, la "lotteria dei ripescaggi" lascia fuori per poco, scalzata dalla stessa Romagnolo, l'altoatesina Silvia Weissteiner, prima delle escluse. La forestale ha affrontato con grande determinazione la prima batteria mettendosi subito in testa a tirare affiancata dalla giapponese Fukushi. Poi nei giri finali, di fronte allo sfuggente allungo delle etiopi Tirunesh Dibaba (14:58.48) e Meseret Defar (14:58.70), ha lottato per un piazzamento fino al traguardo, terminando settima in 15:06.81. "Gli ultimi giorni - racconta la Weissteiner - sono stati un po' incognita per me. La scorsa settimana ho avuto l'influenza e sinceramente oggi davvero non pensavo di poter correre così. Agli Europei non ero mai riuscita ad entrare in gara, qui ci ho messo tutto quello che avevo". Nadia Ejjafini, alla sua seconda gara a Londra dopo i 10000 metri di venerdì scorso, oggi ha tentato di esplorare la testa della corsa nelle prime fasi di gara, ma è stata poi lentamente riassorbita dal gruppo fino a concludere staccata al 14° posto della seconda batteria (15:24.70). "Ho pagato la stanchezza dei 10000 metri - dichiara l'italo-marocchina dell'Esercito - e una condizione non eccellente a casua dei problemi di salute patiti nelle scorse settimane. Ho cercato di agganciarmi all'inizio, ma quando le altre hanno cambiato passo non ce l'ho fatta a seguirle. Peccato perchè speravo di fare almeno il personale, ma sono comunque contenta di essere riuscita a portare a termine entrambe le gare".
BOLT, E ADESSO I 200 - Torna in pista il re della velocità Usain Bolt, in cerca della conferma anche sul trono dei 200 metri: nella prima batteria il giamaicano si concede un allungo in assoluta tranquillità, vincendo in 20.39 (+0.9). Subito dopo tocca al francese Christophe Lemaitre, campione europeo e bronzo iridato, che aveva rinunciato alla gara più breve ed è quindi all’esordio olimpico, celebrato con un altrettanto facile 20.34 (-0.1). Anche gli altri giamaicani si aggiudicano le loro batterie: Yohan Blake, argento sui 100, che corre in 20.38 (0.0) e poi Warren Weir, 20.29 (-0.4). Ma a far segnare il miglior crono della mattinata è l’ecuadoriano Alex Quinonez, con 20.28 (+0.7) di primato nazionale davanti allo statunitense Wallace Spearmon (20.47). Appuntamento alle semifinali di domani sera (ore 21:10), mentre la finale è in programma giovedì (ore 21:55). Nel giavellotto donne, quasi tutte le favorite ottengono subito la qualificazione automatica, fissata a 62 metri: la ceca Barbora Spotakova (66.19), olimpionica in carica, insieme alle tedesche Obergföll (66.14) e Stahl (64.78), nel gruppo successivo la sudafricana Viljoen (65.92), capolista stagionale, la cinese Lu (64.45), la russa Abakumova (63.25), a cui si aggiunge l’islandese Hjalmsdottir che porta il record del suo Paese a 62.77. Niente da fare invece per la britannica Goldie Sayers, condizionata da un infortunio (dopo il 66.17 ottenuto tre settimane fa nella tappa londinese della Diamond League), e un’altra vittima eccellente è l’ucraina Vira Rebryk, campionessa europea, che non va oltre 58.97 e viene così eliminata.
File allegati:- RISULTATI/Results
- Le FOTO della QUINTA GIORNATA/Photos
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