Tricolore Allievi: spallata Zabarino, 54,82

18 Giugno 2016

La cronaca gara per gara della mattinata della seconda giornata Campionati Italiani under 18 allo stadio Picchi. 

di Raul Leoni

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LE GARE DELLA SECONDA GIORNATA - MATTINA (QUI il pomeriggio)

ALLIEVI

Asta (finale) – Il vento trasversale complica un po’ la vita ai saltatori, ma alla fine la selezione naturale premia ragazzi che nelle ultime stagioni hanno sempre calcato il podio giovanile: salvo, forse, il campione cadetti uscente – l’ivoriano di Vigevano Pierre Ahoua – che fa tre nulli ai 4.30 di entrata. Peraltro i primi tre di oggi hanno diverse medaglie nella bacheca di casa: e il reatino Francesco Masci, costruito dalla competenza e dalla passione di Riccardo Balloni, spariglia la classifica con 4.75 al secondo tentativo (e molto buono anche il primo salto a 4.90, che sarebbe PB eguagliato: poi l’isolata puntata a 5.00, per la platea). Resta ancorato a quota 4.70 il vicentino Andrea Marin, mentre centra il terzo bronzo consecutivo il romano di Monteverde Leonardo Orlandi (4.50), dopo quelli da cadetto di Borgo 2014 e Sulmona 2015. 

Lungo (finale) – Primo sigillo nel lungo di Andrea Dallavalle, il piacentino che più che altro aspira a trovare spazio nel triplo agli Europei: figlio e fratello dì’arte di lungo corso, Andrea risolve tutto con un 7.21 (+0.5) che risulta inattaccabile da tutti i rivali. Con il suo 7.04 del secondo salto sono le uniche misure oltre i sette metri del minimo europeo, che pure in stagione è stato superato anche dal campione cadetti Alessandro Marasco e da Lorenzo Mantenuto (oggi quarto e ottavo). Per quanto si è visto, il lombardo di origini ivoriane Denis Rigamonti, con il secondo posto di Jesolo (6.87/-0.1), potrebbe costruirsi una reputazione più solida di quanto non dicano le sue cifre attuali: tra l’altro aveva fatto meglio ieri in qualificazione.

400m (batterie) – Uno dei motivi delle corse in questa rassegna tricolore è la necessità di far bene già in batteria: con la formula di qualificazione alla finale per tempi, si tratta solo di correre forte da subito. Alla resa dei conti serve 50.37 per trovare una corsia e in cinque vanno sotto i 50”: con Alessandro Sibilio orientato verso gli ostacoli, la vittoria della maglia risulta decisiva per un posto agli Europei. I più veloci stamattina sono il milanese di famiglia albanese Klaudio Gjetja (PB a 49.15), poi il cuneese Simone Massa (49.27) e il sedicenne lodigiano Edoardo Scotti (49.61).

Si rivede l’altoatesino Michael Albrecht (49.86), già primatista dei 300 cadetti, mentre l’aquilano Leonardo Puca, che a Sulmona aveva dominato i 300hs tra i cadetti, cerca gloria sul piano (49.99).

Peso (qualificazione) – Pochi sussulti nella fase eliminatoria di una prova che già presenta un favorito assoluto come Andrea Proietti: il reatino, reduce dal secondo posto nella finale del martello, impone subito al primo lancio la sua superiorità nel gruppo con 17.41. Poi il romano Alessandro Pace (15.98), più accreditato come discobolo.

Martello (finale) – Il primo titolo della seconda giornata si assegna al termine di una finale decisamente interessante: in cinque vanno sopra la fettuccia dei 60 metri, ma risulta decisiva la prima spallata di Giorgio Olivieri (67.24). Il marchigiano allenato da Alfio Petrelli doppia così il titolo cadetti di un anno fa a Sulmona, rintuzzando l’attacco del pluricampione giovanile del peso Andrea Proietti (stagionale a 66.42 per l’eclettico lanciatore reatino). Poi Gregory Falconi, nuovo PB a 64.20, che due anni fa era stato battuto tra i cadetti a Borgo Valsugana da Omar Chirico e ora spinge il romano fuori dal podio (62.98). Buon progresso per il cremonese Nicolas Brighenti, al primo +60 della carriera (60.31).

