Bondarenko e Barshim altissimi 2,42

14 Giugno 2014

Storico duello nell'alto di New York: l'ucraino eguaglia il primato europeo di Sjöberg, il qatariano migliora il suo record asiatico

Una gara di salto in alto senza precedenti nella storia dell'atletica infiamma la IAAF Diamond League a New York. Oggi all'Adidas Grand Prix, Bohdan Bondarenko e Mutaz Barshim volano ad un incredibile 2,42. L'iridato ucraino eguaglia il primato europeo dello svedese Patrik Sjöberg che aveva saltato la stessa misura il 30 giugno del 1987 a Stoccolma; il 23enne del Qatar supera di un centimetro il già suo record asiatico stabilito lo scorso 5 giugno al Golden Gala Pietro Mennea di Roma. 2,42 significa per entrambi anche il secondo posto nelle liste mondiali di tutti i tempi a soli 3 centimetri dallo storico 2,45 di Javier Sotomayor (Salamanca, 27 luglio 1993). E proprio all'attacco di quel record che resiste da quasi 21 anni stasera sono andati tutti e due nella Grande Mela. Asticella posizionata a 2,46, per la storia. Non si erano mai visti due atleti tentare, con tanta convinzione e sulla stessa pedana, l'assalto a quel limite altissimo. Oggi, però, non era forse ancora l'occasione giusta per compiere anche quell'impresa che ormai sembra proprio avere i giorni e i centimetri contati.

DUELLO IN ASCESA - L'ancora 24enne Bondarenko "si arrampica" a 2,42 in appena 5 salti. Entra  in gara a 2,25 e dieci centimetri dopo si rivede - senza nemmeno togliersi la calzamaglia, come fosse ancora in riscaldamento - a 2,35. Da notare che oggi con questa stessa misura il suo connazionale Andriy Protsenko ha conquistato il terzo posto. Poi il campione del mondo di Mosca 2013 alza la mira a 2,40 dove, però, incappa nel primo errore della giornata. Nulla di grave perchè al secondo tentativo è al di là di quel muro che in carriera ha scavalcato altre tre volte. A 2,42, invece, non si concede alcuna prova d'appello: la prima è già perfetta così come quella di Barshim. Solo che il qatariano per arrivarci si è giocato ben 10 salti a partire da 2,20, lasciando tre "X" lungo la sua progressione (due a 2,35 e una anche lui a 2,40).

Il giovane iridato indoor decide di non attaccare subito il record del mondo, ma approccia 2,44. Non ci riesce: abbatte l'asticella con la schiena, si rialza di scatto e sceglie di proseguire la sfida con l'avversario a 2,46. Primo assalto: Barshim si contorce nel valicamento portandosi via l'asticella con la parte bassa del corpo, Bondarenko la centra in pieno con la spalla. Secondo: errore abbastanza netto per entrambi. Il terzo è affare solo di Bondarenko che prende la rincorsa e praticamente senza abbozzare il salto saluta il pubblico con un inchino. Alla prossima. Barshim intanto un record del mondo lo ha già fatto: è il primo atleta a perdere una gara con 2,42. Incredibile.

AZZURRI - Nel sfida stellare dell'alto, sesto il primatista italiano assoluto indoor Marco Fassinotti. Il torinese dell'Aeronautica supera senza problema 2,20 e 2,25, ma poi commette tre errori a 2,29, misura che ne avrebbe rappresentato il personal best outdoor. Sempre in chiave azzurra dopo l'8:51.81 indoor di quest'inverno, Margherita Magnani realizza sempre a New York il suo miglior crono anche nei 3000 metri all'aperto. La gara si spezza rapidamente in due con l'azzurra che si resta da sola a provare a ricucire lo strappo con il treno delle migliori. Davanti, intanto, si transita in 2:49.96 al primo 1000 con Mercy Cherono che prende il comando delle operazioni e passa ai 2000 in 5:34.75. La keniana, argento mondiale dei 5000, vince in 8:39.84. La mezzofondista delle Fiamme Gialle è, invece, quattordicesima in 8:57.42, quasi tre secondi meglio del 9:00.25 da lei corso a Rieti nel 2013.

 

5 WORLD LEAD, WEIR 19.82 NEI 200 - Oltre a quella dell'alto maschile sono altre quattro le migliori prestazioni mondiali stagionali stabilite oggi nel meeting della Grande Mela: una ad opera di un'ex iridata, la brasiliana Fabiana Murer 4,80 nell'asta e le altre a firma di tre bronzi olimpici ovvero il giamaicano Warren Weir 19.82 (-0.2) a 3 centesimi dal PB nei 200 metri sul connazionale Nickel Ashmeade 19.95, il portoricano Javier Culson 48.03 nei 400hs e la tedesca Linda Stahl 67,32 nel giavellotto.

RITORNI E CONFERME - Gara tattica e riscatto vincente per David Rudisha, reduce dalla sconfitta patita all'esordio stagionale ad Eugene. L'olimpionico e primatista del mondo degli 800 metri chiude il discorso in 1:44.63 (1:18.03 ai 600m) davanti all'irlandese Mark English (1:45.03) e allo statunitense Duane Solomon (1:45.13). Si rivede in pista anche il giamaicano Yohan Blake, ma nei 100 metri controvento (-1.9) viene battuto dal connazionale Nesta Carter 10.09 a 10.21. 44.19 e record del meeting per l'iridato LaShwan Merritt nei 400 metri seguito dal sorprendente 21enne sudafricano Wayde Van Nierkerk (44.38, record nazionale). Al femminile velocità e ostacoli a stelle e strisce: Tori Bowie 11.07 (-0.1) nei 100 metri, Tianna Bartoletta (dopo il recente exploit "over 7 metri" nel lungo di Oslo) 22.68 (-0.5) nei 200 e Queen Harrison 12.62 (-2.1) nei 100hs. Nel mezzofondo, la campionessa del mondo Abeba Aregawi conquista i 1500 in 4:00.13 tallonata dall'ancora 17enne etiope Dawit Seyaum (4:00.66), mentre  l'etiope Sofia Assefa fa il vuoto nei 3000 siepi in 9:18.58. Cinquantesimo successo consecutivo per la neozelandese Valerie Adams che, però, oggi nel getto del peso deve faticare più del previsto per domare, 19,68 a 19,51, la statunitense Michelle Carter. Nel disco, l'ennesimo round Harting-Malachowski vede prevalere nuovamente il tedesco per 68,24 a 65,45.

a.g.

RISULTATI/Results

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