Un giorno, un'impresa
01 Giugno 20131 giugno. Andando in ordine cronologico. Se il 6 maggio 1954 aveva segnato la prima discesa dell’uomo sotto i 4’ nel miglio, 26 giorni dopo un altro muro cadde, quello dei 29’ sui 10000. Toccò a Emil Zatopek, sulla pista dello stadio Trois Tillauts di Bruxelles, non all’Heysel, dove quattro anni prima il ceko aveva fatto euro doppietta preparando il prodigio di Helsinki, da dove la famiglia Zatopek sarebbe ripartita con quattro medaglie d’oro. Record mai più minacciato e difficilmente minacciabile..
Fu il suo quinto record mondiale sulla distanza, un itinerario che la “locomotiva” aveva iniziato cinque anni prima a Ostrava, con successive stazioni ancora nella città morava (primo risultato della storia sotto i 29’30”), a Turku, in casa di Paavo Nurmi, a Stara Boreslav quando con 29’01”6 andò vicino alla breccia. A Bruxelles chiuse in 28’54”2 (con un altro record del mondo di passaggio: 27’59”2 sulle 6 miglia) in fondo a una prova a cronometro, con distacchi inflitti degni del miglior Indurain: il secondo giunse a 3’.
Continuando. E approdando, sette anni dopo, al 1961, all’Arena milanese e al giorno perfetto dell’uomo del braccio d’oro, di Carlo Lievore vicentino di Carrè che aveva 23 anni e mezzo e che spedì il giavellotto molto lontano,sino a raggiungere la curva della sesta corsia senza attentare alla vita di mezzofondisti (o di marciatori, secondo altra versione) di passaggio. La parabola non fu alta, ma violenta e tesa questo sì, una decina di metri più in là del suo primo tentativo, 76,91. E così alle 17,25 l’Held (l’attrezzo portava il cognome di Bud, l’americano che per primo violò il muro degli 80 metri) decollò per volare e la prima misurazione diede 86,71, record del mondo, quasi settanta centimetri più di Al Cantello, l’americano che chiudeva la rincorsa con un tuffo, 86,04 a Compton il 5 giugno 1959. Venne piantato un picchetto e attorno a esso i giudici montarono la guardia per la seconda definitiva misurazione effettuata con la fettucciona da 100 metri. I misuratori al laser appartenevano alle cronache marziane. Diede 86,74 e i centimetri di progresso diventarono 70 tondi.
In quel clima di genuine celebrazioni del 100° anniversario dell’Unità d’Italia (i veleni e gli ammorbamenti sarebbero venuti dopo), quel record divenne un simbolo, una gioia.
Giorgio Cimbrico
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