Europei: da Berna a Zurigo
08 Maggio 2014di Giorgio Cimbrico
Il 1954 ha nel suo archivio un paio di eventi giubilari, da ricordare e festeggiare sessant’anni dopo: la prima volta dell’uomo sotto i 4’ nel miglio e la prima volta degli Europei ospitati in Svizzera, a Berna (fra poco, tocca al Letzigrund di Zurigo), dove proprio Roger Bannister offrì la terza parte del suo Slam, iniziato sulla pista di Iffley Road, Oxford, con la meravigliosa irruzione e proseguita a Vancouver, ai Giochi del Commonwealth quando, il 7 agosto, in un finale memorabile, piegò l’australiano John Landy che nel frattempo lo aveva privato del RECORD, scritto tutto con lettere maiuscole.
Sulla pista del Wankdorf, il 29 agosto (a 115 giorni dall’impresa oxfordiana o oxoniana, dal nome latino della città universitaria, Oxonium), si gareggiò sulla distanza metrica e non su quella imperale, quei 1500 che a Bannister erano stati fatali a Helsinki ’52, quando era finito a sei decimi dal podio nella finale andata a sorpresa al pelatino lussemburghese Josef Barthel, con Charlie Gaul una delle glorie sportive del Granducato. Per Bannister non fu una passeggiata: il danese Gunnar Nielsen tento di insidiarlo e terminò a poco più di mezzo secondo: 3’43”8 a 3’44”4. La corona europea e il record dei campionati segnarono anche l’addio all’atletica del venticinquenne Roger che dedicò i successivi quattro decenni alla ricerca in campo neurologico.
Un altro protagonista della conquista della nuova frontiera, Chris Chataway, ebbe il primo di un paio di momenti di gloria vissuti in proprio e non da scudiero: secondo nei 5000, davanti a Emil Zatopek e alle spalle di Vladimir Kuts, che diede la prima delle sue quattro spallate al record del mondo: 13’56”6. Anche questo limite avrebbe avuto vita breve: il 13 ottobre, nel corso del match Londra-Mosca, Chataway scese a 13’51”6 infilando nel finale il sovietico che alle 3 miglia aveva arricchito la sua collezione di un altro record del mondo in 13’27”.
Il Wankdorf celebrò l’ultima puntata della magnifica saga scritta da Adolfo Consolini e Giuseppe “Beppone” Tosi e mai come questa volta il Porthos di Borgo Ticino andò vicino a far la festa al Titano veronese di Costermano: 53,44 per Adolfo, 53,34 per Giuseppe. Il testa a testa era iniziato a Oslo ’46 (Consolini 53,23, Tosi 50,39), proseguito a Giochi di Londra (52,78 a 51,78) e a Bruxelles ’50 (53,75 a 52,31) producendo quattro vittorie di Adolfo e quattro medaglie d’argento di Beppone.
La rassegna bernese produsse altri due record del mondo (63,34 del martellista sovietico Mikhail Krivonosov e 8’49”6 del siepista ungherese Sandor Rozsnyoi, primo limite riconosciuto dalla Iaaf) e regalò all’atletica azzurra il bronzo della 4x100 femminile che quel giorno schierò Maria Musso, Giuseppina Leone, Letizia Bertoni e Milena Greppi. Della seconda frazionista si sarebbe ancora sentito parlare.
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Una veduta dello Stadio Letzigrund di Zurigo, sede della rassegna continentale 2014 (foto Organizzatori)
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