Olimpiadi, finale con record per la 4x400
20 Agosto 2016Mariabenedicta Chigbolu, Maria Enrica Spacca, Ayomide Folorunso e Libania Grenot corrono la semifinale in 3:25.16 (cancellato il 3:25.71 dell'agosto 2010 a Barcellona) e guadagnano la promozione
Serata da ricordare per le staffettiste della 4x400 azzurra: Mariabenedicta Chigbolu, Maria Enrica Spacca, Ayomide Folorunso e Libania Grenot, centrano il bersaglio, stabilendo il record italiano assoluto con 3:25.16 (cancellato il 3:25.71 dell'1 agosto 2010, agli Europei di Barcellona) e conquistando l'accesso alla finale olimpica di domani notte. Sei decimi soltanto, nella lista complessiva dei tempi di qualificazione, dividono le azzurre dal bronzo, con le sole statunitensi e giamaicane da considerare completamente fuori dalla portata. E' ancora una volta la serata di Usain Bolt, oro con la sua Giamaica nella staffetta 4x100. Il campionissimo arriva a quota 9 allori (tripla-tripletta tra Pechino 2008, Londra 2012 e Rio 2016) e aggancia in vetta alla graduatoria di sempre Paavo Nurmi e Carl Lewis. Sul podio della staffetta veloce, anche Giappone (37.60) e Canada (37.64; USA squalificati per cambio irregolare). Stati Uniti d'oro a sorpresa nella 4x100 donne (41.01), davanti a Giamaica (con Elaine Thompson che perde così la possibilità della tripletta) e Gran Bretagna. Pronostico ribaltato anche nei 5000 metri donne, con la keniana Vivian Cheruiyot (14:26.17) a beffare l'etiope Ayana, già dominatrice dei 10000 metri - con primato del mondo - e qui terza dopo la fuga iniziale. Ultimi titoli della serata alla greca Ekaterini Stefanidi (asta, 4,85) e al tagico Dilshod Nazarov (martello, 78,68).
di Marco Sicari
Cuore, testa, gambe. Il mix magico dell'atletica viene servito, nella notte italiana, dalle ragazze della staffetta 4x400 azzurra, Maribenedicta Chigbolu, Maria Enrica Spacca, Ayomide Folorunso e Libania Grenot, finaliste olimpiche a suon di record italiano (3:25.16, migliorato il 3:25.71 stabilito nell’agosto 2010 da Bazzoni, Milani, Spacca e Grenot nella finale degli Europei di Barcellona, il primo agosto 2010). Il quartetto azzurro è quarto nella batteria, alle spalle - ma praticamente a ridosso - di Giamaica, Gran Bretagna e Canada, e viene ripescato con il migliore dei tempi tra le escluse. E tutto questo non basta a descrivere il quadro, perché guardando alla lista delle otto ammesse alla finale di domani notte, solo le prime due, ovvero Stati Uniti (3:21:42 con la formazione B) e la stessa Giamaica (3:22.38) appaiono nettamente fuori dalla portata; mentre le altre sono tutte racchiuse in un fazzoletto, al punto che tra l’Italia, sesto tempo, ed il bronzo virtuale dell’Ucraina, ci sono appena 6 decimi di secondo. Un’inezia, che potrebbe trasformare in una lotteria la lotta per il podio. Bisognerà osare, anche perché guardando ai risultati delle staffette 4x400 del passato, raramente si è prospettata una situazione tanto favorevole.
La corsa delle ragazze in azzurro è emozionante. Mariabenedicta Chigbolu risale bene nel finale dopo un avvio molto cauto, e lancia Maria Enrica Spacca per la sempre complicata fase di rientro alla corda; la reatina è maestra in questo “fondamentale”, e ancora una volta lo dimostra, tenendo al largo la cubana in pieno tentativo di rimonta nel primo rettilineo, e trovando la diagonale giusta, nel finale, per consegnare il testimone senza intoppi ad Ayomide Folorunso.
L’emiliana riceve il bastoncino da settima, agganciata al treno delle avversarie, si accoda, e poi fa una cosa sensazionale: centocinquanta metri a travolgere tutto e tutti, che riportano l'Italia a ridosso delle prime tre posizioni. Libania Grenot completa il lavoro delle compagne, recuperando ancora centimetri sulle prime e tagliando il traguardo da quarta, in 3:25.16. Record italiano, e qualificazione alla finale olimpica centrata: è la seconda volta che il quartetto tricolore del miglio riesce nell’impresa, 32 anni dopo Los Angeles 1984 (Lombardo, Campana, Masullo – Cirulli in batteria - e Rossi furono seste in 3:30.82). “Lo volevamo con tutte noi stesse, e abbiamo dato tutto per riuscirci”, dice Mariabenedicta Chigbolu. “Abbiamo fatto una riunione prima della gara – racconta Maria Enrica Spacca – e ci siamo confrontate, decidendo, sì, proprio così, che avremmo fatto il record italiano e saremmo andate in finale”. “È la seconda finale in queste Olimpiadi – parole di Libania Grenot – e questo mi rende particolarmente felice. Ora non ci resta che dare veramente tutto domani sera, possiamo fare qualcosa di grande”. “Io sono alle stelle – dice Ayo Folorunso – continuate a pregare per me… Essere in una finale a nemmeno vent’anni? Non ho parole!”.
