Eugene, Folorunso e Ragonesi settimi
26 Luglio 2014di Raul Leoni
In archivio la quinta e penultima giornata dei Mondiali juniores a Eugene: finalmente, dopo tanti piazzamenti nelle finali “allargate”, arriva la prima classifica in “zona punti” per la rappresentativa azzurra: Ayomide Folorunso è settima nei 400hs e si migliora ancora con 58.34 (ad 1/100 dalla sesta piazza). Nel prosieguo del pomeriggio si registra un altro settimo posto, merito del discobolo Gian Piero Ragonesi, che incrementa a 60.47 il PB di 60.30 ottenuto in qualificazione. In pedana nell’asta c’è Luigi Colella: il figlio d’arte foggiano cresciuto in California eguagliato con 5.20 il suo PB e chiude 11°. Undicesimo posto anche per la “capitana” della spedizione italiana, Ottavia Cestonaro: la vicentina della Forestale, in non perfette condizioni, salta 13.03 (+1.5) e resta fuori dalle otto. Nonostante una splendida condotta di gara, il bellunese Enrico Riccobon resta fuori dalla finale degli 800 metri: è quinta nella sua semifinale (1:49.40, a mezzo secondo dal ripescaggio) e nella classifica finale del turno è 10°: l’ennesimo piazzamento di un mezzofondo giovane comunque molto vivace. Eliminata in batteria la 4x400m azzurra (10° tempo, 3:43.06 per Ylenia Vitale, Lucia Pasquale, Alessia Baldi e Alice Mangione, parziale da 53.8 per l'allieva siciliana). E domani si chiude con tre azzurri nelle finali dell’ultima giornata: Erika Furlani (alto), Lorenzo Dallavalle (triplo) e Yohanes Chiappinelli (3000m siepi).
I protagonisti della quinta giornata. L’oro dei 400hs viene assegnato secondo pronostico: la capolista stagionale Shamier Little resta al di sopra dei suoi tempi migliori, ma è nettamente la più forte (55.66). Tra le cinque finaliste che fanno il PB c’è pure l’azzurra “Ayo” Folorunso (58.34, ad un solo centesimo dal sesto della giamaicana Leith). Nella finale del triplo, abbandonata troppo presto dall’azzurra Cestonaro, il vento la fa da padrone: sette salti su otto della classifica sono oltre la norma, compreso il 14.44 (+3.3) vincente della francese Rouguy Diallo (fuori dal podio l’argento ed il bronzo degli Europei di Rieti, Andrea Panturoiu e Ana Peleteiro, che era anche campionessa uscente di Barcellona). La novità dei 3000m siepi è il sesto posto di una peruviana, Zulema Arenas, che scende ancora sotto i 10’: davanti - come sbagliare? – ci sono solo africane e l’oro va alla ex kenyana, ora con i colori del Bahrein, Ruth Jebet (9:36.74), che lascia le altre medaglie alle già connazionali Chepngetich e Jepkemei. Come due anni fa al Montjuich, anche stavolta l’asta maschile propone un livello eccezionale e i primi otto stabiliscono i loro personali: con 5.50 (e 5.55 fallito davvero per un soffio) il rivale-amico dell’azzurro Colella, Devin King, resta fuori dal podio e quindi festeggia ancora la Francia con Axel Chapelle, 5.55 alla prima prova (nuovo mondiale stagionale, aveva 5.52: poi tre salti falliti a 5.64, quota del primato junior transalpino). Misure importanti anche nel disco, dove anche l’azzurro è protagonista oltre la fettuccia dei 60 metri: ma per il podio si va su lanci più lunghi e quello d’oro per il croato Martin Markovic (66.94) è anche il più lungo della stagione. Dopo un’inguardabile finale del peso – 11° con un risultato di un paio di metri sotto il normale – il tedesco Henning Pruefer si riscatta con l’argento dietro il croato (64.18 PB). In chiusura di pomeriggio, secondo oro di Kaylin Withney, dopo quello sui 200 metri di ieri, stavolta col quartetto Usa che arriva in 43.46, a 17/100 dal primato mondiale juniores. Nella 4x100 maschile, orfana del quartetto azzurro – e qui c’è solo da fare un gigantesco “mea culpa” – gli Stati Uniti schierano un quartetto veramente stellare: oltre a Miller, ci sono i campioni in carica dei 100 e dei 200, Williams e Friday, e il primatista del mondo Bromell. Eppure riescono nell’impresa di non ritoccare il record mondiale juniores (38.66 di Grosseto 2004), mancandolo di 4/100 a 38.70, e si fanno addirittura tallonare dagli irriducibili giapponesi e dai giamaicani.
