Europei Cross vent'anni di storia
10 Dicembre 2014di Giorgio Cimbrico
Gli Europei di cross puntano in alto: Samokov e Borovest, tra il monte Rila e il Vitocha, sono attestate a 1350 metri di quota, a una cinquantina di chilometri da Sofia, e hanno ospitato gare di coppa del mondo di sci e di corsa in montagna. E’ un campionato molto giovane, nato vent’anni fa nella redazione dell’Equipe (dai giornali qualche buona intuizione è giunta: pensiamo, tanto per fare un esempio illustre, alla Coppa dei Campioni di calcio) per una buona causa: gli europei non potevano continuare ad abbacchiarsi di fronte alle armate kenyane e etiopi in quello che una volta si chiamava Cross delle Nazioni, prima di cambiare etichetta e trasformarsi in Mondiale sotto egida IAAF.
A chi ha la tentazione di rimpicciolire la portata dell’evento, è bene ricordare che in un tempo neanche tanto remoto il Cross delle Nazioni si risolveva in una faccenda molto europea, quasi rugbystica, nel senso che al via si schieravano inglesi, scozzesi, gallesi e irlandesi, raggiunti da francesi prima, da belgi poi. Gli altri continenti latitavano ancora: andò così sino agli anni Settanta.
E così l’Eurocross, giunto alla ventunesima edizione e con tutti i suoi desideri di rilancio futuro del mezzofondo del vecchio continente, può esser considerato, da chi ha il gusto della nostalgia e adora la memoria, una sorta di ritorno al passato.
Malgrado una storia breve, l’appuntamento ha battuto luoghi classici (Albufeira, San Giorgio su Legnano), capitali (Edinburgo, Dublino, Bruxelles, Budapest, Belgrado), ha alternato prove in galoppatoi a percorsi più duri e impervi, ha conosciuto la neve e il fango, ed è in grado di esibire una breve ma intensa galleria di personaggi che hanno finito per spargere polvere magica. Il numero 1 – nessuno lo può negar, diceva la canzoncina - è Serhij Lebid, ucraino trapiantato in Italia, niente di speciale in pista, ma un’iradiddio su sterrato più o meno molle o gelido, su erba più o meno fradicia: nove titoli, cinque consecutivi. Un mago.
L’età di Serhij venne preceduta da quella, lunga un poker, di Paulo Guerra, portoghese, interprete di quello che lusitani chiamano il cortamato. Traducendo, corsa campestre.
Nell’albo d’oro un posto anche per chi, in questi ultimi anni, si è spinto verso posizioni assolute di popolarità: Mohamed Farah vinse sui prati della cintura milanese resi famosi dal Campaccio (nulla da stupirsi: il ragazzino somalo che delirava per il calcio fu introdotto all’atletica proprio con i cross scolastici) nell’edizione che, tra gli under 23, rivelò un giovane pisano dagli occhi vellutati, Daniele Meucci.
Chi segue da sempre le vicende dell’atletica italiana sa bene che il carniere raccolto in questo esercizio invernale non è mai stato molto pieno. Pigni, Fava, Tomasini, prima che l’onda lunga e alta degli africani obbligasse a salutare con gioia un piazzamento tra i venti. Andrea Lalli, molisano dal muso simpatico, è stato un rifondatore: campione tra le “speranze” nel 2008 a Bruxelles, campione senza frontiere anagrafiche due anni fa a Budapest. Sulla neve si trovò benissimo.
TV - I XXI Campionati Europei di cross di Samokov saranno trasmessi in diretta STREAMING su http://eurovision.digotel.com/ea/index.html, mentre sempre domenica su RaiSport 2 verrà proposta una sintesi di 2 ore a partire dalle 19:40.
LA SQUADRA AZZURRA/Italian Team
ORARIO/Timetable (ora italiana)
9:30 Junior donne (4.158m)
9:48 Junior uomini (6.223m)
10:32 U23 donne (6.223m)
11:16 U23 uomini (7.913m)
12:06 Senior donne (7.913m)
12:58 Senior uomini (9.987m)
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