Kinder+Sport Cup: brillano Visca e Ruzza
11 Ottobre 2015A Sulmona (AQ), la giavellottista lancia 59,20 e sfiora la sua MPI di categoria. L'altista veneto salta 2,05 e diventa il terzo cadetto italiano di sempre.
di Raul Leoni
Si chiude a Sulmona (AQ), la Kinder+Sport Cup 2015: protagonista attesa dei Campionati Italiani Cadetti è la romana Carolina Visca, l’oro dell’Eyof di Tbilisi, che qui arriva a 11 centimetri dal suo primato italiano di categoria (59.20 contro 59.31). La tribuna di casa fa festa per gli enormi progressi sui 300hs dell’aquilano Leonardo Puca, che sigla con 38.95 la quinta prestazione all time davanti al veneto di famiglia nigeriana Edwin Ebem (39.27). Nella top-10 di sempre entrano anche le ostacoliste: ripete il successo della passata edizione la lombarda Valeria Paccagnella (44.34), bruciando sul filo la teramana Greta Zuccarini (44.37). Nei 300m piani Elisabetta Vandi sigla la seconda prestazione dopo il suo primato italiano: 39.15 per la figlia d’arte pesarese. Grandi duelli sulle siepi: il teatino Manuel Di Primio rischia nel finale con il siracusano nato a Santo Domingo Wilson Marquez (3:20.51 a 3:21.02), mentre tra le cadette la spunta la marchigiana classe 2001 Emma Silvestri (3:52.52). In chiusura di rassegna la romena di Velletri Maria Roberta Gherca, senza avversarie, vince il suo primo titolo a quota 3.50. L’ultimo lampo è di Francesco Ruzza, veneto di Caorle che si migliora nell’alto fino a 2.05 (terzo di sempre) e poi prova invano i 2.08 del nuovo primato italiano.
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Le liste italiane di sempre “under 16”: CADETTE - CADETTI
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IL RACCONTO della SECONDA GIORNATA
CADETTI
Giavellotto (finale): Il campione uscente Thomas Lauter lascia la compagnia dopo il primo lancio e così la scena è tutta per i nuovi interpreti della categoria. Misure non stratosferiche, ma un clima agonistico di prim’ordine: sorpassi e controsorpassi, alla fine la spunta il brianzolo Simone Bonfanti, un ragazzo alto già 1.91 che fa 54.34 sotto la guida tecnica dell’ex ostacolista azzurro Fausto Frigerio. Poi il padovano di origini moldave Artiom Cheltuitor: 53.80 valeva la testa fino all’ultimo lancio. Si chiude così al "Serafini", con l'organizzazione dell'Amatori Sulmona, la "Kinder+Sport Cup", rassegna tricolore giunta alla 42^ edizione per la fascia di età "under 16".
Alto (finale): Non è raro che nelle ultime battute dei campionati cadetti ci si ritrovi a battagliare ad alte quote sulla pedana dell’alto. Succede anche stavolta con il veneto Francesco Ruzza, dopo che è uscito di scena (1.96) Giacomo Belli, il coraggioso livornese che - dopo l’incidente subito un anno fa a Borgo - aveva ripreso solo nel giugno scorso. Il neo-campione, che si allena a Caorle, fa 2.05 alla seconda prova, PB a due centimetri dal record italiano di un altro talento di scuola livornese, Filippo Lari (2.07 a Jesolo 2012) ed in lista lo precede anche Andrew Howe (2.06). I tre tentativi a 2.08, pur convinti, non hanno esito.
4x100m (finale): Nella seconda delle tre serie parte dai blocchi l’oro dello sprint Lorenzo Paissan, ma il quartetto del Trentino non arriva in fondo per un errore al terzo cambio: cuori in inverno per la formazione in maglia amaranto, che aspirava a fare la sorpresa finale. Poi la lotta per il titolo: errore del Lazio al secondo cambio e la spuntano i lombardi (43.98). Si resta però lontani dai tempi dei leggendari dream team della categoria, il Veneto 2008 e il Lazio 2014.
1000m (esathlon finale): Il miglior parziale è di Chandra Passarini, l’emiliano di origini nepalesi (2:47.83), ma alla fine festeggia Riccardo Filippini: il ragazzo di Lanuvio fa il personale (4270 punti), al momento è il numero uno nella nuova specialità multipla della categoria.
Poi Alessio Di Blasio, dominatore nei lanci (4238) e Marcello Gallimberti (4204).
1000m (finale): Un confronto spettacolare tra due ragazzi di sangue africano, ma ormai italianissimi: Abel Campeol è un trevigiano di Povegliano adottato nel Nord dell’Etiopia (Adigrat) e arrivato in Veneto nel maggio 2007, mentre Hichame Jarine è un bolognese che vive a Molinella con la famiglia trasferitasi prima della sua nascita dal Marocco. Origini nobilissime, per quanto riguarda il mezzofondo: il risultato è un duello che si risolve proprio negli ultimi metri (2:35.22 a 2:35.89), dopo che il piemontese Nicolò Daniele (2:36.24) aveva tentato il colpaccio partendo dall’ultima curva. Il bronzo viene da Balangero: e anche qui si è scritta la storia, nel nome di Arese.
