Bubka-Coe, l'ora della verità
17 Agosto 2015Mercoledì mattina il Congresso IAAF sceglierà il nuovo presidente. L'uomo che dovrà rimettere in moto l'atletica mondiale. Riccardi, Damilano, Magnani e Verrascina in lizza per Council e Comitati
di Marco Sicari
Mancano ormai poche ore al cinquantesimo Congresso della IAAF, il momento in cui l’atletica internazionale dovrà scegliere, tra Sebastian Coe e Sergey Bubka, la propria guida per il prossimo quadriennio. Est o ovest, pista o pedane, corse o concorsi: diverse le simbologie applicabili al confronto che si terrà a Pechino mercoledì mattina (quando in Italia sarà ancora notte; si vota con sistema elettronico, ma con backup cartaceo, onde evitare i problemi di Daegu 2011). Ciò che è certo, è che lascerà la presidenza Lamine Diack, il senegalese che salì al vertice del movimento sedici anni fa, alla morte di Primo Nebiolo, prima come reggente, poi come presidente eletto a tutti gli effetti. Dopo un ultimo quadriennio contrassegnato dalle polemiche, verrà il momento della sterzata, quello in cui gli aspiranti successori, già eroi degli stadi (ricordarne i successi sportivi pare addirittura offensivo) si sfideranno per salire al posto di comando. Difficile dire chi dei due prevarrà, anche in queste ore di vigilia. A rendere più complicata la questione, paradossalmente, l’origine europea di entrambi gli sfidanti. Non varrà la geopolitica (peraltro, sempre flebile quando si parla di atletica del vecchio continente), quanto piuttosto il “porta a porta”, la ricerca diretta del voto, e soprattutto l’attenzione ai piccoli paesi. Strategia che ha già determinato l’elezione di Svein Arne Hansen alla presidenza di European Athletics. Attenzione dunque agli esiti apparentemente scontati.
I temi
Vigilia agitata, percorso disseminato dai classici tombini socchiusi. Nulla di nuovo. Come non è una novità che la svolta, sotto forma di gestione aperta ad un profondo rinnovamento, sia ormai indispensabile. Tanto più in uno scenario in cui l’atletica deve vivere l’attacco quotidiano dei tanti che, davanti e dietro le quinte, mossi da interessi chiaramente (ma per certi versi, anche legittimamente) di parte, puntano a eroderne la posizione. E’ fin troppo evidente, per essere più chiari, che un’atletica debole, confusa, come è stata quella dell’ultimo periodo di Diack, faccia comodo a molti; soprattutto in ambito olimpico, laddove scorre la “linfa vitale” (delicata metafora) dello sport mondiale. Il nuovo presidente dovrà fronteggiare da subito questo e molti altri problemi; a cominciare dalla questione doping, oggi, per molte ragioni, dominante sulla scena pubblica, ed in grado di minare l’intero movimento. Ripartire dalla credibilità della disciplina, dunque, per rifondarne il futuro nel migliore dei modi, tendando una sintesi tra quanto è stato (tradizione) e quanto dev’essere (innovazione). Cercando, in altre parole, di costruire un vero e proprio “prodotto” atletica, che sia capace di attrarre i più giovani, ed allo steso tempo privo di quei dogmi – principalmente tecnico-organizzativi, ma non solo – che hanno condizionato il percorso della “regina” negli ultimi dieci anni.
Gli italiani
La fase elettiva del Congresso, come ovvio, non riguarderà solo la presidenza. Vanno al rinnovo anche il Consiglio e i Comitati, con quattro italiani che presentano le proprie candidature. La più prestigiosa è quella di Anna Riccardi, oggi dirigente della preparazione olimpica del CONI, che punta alla conferma nel Council, “correndo” sia nella quota riservata alle donne, sia in quella open. Maurizio Damilano, l’oro olimpico dei 20km di Mosca 1980, Chairman uscente della Commissione Marcia, si presenta per un nuovo quadriennio nell’incarico, cosa che farà anche Massimo Magnani, DTO azzurro, in corsa per un posto da componente nel Comitato del cross country. Completa il poker Luca Verrascina, il Fiduciario Nazionale del GGG, che punta all’ingresso nel Comitato Tecnico.
Ultima riunione di Consiglio per Diack
Nella giornata di oggi, ultima riunione di Consiglio per Lamine Diack (e anche per il segretario generale Essar, che terminerà il suo incarico in ottobre). L’ottantaduenne presidente ha salutato esprimendo parole di supporto per Buka e Coe: “Chiunque tra loro verrà eletto – ha detto Diack – sarà un figlio del nostro sport”. Domani, apertura del Congresso. Mercoledì mattina, l’elezione del nuovo presidente della IAAF. L'uomo che dovrà rimettere in corsa l'atletica mondiale.
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