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ORARIO/Timetable
TV - venerdì 25 luglio (terza giornata)
ore 2:50-6:00 diretta su RaiSport 2
ore 8:30-10:30 sintesi su Eurosport 2 HD (replica ore 11:00-12:30 replica su Eurosport HD)
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LE GARE DELLA QUINTA GIORNATA
Disco (finale) – E’ questa la finale che porta il secondo piazzamento in “zona punti”: il meglio della gara di Gian Piero Ragonesi arriva subito all’inizio, perché l’italo-peruviano di stanza a Miami sigla un altro personale dopo il 60.30 della qualificazione ed incrementa con 60.47. Perché ci si possa aspettare qualcosa di meglio del settimo posto sarebbe necessario una bella gittata nei pressi del record italiano (61.50 di Eduardo Albertazzi, perché il miglior lancio junior dell’ascolano, 62.26, non è stato omologato come primato di categoria). Comunque la maggior parte dei risultati da classifica vengono ottenuti dai protagonisti nei primi tre turni, compreso il 66.94 vincente del crota Martin Markovic, anche per la difficoltà di dominare il vento variabile in quota. Tranne, naturalmente, il 64.18 che vale l’argento al tedesco Henning Prufer, uscito delusissimo dal modesto – per lui – 11° posto nel peso.
800 metri (semifinali) – Enrico Riccobon ha già fatto una bella impresa in batteria, eppure … ci credereste? Quando parte la sua terza semifinale non sarebbe così assurdo pensare ad una qualificazione: tanto per dire, il primo tempo di ripescaggio è 1:48.81 ed il secondo e ultimo è fissato a 1:49.79. Però si tratta di arrivare terzo o almeno quarto e, quanto ad accrediti, il bellunese è il sesto sulle corsie. Stavolta, purtroppo, il proverbiale spunto finale dell’azzurro non è sufficiente, però Enrico si batte davvero benissimo, al limite delle sue possibilità: è quinto con 1:49.40, quindi matematicamente fuori dagli otto, però la classifica finale lo vede al 10° posto, un ranking che ha veramente dell’incredibile se si considerano le condizioni di partenza. Altro dato estrapolato: in finale ci sono tre europei, questo ragazzo cresciuto da Roberto Celato è veramente da tenere d’occhio. Un esame di maturità superato quindi a pieni voti e che consolida le credenziali di un mezzofondo molto vivace qui a Eugene: Stefani, Crippa, domani vedremo Chiappinelli.
Triplo (finale) – No, la “capitana” no! Succede anche ai grandi atleti di arrivare al grande appuntamento in condizioni imperfette: capita anche a Ottavia Cestonaro, che abdica idealmente da quella leadership europea conquistata un anno fa grazie all’oro di Rieti.
Due nulli sanguinosi, poi tutte le speranze affidate all’ultimo salto: al momento serve un 13.29, una misura che “Otta” ha ottenuto tante volte in stagione, ma qui arriva solo un 13.03 (+1.5). Col senno di poi serviva un 13.42 per entrare nelle otto, la gara si presenta di eccellente livello: Ana Peleteiro ed Elena Panturoiu, le “ancelle” del podio di Rieti, ci sono e questo non fa che aumentare il rimpianto.
Asta (finale) – Il merito di Luigi Colella è quello di mantenere intatta la concentrazione: d’accordo, il “paisà” foggiano cresciuto in California è più falloso rispetto alla qualificazione, ma ripete per la terza volta in stagione il suo personale con 5.20 alla terza prova e così legittima in pieno la sua partecipazione alla finale. Dove, non dimentichiamolo, aveva l’ultimo PB tra gli atleti in pedana: “Gino” chiude all’11° posto su 13 finalisti e manda in archivio la sua seconda finale mondiale dopo l’ottavo posto tra gli allievi a Donetsk.
4x400m (batterie) – A parte Ylenia Vitale, che ha fatto due turni della prova individuale, le altre tre sono al debutto in questi Mondiali: anche l’allieva Alice Mangione, che aveva il minimo. La migliore del lotto viene inserita subito al lancio e sembra una soluzione indovinata, visto che la posizione è quella del gruppetto che lotta per la terza posizione utile. Poi le frazioni centrali, con Lucia Pasquale e Alessia Baldi, allargano il gap ma il quarto posto è ancora a portata di mano. Alice Mangione pecca forse di generosità, passa sul rettilineo di fronte la diretta avversaria della Repubblica Ceca e poi subisce il ritorno della rivale nella fase decisiva. Vuol dire il quinto posto, ancora teoricamente utile per il ripescaggio, ma con un tempo fortemente a rischio (3:43.06). Poi le ceche vengono squalificate eppure - come accaduto per la staffetta veloce maschile - i conti non tornano: il crono è davvero modesto, benché la somma delle individualità sia di gran lunga superiore a quanto ottenuto dal quartetto e non basta un lancio dignitoso (Vitale 54.6) e la chiusura generosa di Alice Mangione (53.8 lanciato il parziale dell'allieva siciliana). Infatti la seconda batteria è di gran lunga più veloce, lasciando le azzurre al 10° posto su 13 partecipanti.
PROGRAMMA E AZZURRI IN GARA (ora locale: in Italia +9 ore)
SESTA GIORNATA (27 Luglio)
15:00 W Alto Finale Erika Furlani
15:05 M Triplo Finale Lorenzo Dallavalle
15:10 W 100hs Finale
15:25 M Giavellotto Finale
15:30 M 3000m Siepi Finale Yohanes Chiappinelli
15:55 W 1500m Finale
16:15 M 800m Finale
16:35 W 4x400m Finale
17:00 M 4x400m Finale
Ayomide Folorunso, settima nei 400hs con il PB 58.34 (foto Colombo/FIDAL)
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