200m (batterie) – Dopo il secondo posto di ieri sui 100, Mario Marchei mette in chiaro le sue ambizioni sulla distanza doppia: il ragazzo di Pomezia, allenato da Maura Cosso, è l’unico a scendere sotto i 22” al mattino (21.98/+0.8), evidentemente allertato dalla sfortunata esperienza delle indoor di Ancona (miglior tempo in finale B). Qui, come ieri nello sprint puro, gioca un ruolo anche il vento abbastanza ballerino in funzione della qualificazione diretta dei primi otto tempi: in ogni caso si mettono in evidenza anche il campione dei 300 cadetti David Zobbio (22.29/+0.3) e il figlio d’arte Lorenzo Ianes (22.30/+1.2), “gemello” del campione dei 100 Lorenzo Paissan(entrambi classe 2000, allenati a Trento dal tecnico Giorgio Tovazzi), con il quale proverà poi stasera a migliorare il primato italiano della staffetta di club. Tra gli atleti che in stagione hanno già fatto il minimo per Tbilisi (22.25 in stagione), si qualifica anche Marcello Ziyada: 22.60/+1.2 stamattina per il romano di Centocelle (figlio di un palestinese druso di stanza nella capitale).

ALLIEVE

Lungo (finale) – Con un solo salto valido Giorgia Sansa risolve la pratica: il 5.89 ventoso (+3.2) è anche il risultato che consegna alla ragazza di Chiopris Viscone seguita da Francesco Comuzzo il biglietto per gli Europei, perché l’altra lunghista in possesso del minimo – la neo-italiana di origini ivoriane Leila Kone – ha pasticciato in qualificazione. Ora la palla passa ai responsabili federali: nella finale di Jesolo si ritaglia un posto di rilievo (5.62/+2.0) Adanis Cuesta, cubana di nascita residente nel Mantovano con credenziali da buona velocista. Poi la varesina Rebecca Gennari, specialista dei multipli con predilezione per gli ostacoli (5.50/+2.1) e un’altra ragazza proveniente dalle prove multiple, la piombinese Carlotta De Marco. Tra le deluse di giornata, la neo-campionessa studentesca Thaynara Tommasini, fuori dai tre salti di finale.     

Martello (qualificazione) – A due giorni dai Tricolori, Cecilia Desideri ha giocato d’anticipo, facendo il minimo europeo con il 59.98 del Trofeo Simeon: una mossa che ha stretto nell’angolo la bicampionessa cadette Isabella Martinis, da tempo alla ricerca del biglietto per Tbilisi. Dopo le qualificazioni di oggi, la posizione della reatina si è addirittura consolidata: nuovo miglioramento a 60.41, ormai alle soglie della top-10 italiana di sempre, misura che potrebbe già valere una finale continentale.

Ma i giochi non sono fatti, Isabella Martinis ha centrato senza problemi (55.02) la promozione diretta a Jesolo, come pure l’outsider Lucilla Celeghini, di scuola Fratellanza (55.03).

400m (batterie) – A conferma delle difficoltà del turno, qualche vincitrice di batteria non troverà una corsia nelle finale di domattina: però, nel complesso, non manca nessuno dei nomi più gettonati, salvo ovviamente la capolista stagionale Elisabetta Vandi, costretta allo stop forzato. Detto questo il miglior tempo di oggi è della romana Eloisa Coiro (56.85) e poi seguono le ragazze che si erano messe in luce fin dalla stagione indoor, come la campionessa di Ancona Francesca Aquilino, o medagliate nei 300 cadette come Letizia Tiso. Il nome nuovissimo, che parte da seconda nella finale, è quello della modenese Elena Pradelli: l’allieva di Mario Romano alla Fratellanza mette a segno un altro progresso stagionale, 57.10, ma il dettaglio più incredibile è che aveva chiuso con un PB di 1:04.18 il 2015 (sic!).

