Un giorno, un'impresa
27 Aprile 201327 aprile. Giorno fondamentale nella storia del salto con l’asta e non resta che spiegare il perché e il percome. Il luogo è Stanford ed è il 1957: il record del mondo è fermo da quindici anni, quando Cornelius Warmerdam, detto l’Olandese Volante, ha firmato a Modesto il suo settimo limite, senza distinguere tra quelli che furono o meno presentati al giudizio della Iaaf. Il californiano Cornelius, che diede il meglio nel periodo bellico, segnato da due edizioni cancellate dei Giochi Olimpici, saltava con un’asta di bambù e il suo tetto fissato a 4,77 desta ancor oggi stupore e rispetto.
E’ un limite sacro ed è necessaria una rivoluzione per abbatterlo. O per aprire una nuova era. Bob Gutowski si serve di un attrezzo in alluminio per offrire al pubblico di questo meeting universitario la gara perfetta: sei salti alla prima prova, da 4,31 a 4,78. Sei mesi prima era stato argento olimpico alle spalle di Bob Richards, detto il Vicario Volante, e due mesi dopo l’exploit sarebbe salito a 4,82, ma il record non sarebbe andato a libro perché l’asta ricadde sui sacconi. Di fronte a prodigi così mirabili e a una fine tragica, si è tentati di dire che Gutowski sia stato rapito dagli dei. In realtà venne travolto e ucciso da un guidatore ubriaco: aveva 25 anni e alle Olimpiadi di Roma mancava meno di un mese.
Sempre un 27 aprile, quello del 1963, regalò l’ingresso in una nuova dimensione, concessa dall’adozione, due anni prima, delle prime aste in fibra. Se Mark Wright era stato nel ’12 il primo a varcare i 4,00, se Sergei Bubka sarebbe stato l’esploratore dei 6,00, toccò a Brian Sternberg offrire la prima irruzione a 5,00. Capitò a Filadelfia, Penn Relays, sesto salto, dopo un errore a 4,57 e un altro a 4,72. A 4,90 e 5,00 non ebbe bisogno di prove d’appello e andò anche a sfidare, senza fortuna, 5.05. Il 7 giugno, a Compton, avrebbe portato il record a 5,08 e una decina di giorni dopo un grave incidente in allenamento lo avrebbe costretto su una carrozzina. Un altro Icaro con le ali bruciate.
Giorgio Cimbrico
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