Disco (esathlon): Forse lo scoglio più ostico per i nuovi specialisti: si vede dalla miglior misura di oggi, 32.05 di un buon lanciatore come il triestino Alessio Di Blasio. Il leader provvisorio Alberto Màsera fa 28.40, ma nel complesso c’è da essere soddisfatti.
Peso (finale): Il livello tecnico complessivo non è francamente eccezionale, ma il nuovo campione italiano (16.23) merita sicuramente un filo di nota: Ronaldo Wickremasinghe è un ragazzone bolognese nato da famiglia dello Sri Lanka, trasferita in Emilia fin dal ’98. Nonostante il nome calcistico, il pallone l’ha utilizzato solo per giocare a basket e pallamano. Ha iniziato col Vortex a 13 anni e ora eccolo qui, dopo due anni scarsi, con la maglia tricolore.
1200st (finale): Come nella première della passata edizione, tre serie affollatissime: ma l’esito della terza, quella dei migliori, lascia con il cuore in gola. Assolo di Manuel Di Primio, il teatino primatista di categoria, che vuole imporre la sua superiorità fin dai primi metri: ma un’incertezza all'uscita dall’ultima barriera riporta sotto Wilson Marquez, un siciliano di Pachino nato a Santo Domingo (scovato l’anno scorso in un cross studentesco da Salvatore Dell’Aquila). Poi è troppo forte la voglia di vittoria dell’abruzzese allenato da Nicola Piro: 3:20.51 contro 3:21.02 il responso del cronometro.
Lungo (esathlon): Siamo in linea per un incremento delle prestazioni stagionali, nonostante la pioggia che insegue da ieri i ragazzi dei multipli: il bolzanino Alberto Màsera, bravissimo già nell’alto di ieri, si conferma saltatore di vaglia e stampa sulla sabbia un bel 6.41 (-1.3). Punti preziosi, che lo portano a 3157 punti con due gare da disputare: peccato che l’altoatesino non digerisca tanto i 1000, come quasi tutti i suoi colleghi, ed il disco sia una mezza incognita (nonostante l’apertura alare del prestante capolista, che è alto 1.98). Si difende il romano di Lanuvio Riccardo Filippini (6.29), che risale al terzo posto con 3099 punti, mentre Ousseni Bara, lombardo del Burkina Faso, staziona ancora in seconda posizione (3142, con 6.27 nel lungo).
300hs (finale): Che gara! Il duello per il titolo ruba la scena a tutti gli altri finalisti, perché la lotta tra l’aquilano Leonardo Puca con Edwin Ebem si risolve solo sul traguardo. E che tempi! L’abruzzese che “vendica” il secondo posto della corregionale Greta Zuccarini diventa il quinto di sempre (38.95) e il veneto di famiglia nigeriana arriva ad un passo dall’ingresso nei primi dieci all-time.
300m (finale): Già protagonista nella passata edizione, David Zobbio stavolta lascia tutti dietro: 35.84 (ad 1/100 dal PB) per il lombardo allenato dall’ex nazionale dello sprint Marinella Signori. La Lombardia fa doppietta con una new-entry assoluta: Edoardo Scotti, lodigiano, ha conosciuto la pista solo nel marzo scorso con le gare studentesche e ha ripreso ad allenarsi a fine agosto per partecipare a questi Tricolori. Il secondo posto (36.26)è un mezzo miracolo, una spanna avanti il miglioratissimo brissinese Patrick Baù (36.33).
CADETTE
Asta (finale): In campo femminile sono le astiste a chiudere la classifica della Kinder+Sport Cup: a 3.30 Maria Roberta Gherca resta senza avversarie e praticamente ha già la vittoria in tasca. Così mancano gli stimoli agonistici alla ragazza di Velletri di origini romene: un’altra misura fatta alla prima prova, 3.50, poi tre errori a 3.65. Ma conta fino ad un certo punto.
4x100m (finale): In genere la staffetta chiude il programma, ma stavolta la scaletta salta e la pedana dell’asta è ancora operativa: in ogni caso è spettacolare la volata della friulana Costanza Donato che in rettilineo riesce a tener dietro la regina dello sprint Eleonora Alberti e con lei il quartetto lombardo (48.36 a 48.48).
La tricolore dei 300m, Elisabetta Vandi, porta le Marche al bronzo (48.74).
Peso (finale): Il nuovo PB a 13.31 premia la stagione di Anna Bonato, una frizzante biondina padovana – residente a Camposampiero e attiva a Borgoricco – che ha lasciato la ginnastica artistica e ora si allena con papà Armando: un sodalizio familiare che sembra funzionare. Ma il colpo della stagione lo fa Letizia Pepe: è arrivata sulla pedana di Tolmezzo da un paio di mesi e questa di Sulmona è la sua seconda gara, dopo aver abbandonato la pallavolo. Margini di miglioramento? Ancora da sondare: qui avanza di un bel po’ e arriva a 12.45. Da seguire con attenzione.
