Europei, tutto l'azzurro di Amsterdam
05 Luglio 2016Gianmarco Tamberi, Libania Grenot, Alessia Trost e Matteo Galvan raccontano la vigilia italiana della XXIII rassegna continentale.
Vigilia europea per la squadra azzurra ad Amsterdam. La rassegna continentale inizia domani con 30 azzurri in gara (17 in mattinata e 13 nel pomeriggio) e già una finalista, Veronica Inglese che alle 18.55 correrà i 10.000 metri. Ad accogliere gli azzurri (75 quelli convocati dal DT Massimo Magnani) in Olanda è Casa Atletica Italiana, inaugurata per l’occasione all’Het Sieraad, in Postjesweg 1. Protagonisti dell’incontro con la stampa, all’interno del caratteristico palazzo rosso all’incrocio fra due canali, sono stati i capitani azzurri di questa XXIII edizione della rassegna continentale, l’iridato indoor di salto in alto Gianmarco Tamberi e l’oro continentale in carica dei 400 metri Libania Grenot. Con loro anche l’argento europeo indoor del salto in alto Alessia Trost e il primatista italiano del giro di pista, Matteo Galvan.
A fare gli onori di casa il presidente della FIDAL Alfio Giomi e il Direttore Tecnico delle squadre nazionali Massimo Magnani.“Siamo orgogliosi di questa squadra – le parole del presidente Giomi – che è giovane, competitiva e pronta a dare battaglia. C’è stato un grande ricambio e qui ad Amsterdam vedremo in azioni tanti volti nuovi che stanno crescendo”.
“Metà dei ragazzi ha meno di 25 anni – il commento di Massimo Magnani - ma punta già a ben figurare in quello che sarà, senza dubbio, un campionato europeo d’alto livello. Lo dicono il record di iscritti e i numeri delle nazionali: in campo ci saranno 114 tedeschi e 103 britannici, mentre la Spagna è qui con 89 atleti, l’Ucraina con 85 e la Francia con 73”.
“Essere capitano è un onore immenso, ho i brividi e la pelle d’oca – si emoziona il campione del mondo di salto in alto indoor Gianmarco Tamberi –. Non sono certo l’atleta con più presenze, ma darò tutto quello che ho per essere all’altezza". Il marchigiano, da iridato in carica, sarò un osservato speciale sulla pedana dello Stadio Olimpico, ma il dato non sembra turbarlo: "Sono psicologicamente carico e sento la forma crescere. Già a Rieti ho avuto buone risposte, ma qui so di poter fare ancora meglio, il mio obiettivo è portare a casa misure importanti. L'unico dispiacere è che non troverò Bondarenko, perché avrebbe aggiunto altro agonismo a una gara già spettacolare”.
Chi ha qualcosa da dimostrare è la collega di specialità Alessia Trost: “Sono tornata da Portland molto arrabbiata. In questo 2016 ho gareggiato molto, eppure non vedo l’ora di scendere in pedana, ed anche questo è indice di un mio cambio di mentalità. Dopo i mondiali indoor ho dovuto affrontare un periodo duro: la delusione è stata grande, e mi ha costretta a rimettermi in discussione. Ho trascorso alcuni periodi di allenamento a Barcellona con Gianmarco Tamberi e a Madrid con Ruth Beitia, settimane che mi hanno dato nuovi stimoli e voglia di competere”.
Agguerrita come sempre, Libania Grenot dimostra di saper indossare i gradi di capitano: “Le mie ambizioni sono quelle di una campionessa in carica, niente di meno. Mi sono allenata duramente e voglio vincere. Da capitana spero di trasmettere alla squadra un po’ del mio coraggio. Siamo l'Italia, dimostriamo quanto valiamo. Oltre alla gara individuale, sono qui anche per una grande staffetta 4x400: ci tengo tantissimo e io e le ragazze non temiamo nessuno”.
Chi dà sfoggio di piedi saldamente piantati a terra è Matteo Galvan: “Il record italiano è stato un bel risultato ma per me è come non averlo fatto, sono tornato ad allenarmi con la fame e l'umiltà di sempre. Ho il miglior accredito ma non conta nulla, sui blocchi ci saranno atleti con primati personali inferiori al mio e altri che si miglioreranno. Ma ho un obiettivo: scendere finalmente sotto i 45 secondi. E' arrivato il momento di abbattere questo muro”.
a.c.s.
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