Una storia al giorno

24 Gennaio 2014

Personaggi e vicende dell'atletica di sempre

24 gennaio. Un giorno che si adatta all’addio di grandissimi, di grandi, di indimenticabili: nel ’65 toccò a Winston Churchill, l’uomo che cambiò il senso della storia: nel 2003 a Gianni Agnelli. Con i marchi Fiat, Iveco, Fiat Cameri, Fiat Sud Lazio, l’Avvocato è stato il principale – absit iniuria verbis, poco interessato - di molta atletica italiana degli anni ruggenti e vincenti. Tanto per chiarire e per ridurre a rapida formula, il tempo felice della triade Mennea-Simeoni-Damilano. E non solo.
Come è noto, Agnelli amava la Juventus e il calcio – prego, il football, come diceva lui -, la F1, la vela, lo sci. Anzi, lo ski come diceva lui, che lo vide appassionato praticante sulle piste di proprietà, al Sestriere, e a St Moritz. Ebbe anche un brevissimo innamoramento per lo slittino, prese qualche lezione dal leggendario Nino Bibbia, oro olimpico nello skeleton, ma decise in fretta che quella non era l’arte sua.

Al tempo in cui in cui gli atleti torinesi o “importati” indossavano la maglia rossa con lo stemmino C. S. Fiat, l’annuale premiazione era il momento in cui incontrarlo, ricevere una medaglia, stringergli la mano, rendersi conto che l’Avvocato esisteva, in carne e ossa, e non era puro spirito sceso dall’empireo di Mirafiori o della villa in collina. Di una di queste occasioni approfittò Michelone Sorrenti, calabrese grande e grosso, primo italiano a superare i 19 metri, operaio vero, lanciatore ricco di passione, assai timido quando lasciava la pedana.

Durante una di queste premiazioni, al momento dell’incontro ravvicinato con tanto nume, farfugliò all’orecchio dell’Avvocato se sarebbe stato possibile avere qualche “buono bistecca”, previdenza che toccava agli atleti-dipendenti più meritevoli, al fianco di giorni di permesso extra per gli allenamenti. “Ma come, lei è già così gvosso e vuol diventare ancora più gvosso?”, replicò l’Avvocato provocando il sorgere sul volto di Michelone di un’ondata di rosso cardinalizio. Al pari del suo antico presidente, anche Sorrenti, scomparso meno di tre anni dopo l’Avvocato, ha avuto il suo riconoscimento: una piazza nella natia Lappano, sui contrafforti della Sila. Chi ha avuto l’idea e l’ha portata avanti, merita riconoscenza e simpatia.

Giorgio Cimbrico

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