De Grasse veloce come il vento
16 Giugno 2015di Giorgio Cimbrico
Ottant’anni fa, ad Ann Arbor, sei record del mondo in meno di un’ora per Jesse Owens; il 12 giugno, in 50’, a Hayward Field, Eugene, campionati Ncaa, la più veloce doppietta della storia per il canadese Andre De Grasse: 9”75 e 19”58. Vento alle spalle, rispettivamente 2,7 e 2,4. Forte, non un tornado. L’ingresso tra i primi dieci di sempre nella speciale classifica etichettata “in ogni condizione” è assicurata: sesto e ottavo. Il ventenne (novembre ’94 è scritto sui documenti) gareggia per l’università di Southern California, viene da Markham, Ontario, e ha una madre (Beverley, originaria di Trinidad) che gli ha assicurato patrimonio genetico di prima qualità. Dalle isole a ridosso del Venezuela sono venuti Hasely Crawford, Ato Boldon, Richards, per rimanere agli illustrissimi.
Finali formidabili, specie quella dei 100: 9”75 De Grasse, 9”88 Trayvon Brommell (il favorito classe ’95 che in semifinale, con vento regolare, aveva segnato un pb in 9”93), 9”90 Jarrion Lawson, 9”97 Senoj-Jay Givans, 9”98 Kendall Williams. In occasione del bis concesso con uno strabiliante 19”58, ad arrendersi è stato Dedric Dukes, 19”86, stesso tempo di Brommell, acchiappato giusto sul traguardo. Micro-digressione. il vento dell’Oregon ha portato Marquis Dendy a uno spaventoso 17,71 (+2,4, e 17,50 legale) dopo l’8,43 con troppa brezza su cui aveva cominciato a costruire il suo double.
De Grasse si era già fatto vedere quest’inverno e ha iniziato a decollare a maggio: il 16, 20”03, record nazionale; il 17, ancora a Los Angeles, 9”97. Dal tempo di Donovan Bailey e di Bruny Surin un canadese non scendeva sotto i 10”. Per gli appassionati di numeri: il 9”75 è inferiore anche al 9”79 della vergogna di Ben Johnson, cancellato da ogni lista. In Eugene, in batteria, per Andre anche un 9”98 regolare.
Alle spalle, il ragazzo ha una storia che deve essere raccontata. Cresce a Markham, una specie di grossa banlieue di Toronto: bande e stupefacenti. Anche lui finisce dentro quel gorgo. “Ricordando la fine che hanno fatto tanti miei amici, posso dire che l’atletica mi ha salvato la vita”. Il primo passo è una gara giovanile: si presenta in calzoncini da basket e non sa usare i blocchi. Corre in 10”90 e Tony Sharpe decide che è il caso di dare un’occhiata da vicino a chi, alla seconda botta, sa già scendere a 10”50.
Storia nella storia: chi è Tony Sharpe? Origine giamaicana, bronzo nella 4x100 a Los Angeles ’84, allenato da Charlie Francis e membro di uno dei gruppi più famigerati nelle vicende doping, mai trovato positivo ma finito diritto nel crollo galattico dello sprint canadese fine anni Ottanta. Se davanti alla commissione Dubin, Big Ben prima d dire tutta la verità scoppia a piangere, Tony non ha remore a confessare di aver fatto uso di steroidi. Quando inizia ad allenare, non trova chi gli dia una mano o, tantomeno, un dollaro. Sino a una riabilitazione conquistata sul campo, nel 2012, grazie alla sua dedizione all’atletica giovanile e allo sport pulito. Nel caso di Andre e di Tony, un riscatto che vale doppio.
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