Una storia al giorno

25 Dicembre 2013

Personaggi e vicende dell'atletica di sempre

25 dicembre. Sarebbe facile far risalire il “Natale dell’atletica” a tempi remoti, leggendari, popolati di semidei e di eroi (il decathleta Ercole o il gigantesco Aiace che, da come lo descrive Omero, doveva essere un formidabile discobolo) o di campioni paesani nati in quella nebbia che appena cela l’età d’oro della civiltà celtica.

Ma di fronte a una scadenza così importante nasce il bisogno di qualcosa di più solido e così non resta che scartabellare, sentire odor di carta vecchia, per scovare un Natale convincente in quel che capitò il 12 marzo 1864 (il 150° anniversario è vicino e sicuramente verrà celebrato) al Christ Church Sports Ground di Oxford: la prima riunione di atletica, il primo incontro a squadre, la “premiére” di qualcosa di codificato. Che non ebbe come teatro un campo di atletica come lo intendiamo noi, ma un prato dove gli studenti giocavano lo sport più amato, il cricket che per gli inglesi e per molti abitanti dell’ex-Impero più che un’attività sportiva è un costume di vita. Il campo esiste tuttora, proprietà del college che porta quel nome: la Chiesa di Cristo.

Leggendo la cronaca di quella storica giornata, c’è da osservare che l’atletica seppe richiamare subito un  pubblico più che rimarchevole: 4.000 spettatori erano sul prato e altri 4.000 assistevano dalla strada, nei pressi del Magdalen College, al faccia a faccia tra Oxford e Cambridge. Giudici-arbitri, i reverendi Faber e Stephen.

La fotografia esisteva già e circa una decina di anni prima l’inviato del Times aveva documentato in qualche modo la Guerra di Crimea (proprio in periodo quel alcuni suoi colleghi stavano sviluppando quest’attività sui campi di battaglia della Guerra Civile americana), ma non ci sono immagini di quel pomeriggio di inizio primavera, solo qualche incisione con giovanotti maglietta e calzoncini alle ginocchia che si ingegnano a superare barriere dall’aspetto massiccio e minaccioso. Il pubblico è quello dell’età vittoriana: gentiluomini con tuba e favoriti, ufficiali in permesso, signorine di buona famiglia che avevano portato l’ombrellino ma, conoscendo il clima delle isole a marzo, non per ripararsi dal sole. Il Christ Church Sports Ground non era un paese per poveri.  

Il programma prevedeva otto gare e alla fine le due università contarono quattro vittorie a testa. La settimana prima si erano affrontate a biliardo. Delle gare di corsa si conoscono i vincitori, non le prestazioni. Dei salti si sa qualcosa di più: Gooch, del Merton College di Oxford, saltò in alto 5 piedi e 5 pollici, più o meno 1,65, e nel lungo toccò i 17 piedi, intorno ai 5,20, e un cronista locale si stupì constatando che aveva saltato tre volte in estensione la sua statura e in elevazione l’aveva più o meno eguagliata. Sempre per l’università che indossa il blu, Derbyshire, del college Wadham, colse le 100yards e il mezzo miglio. Gli ospiti, tutti del Trinity, vinsero le 120 yards ad ostacoli con Daniel, le 200 yards sempre ad ostacoli con Finch, il miglio con Laws e le siepi con Carrell: la distanza era sulle due miglia e si correva sui prati attorno al Ground, scavalcando ostacoli naturali e non le asettiche riproduzioni a cui siamo abituati. Era una campestre e attirò grande tifo.

L’atletica stava prendendo campo. Meno di un mese dopo, il 9 aprile, il Lac, London Athletics Club, nato l’anno prima, organizzò sul campo di Beaufort, nel quartiere di Brompton, una riunione che qualcuno ipotizza possa essere considerato il primo meeting. Anche in questo caso, la scadenza del secolo e mezzo è dietro l’uscio.

Giorgio Cimbrico

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