600m (pentathlon finale): Una volata tutta di un fiato, lunga 600 metri, sovverte la classifica finale: la protagonista è Fabiola Avoledo, non per niente valente mezzofondista di Valvasone: 1:39.13 il gran tempo della pordenonese e finalmente abbiamo il primo +4000 della stagione (4041 punti per la neo-campionessa). Poi altro sorpasso in extremis, per la veneta Anna Roncato: 1:40.91 e PB a 4004 punti. Le protagoniste della prima fase della gara, Carlotta De Marco e Teuta Cala, chiudono rispettivamente terza e quinta.
Alto (finale): Quando Sara Simeoni premia due veronesi sul podio, la tribuna si scioglie in applausi: giusto così, nonostante si resti lontani dalle misure importanti della categoria. In ogni caso Rebecca Pavan, arrivata dalla Nigeria a soli due mesi e adottata da famiglia veneta, può festeggiare il suo primo differenziale positivo (+1 centimetro) grazie al salto vincente di 1.71 alla prima prova. Rebecca vive a Soave e per un certo periodo è stata compagna di allenamento di Martina Leorato, l’argento di giornata (1.63), che invece vive a Brognoligo. Ora si allenano una a Lugagnano e l’altra a San Bonifacio.
Lungo (pentathlon): La piombinese Carlotta De Marco sfrutta gli insegnamenti dell’ex triplista Francesca Quilici per riportarsi in testa alla classifica, grazie al 5.30 di oggi.
1000m (finale): Finale un po’ a sorpresa: si aspettava l’emiliana Giulia Leonardi, primatista delle siepi, ed invece la ragazza di Rubiera (3:01.23) viene beffata dal finale irresistibile di Laura Pellicoro, brianzola di Besana (3:00.04). Nel complesso un ordine d’arrivo che sovverte le gerarchie della stagione.
1200st (finale): Con la primatista italiana Giulia Leonardi dirottata sui 1000 metri, la lotta per il titolo è molto aperta: ma Emma Silvestri, 14enne di San Benedetto del Tronto, non è disposta a mollare la posizione di leader tra le partenti. Gara dura, ritmi apprezzabili: 3:52.52 per la ragazza allenata da Anna Mancini e Patrizia Bruni, tempo non lontano dal PB di questa atleta filiforme. Poi Erika Fabiani, scuola frascatana (3:54.63), e la bresciana Vanessa Campana (3:57.22), anche lei proveniente da una zona di grandi tradizioni per il settore.
Giavellotto (finale): Carolina Visca con “regale” non-chalance: tutti lanci ottimi, 59.20 al secondo turno (serie: 57.46 59.20 50.80 57.88 53.89 54.75). La figlia d’arte romana cerca la fettuccia dei 60 metri – già raggiunta con l’attrezzo allieve – ma paradossalmente è più difficile fare la misura con il giavellottino da 400 grammi delle cadette. Insomma, il suo limite nazionale resta a 59.31. Tra le “ancelle”, si fanno strada due ragazze che vengono dalla pallavolo (come molte altre specialiste): si migliora a 44.73 Federica Botter, di stanza a Portogruaro ma attiva sulla pedana di Lignano Sabbiadoro, mentre resta appena al di sotto del suo PB Sara Crespi (44.02), lombarda di Busto Garolfo che alla Sangiorgese ha come esempio in pedana l’azzurra Sara Jemai.
300hs (finale): Seconda maglia tricolore di fila per Valeria Paccagnella, ennesimo titolo per il tecnico bergamasco Paolo Brambilla: la ragazza di Treviglio scala le classifiche di sempre e ora è ottava (44.34) tra le cadette nelle liste capeggiate da un altro talento lombardo, Ilaria Verderio. Se pure c’è un pizzico di delusione per Greta Zuccarini, davanti alla tribuna di casa, la pescarese può consolarsi con un grandissimo tempo (44.37) che la porta ancora più avanti nel gotha della categoria. Dopo la ragazza allenata da Daniele Fontecchio, trova gloria la campana Martina Spezzaferro (45.12). Gran bella finale.
300m (finale): Dopo il secondo posto di un anno fa, per Elisabetta Vandi è arrivato il momento di emulare la sorella maggiore Eleonora (già protagonista della categoria): la doppia figlia d’arte pesarese parte molto forte e non lascia spazio alle rivali, 39.15 ancora in grande spinta, il che significa la seconda miglior prestazione di sempre dopo il suo limite nazionale di 38.57. Poi la piemontese Letizia Tiso, che come classifica fa meglio di Borgo ma peggiora il suo tempo di ieri in batteria (40.57): forse la vercellese si aspettava qualcosa di più. Gerarchie fissate per il resto: brava l’aretina Sofia Lugugnani (40.87), che marca progressi sotto la guida dell’ex ostacolista azzurra Elisa Rondoni, mentre si conferma bella novità stagionale anche la brindisina Francesca De Mitri, praticamente una bimba classe 2001 (41.11) che si allena con l’altro gioiellino della Folgore Daniele Corsa.
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