Chopra, dal cricket al record del mondo

24 Luglio 2016

L'impresa e la bella storia dell'ancora 18enne indiano, medaglia d'oro (la prima nella storia del suo Paese) con primato mondiale junior a 86,48m nel giavellotto a Bydgoszcz

di Giorgio Cimbrico

In un giorno lontano Janis Lusis, sovietico ma prima di tutto profondamente lituano, disse che il giavellotto è una faccenda da baltici. Basta dare un’occhiata alle profondità della storia per dire che non avesse torto, ma oggi dovrebbe rivedere il suo giudizio: il giavellotto è diventato una faccenda universale, come se la vecchia lancia stilizzata si fosse ribellata e avesse deciso di svolazzare qua e là, come un aliante senza guida, come un uccello migratore privo dell’abituale senso di orientamento e lanciato su nuove rotte.

Ultimo capitolo, molto fresco: il titolo di campione del mondo under 20 viene conquistato da un giovanotto indiano, Neeray Chopra, con record mondiale di categoria portato a 86,48 con l’attrezzo dei “grandi”. Una misura che l'avrebbe potuto portare a recitare una parte importante anche all'Olimpiade di Rio. Se non fosse, che il termine per centrare lo standard di qualificazione fosse scaduto ormai da una decina di giorni. Terzo, alle soglie degli 80 metri, Anderson Peters di Grenada che non produce solo quattrocentisti. La rivoluzione scatenata quattro fa a Londra da Keshorn Walcott, proseguita da Yulius Yego prosegue, sposta i suoi tentacoli da Trinidad, dall’altopiano kenyano a una città a nord di Delhi, Haryana, nel distretto d Panipat, famosa nei secoli per l’attività tessile. E’ il luogo natio di Chopra che se ha braccio buono, è per via del cricket. “Giocavo, come fanno tutti al mio paese”. Il cricket in India è come il calcio in Itala: invece di tirare quattro calci, si tirano quattro palle utilizzando come mazza quel che capita.

VIDEO | IL RECORD DEL MONDO JUNIOR DEL GIAVELLOTTO (86,48) DI NEERAJ CHOPRA A BYDGOSZCZ

“Quando ero ragazzino, mio zio mi guarda e dice: sei sovrappeso. E mi porta al centro sportivo del distretto. Là c’è soprattutto gente che corre ma ci sono anche quattro che lanciano il giavellotto. Qualcosa mi insegnano e nel 2012, ai campionati provinciali di Lucknow, supero i 68 metri. Allora mi consigliano di fami allenare da Kashinat Naik che da noi è una specie di gloria nazionale perché è stato medaglia di bronzo ai Giochi del Commnwealth del 2010, a Delhi. Ma lui mi sottopone a un lavoro troppo pesante e allora preferisco fare da solo e così mi procuro dei filmati di Ian Zelezny”. A questo punto la storia di Neeray ha punti in comune con quella di Yego che, dalle parti di Eldoret, passa dalla pratica a lezioni teoriche davanti al video: uno degli inconsapevoli insegnanti è il ceko dal braccio d’oro.

Per Yego e per el Sayed, primo e secondo agli ultimi Mondiali, la svolta avviene quando vanno ad abbeverarsi alla fonte finlandese. Per Chopra le cose cambiano quando in India arriva Garry Calvert, australiano, allenatore di giavellottisti e per un certo periodo preparatore di Mitchell Johnson, star del cricket aussie. Gli basta un’occhiata per capire che ha trovato il gallo dalle uova d’oro. Un australiano è anche alle origini del primo kenyano che si limitava a una corsetta e a dei passi speciali.. Nel ‘74, ai Giochi del Commonwealth di Christchurch, il paese che sulla bandiera ha lo scudo masai e due lance incrociate, porta un tal John Majaka che lanciò a 77,56 e finì terzo. John non aveva idea di come di lanciasse e in questo senso gli diede una forte mano un australiano che, durante un allenamento, aveva notato che il giovanotto aveva una gran spalla. Un ritocco, un consiglio e voilà, arrivò la medaglia. Oggi l’eccezione sta diventando la regola.

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