Alto (finale) – In quattro hanno fatto il minimo per gli Europei a 1.74, ma il jolly in mano a questo punto ce l’ha Marta Morara: la ragazza imolese, 17 anni da compiere in dicembre, indossa la sua prima maglia tricolore con una progressione priva di errori fino a 1.73. Poi l’allieva di Gabriele Obino tenta invano il nuovo PB a 1.75 mancandolo di un soffio al terzo salto: ma la struttura è promettente, 1m83 per 60kg e ci si può costruire sopra.

Disco (finale) – Per Sydney Giampietro potrebbero aprirsi prospettive anche nel disco per Tbilisi, viste le risultanze stagionali e questo nuovo titolo (46.21): ma è più probabile che agli Europei la ragazzona milanese si concentri unicamente sul peso, dove vanta la miglior prestazione continentale dell’anno. E allora risulta interessante il nuovo PB di Emma Peron, la vicentina che viene dal tricolore cadette di Sulmona e qui si guadagna l’argento con un 44.02 di buona fattura. Misura arrivata al termine di una serie in crescendo, con il brivido dei due nulli iniziali riacciuffati con determinazione.

Giavellotto (finale) – La buona notizia è che ci saranno due azzurre potenzialmente da podio agli Europei di Tbilisi: poi bisognerà vedere come andrà realmente in Georgia, ma le premesse sono eccellenti. Il confronto diretto tra Sara Zabarino, biellese di Candelo cresciuta a Gaglianico dall’ex martellista Massimiliano Remus, e la favorita Carolina Visca, attualmente capolista continentale del giavellotto, si dipana su contenuti tecnici importanti e trame spettacolari che tengono avvinta la tribuna del Picchi. Alla fine la piemontese mette a segno il colpaccio, 54.82, PB e quarta prestazione europea stagionale: frutto di una serie di rara efficacia e continuità (53.94 51.07 53.00 54.82 53.75 54.13) che costringe alla resa la romana in forza ai centri giovanili delle Fiamme Gialle (54.21). Si conferma terza forza del gruppo la romana di Velletri Elisa Di Cori (41.92), sia pure su misure inferiori rispetto al suo PB di ieri in qualificazione.  

200m (batterie) – La notizia di giornata è che Zaynab Dosso, ieri tricolore sui 100 e capolista stagionale sui 200, è fuori dalla finale (25.62, tredicesimo tempo del turno): un verdetto provvisorio che apre nuovi spiragli in vista per gli Europei a favore delle otto finaliste di Jesolo, che si confronteranno oggi pomeriggio. A parte la vicentina di origini ivoriane Moillet Kouakou (25.01/-2.7), che può vincere il titolo ma non vestire l’azzurro, annotiamo per ora i tempi di Valeria Simonelli (25.01/-0.2 per la romana di San Giovanni seguita alle Terme da Claudio Rapaccioni), di Sara Ronchini (25.08 appena ventoso, +2.1, siglato dalla ragazza imolese che ha fatto il salto di qualità sotto la guida del tecnico Dario Pasi, scopritore tra gli altri dell’azzurro Luca Galletti) oltre che della friulana Aurora Berton (25.08/+0.7), altra classe 2000.

Peso (qualificazione) – Verosimilmente il tema della gara nella finale di stasera sarà quello dell’ennesimo tentativo di record da parte di Sydney Giampietro – qui tranquilla già al primo lancio, 16.00 – però c’è anche dell’altro. Ad esempio una verifica tricolore per la friulana Letizia Pepe (13.42 in prima pedana), che l’anno scorso aveva agguantato l’argento cadette alla seconda gara della carriera dietro la veneta Anna Bonato. E poi il robusto miglioramento personale di Veronica Rossetti (13.98), una bresciana di Concesio che sul campo di Nave sembra aver trovato la sua vera strada sportiva.


(foto Modica/FIDAL)


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