Un giorno, un'impresa
27 Maggio 201327 maggio. Quarant’anni fa, a Los Angeles, Rick Wohlhuter, corridore di aggraziata e leggera taglia, corse le 880 yards in 1’44”6 e, secondo convenzioni accettate, diventò anche il primatista mondiale della distanza metrica in forza di quella differenza di 0.7 stabilita tra la distanza metrica e quella imperiale.
Non fu difficile definirla una vendetta nei confronti di Dave Wottle, lo strano tipo che correva con un cappellino piantato in testa, che aveva battuto Rick ai Trials del ’72 eguagliando un “affollato” 1’44”3, occupato dal neozelandese Peter Snell, da Jim Ryun e dall’australiano Ralph Doubell. Wottle, da Canton, Ohio, adottava una tattica attendista che gli fruttò anche l’oro olimpico con volata spietata su Yevgeni Arzhanov, che capitombolò sul traguardo, e su Mike Boit, dotato di un formidabile paio di zanne e destinato a un’interminabile carriera. Wohlhuter, caduto in batteria, non ebbe accesso a quella selvaggia finale.
Il doppio record venne sotto l’equilibrata regia di Mark Winzeried, destinato a un’eccellente e fruttuosa carriera di scanditore di ritmo, che offrì un primo giro in 52”0, con Rick alle sue immediate calcagna e il sudaficano Danie Malan nei pressi. A seguire, un secondo quarto di miglio appena più lento, 52”6, per spingersi, teoricamente, per primo sotto il muro dell’1’44”. Un mese dopo, all’Arena di Milano, Marcello Fiasconaro avrebbe tagliato la testa al toro, ma avremo modo, tempo e spazio per parlarne. Giusto in trenta giorni.
Due anni dopo, il nuovo mezzofondo americano avrebbe perduto uno dei suoi simboli, Steve Prefontaine, scomparso a 24 anni in un incidente automobilistico, lo stesso destino in agguato per ivo Van Damme, uno dei protagonisti della finale di Montreal che si trasfrmò in uno dei momenti più alto della vita in pista di Rick, terzo in 1’44”1 dietro a Alberto Juantorena e al povero belga. Nel frattempo Wohlhuter aveva corso il mezzo miglio in 1’44”1 (senza che fosse rilevato il tempo di passaggio agli 800) ma in ogni caso il cubano, primo olimpionico non di lingua inglese sulla distanza, spazzò via dubbi e incertezze galoppando in un tonante 1’43”5.
Rick, laureato alla prestigiosa (soprattutto in campo sportivo) Notre Dame, ha 64 anni e il suo 2’13”9 sui 1000, tuttora primato americano, gli assegna ancora la settima posizione tra i migliori performer di sempre sul chilometro. Non è poco dopo quasi 40 anni dall’exploit mondiale che seppe offrire sulla pista del Bislett.
Giorgio Cimbrico
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