Una storia al giorno

20 Settembre 2013

Personaggi e vicende dell'atletica di sempre

20 settembre. Nel giorno della Breccia di Porta Pia, anche Gunder Hagg ne aprì una. Capitò nel 1942, allo stadio Slottsskogsvallen di Goteborg, quando Under Gunder, il meraviglioso Gunder, diventò il primo uomo a scendere sotto i 14’ nei 5000: 13’58”2, dieci secondi abbondanti sul Taisto Maki della pregiata annata 1939. Per lo svedese fu la più grande stagione della sua singolare carriera: dieci dei suoi quindici limiti mondali portano quel millesimo.

Singolare perché tutti i record furono ottenuti sul patrio suolo: Goteborg, Stoccolma, Malmoe, Ostersund. Lo scenario non permetteva trasferte: la guerra infuriava dall’Europa al Nordafrica,dall’Atlatico al Pacifico e, oltre alla Svizzera, solo la Svezia riuscì a mantenere la neutralità. In realtà Hagg riuscì una volta a varcare i confini per recarsi in Usa, correre otto gare, vincerle tutte e iniziare a far mormorare sul suo status di dilettante disposto a rimediare un po’ di dollari. Aver percepito guadagni durante tour americani era stato fatale a Paavo Nurmi, escluso dalla maratona di Los Angeles che avrebbe dovuto trasformarsi nell’apoteosi del Grande Silenzioso, e identico destino toccò ad Hagg che, dopo aver visto svanire i Giochi del 1940 e del 1944 cancellati dalla guerra, non fu ammesso all’Olimpiade di Londra. In questo senso, gli impervi tempi moderni hanno almeno un pregio: hanno saputo spazzare via le ipocrisie e i “sacerdoti” che amministravano quei puri sacramenti.

Per la prima discesa sotto i 14’ Hagg non ebbe al fianco il suo grande avversario: Arne Andersson (che gli sottrasse una volta il record dei 1500 e tre volte quello del miglio) raramente si spingeva sulle lunghe distanze. La gara venne lanciata su ritmi “moderni” (2’40” al chilometro) prima che il ritmo si aggiustasse su una media attorno ai 2’50”, sufficiente perchè il muro venisse scavalcato da un campione che, in seguito, non ebbe vita facile: malgrado quel gruzzolo americano, con l’atletica non era diventato ricco e così si arrangiò facendo il taglialegna, il pompiere, il commesso. E’ morto nove anni fa e da tempo quelle magnifiche gambe non funzionavano più.    

Nel miglio, in tre successive tappe e opportunamente stimolato da Andersson, portò il limite a 4’01”4 (in quell’occasione il suo grande avversario gli finì a otto decimi) e preparò lo scenario per un’altra breccia quella che avrebbe scavato nove anni più tardi Roger Bannister sulla pista di Iffley Road in una giornata ventosa e storica. Sempre nel maggio del ’54 perse anche il record dei 5000: capitò quando Emil Zatopek limò un secondo spaccato sulla gloriosa pista parigina di Colombes.

Giorgio Cimbrico



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