Una storia al giorno
23 Dicembre 201323 dicembre. Rick Wohlhuter, oggi 65 anni, era un corridore di taglia leggera ed elegante che, in quello che poteva essere il più grande giorno della sua vita, si trovò stretto – o stritolato - da due giganti: Alberto Juantorena e Ivo van Damme, che ebbe vita brevissima ma che continua ad alimentare il suo ricordo grazie al meeting che porta e porterà sempre il suo nome.
Alla vigilia di Montreal ’76, Rick, nativo dell’Illinois e laureato in un’università illustre che allo sport ha dato molto (Notre Dame), sottovalutò el Caballo: “E’ forte, ma tre turni per chi ha poca esperienza suli 800 possono rivelarsi fatali. Per me non ha la resistenza”. Ebbe torto marcio. In finale il cubano mostrò di avere molta ed eccellente benzina: passò in 50”9, vinse con un nuovo record mondiale portato a 1’43”50, trascinò van Damme a 1’43”86. Rick finì terzo in 1’44”12: migliorare di sette decimi il suo miglior tempo di stagione gli servì solo a raccogliere la medaglia di bronzo.
La carriera di Wohlhuter si risolve in una serie di occasioni perdute: a Monaco ’72 era da molti considerato degno di puntare al podio, ma cadde in batteria e fu costretto a guardare dalla tribuna dell’Olympiastadion bavarese la vittoria, ovviamente in rimonta, di Dave Wottle, quello che correva sempre con un cappello da baseball piantato sul cranio e a cui Yevgeni Arzhanov e Mike Boit provarono invano di render meno tagliente la lama del finale.
Nel ’73, a Los Angeles, un mese esatto prima dello stordente exploit di Marcello Fiasconaro all’Arena, Rick corse le 880 yards in 1’44”6: era virtualmente un record mondiale anche metrico, con presumibile prima discesa sotto gli 1’44”: tra 800 e 804,68 è adottata una differenza di sette decimi e il record, al momento, era il triplice 1’44”3 di Peter Snell, Ralph Doubell e Wottle. Niente da fare: solo record sul mezzo miglio.
Lo stesso capitò nel ’74, a Eugene, tempio americano delle distanze (e luogo fatale al povero Steve Prefontaine), quando Wohlhuter si lasciò alle spalle le 880 in 1’44”1, con metà offerte in 51”0 e 53”1. Ma il probabile 1’43”4, tre decimi meglio di March, non venne alla luce: nessun tempo ufficiale di passaggio era stato previsto. Nella stessa stagione, anche 2’13”9 sui 1000 che, dopo quasi quarant’anni, tiene ancora come record degli Usa. Fregato dalle yards e premiato dai metri. Strano destino.
Giorgio Cimbrico
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