Un giorno, un'impresa

13 Giugno 2013

Appuntamento quotidiano con le storie dell'atletica

13 giugno. Nell’inizio d’estate che precede le Olimpiadi di Tokyo, Fred Hansen scalda i razzi ascensionali, allo stadio Balboa di San Diego sale a 5,23 e prova ad andare al di là di 5.28, la quota che supererà un mese dopo a Los Angeles nel vertice politico-sportivo tra Usa e Urss, un classico della Guerra Fredda. Nella gara di San Diego, Fred, 23 anni e texano di Cuero, si lascia alle spalle John Pennel che aveva disseminato il 1963 di sei record del mondo, l’ultimo a 5,20, e che proprio quel giorno inizia la sua tribolata estate di infortuni che lo porterà sulla pedana olimpica con le ciance di vittoria ridotte a un cencio.

A Tokyo la gara fu lunghissima (otto ore e mezzo), massacrante e, all’epilogo, drammatica. Il tedesco Wolfgang Reinhardt aveva deciso di affrontare 5,05 ed era andato al di là assicurandosi una medaglia. Quale? Hansen avvva provato l’azzardo ed era passato. A 5,10, due errori a testa, con la concreta possibilità che per la prima volta nella storia olimpica l’oro dell’asta non andasse a un americano. A guardar bene, non una sorpresa clamorosa: quell’anno Reinhardt era già riuscito ad avere la meglio su Hansen che, con piccolo margine, scacciò la paura e riuscì a scavalcare l’asticella. “In quel momento pensavo più al mio paese che a me stesso”, dichiarò subito dopo Hansen per la gioia dello zio Sam. Pennel, che si era presentato in condizioni fisiche miserande, fece lo spettatore e finì 11°.

Ma John non si arrese e, mentre Hansen sparì piuttosto in fretta dal palcoscenico importante, tornò altre due volte in cima al mondo duellando in alta quota con Bob Seagren e con Paul Wilson. Ma per la seconda volta i Giochi non gli sorrisero: a Mexico City finì quinto, a 5 centimetri dal podio occupato da un trio a 5,40: nell’ordine Seagren, il tedesco ovest Claus Schiprowsi e il tedesco est Wolfgang Nordwig, dotato di feroce agonismo. Pennel superò anche questa bruciante delusione e il 21 giugno 1969, a Sacramento, si fece fiondare a 5,44. Tra ufficiali e ufficiosi la sua vita in pedana si chiuse con nove record del mondo e neppure una medaglia a cinque cerchi, imitando il destino di famosi attori che ebbero miriadi di nominations senza mai stringere nelle mani un Oscar.

Giorgio Cimbrico



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