4x100 UOMINI, BOLT AL NONO ORO CON LA SUA GIAMAICA, SORPRESA GIAPPONE
La caccia a Carl Lewis e Paavo Nurmi, primatisti di vittorie olimpiche, si chiude in questa calda serata brasiliana. Usain Bolt trascina la Giamaica all’oro (37.27, con Asafa Powell, Yohan Blake, Nickel Ashmeade) e centra la terza tripletta olimpica della carriera - vittorie nei 100, 200 e 4x100 metri -, dopo quelle già ottenute a Pechino 2008 e Londra 2012. Oggi, in cima a quella graduatoria di leggende dell’atletica, c’è anche lui, il dominatore della velocità dell’ultimo decennio, lo sportivo più osannato e riconosciuto del pianeta. L’argento va al Giappone, che ha saputo costruire nel corso dell’ultimo biennio una macchina quasi perfetta, mix di ottimi cambi e valori assoluti in termini velocistici: il suo 37.60 (con cambio conclusivo effettuato prima dei giamaicani!) è ovviamente record asiatico, dopo il 37.68 della batteria. Sul terzo gradino del podio sale il Canada (37.64), che a sorpresa prende, nell’immediato dopo corsa, il posto degli Stati Uniti, squalificati (per cambio irregolare) dopo aver tagliato il traguardo da terzi in 37.62.
4x100 DONNE, STATI UNITI D’ORO DALLA PRIMA CORSIA
Il pasticcio della squalifica degli Stati Uniti in semifinale, e del successivo re-run solitario, partorisce un oro a sorpresa. Le ragazze a stelle e strisce (Tianna Bartoletta, Allyson Felix, English Gardner e Tori Bowie) , confinate in prima corsia in virtù del regolamento, non lasciano nulla al caso, e vincono con un sonoro 41.01. La Giamaica non cambia nel migliore dei modi tra le prime due frazioniste, e finisce al secondo posto (41.36), con Elaine Thompson che vede scivolare di mano la terza medaglia d’oro dei Giochi (dopo i trionfi nei 100 e nei 200 metri).
Bronzo per la Gran Bretagna, al record nazionale di 41.77.
AYANA KO A SORPRESA NEI 5000, ORO A VIVIAN CHERUIYOT
Dopo il primato del mondo dei 10000 metri della prima giornata, era lecito attendersi dall’etiope Almaz Ayana un bis nei 5000. E invece, la stella nascente del mezzofondo mondiale, andata in fuga con un terzo chilometro corso sul piede dei 2:47 (8:47 lo split ai 3000), ha finito via via per spegnersi, subendo il clamoroso sorpasso delle avversarie keniane: l’oro va alla 33enne veterana Vivian Cheruiyot (14:26.17, record olimpico), argento a Londra 2012, e pluridecorata a livello mondiale, rapida ad approfittare della crisi della favorita, trascinando al sorpasso anche la connazionale Hellen Obiri, seconda con il personale di 14:29.77. Ayana è bronzo in 14:33.59.
ASTA A EKATERINI STEFANIDI, E' FESTA GRECA
Un finale emozionante regala alla Grecia la medaglia tanto attesa. Quella di Ekaterini Stefanidi, 25enne che vive e si allena negli Stati Uniti, sbocciata quest'anno con il bronzo ai Mondiali indoor di Portland, l'oro europeo di Amsterdam e, alla fine, l'oro olimpico di Rio. Il match con la statunitense Sandi Morris (anche lei sul podio a Portland, argento) tiene però le cose in sospeso per parecchio tempo: il ruolino delle due è identico, al punto che, seppure entrambe capaci di 4,85, alla fine a decidere è l'errore commesso dalla statunitense al primo tentativo a 4,70. Il bronzo è della neozelandese Eliza McCartney (4,80), che vince il derby dell'Oceania con l'australiana Alana Boyd (stessa misura) solo in virtù del minor numero di errori. Tra le battute, appaiate al settimo posto con la misura di 4,60, la statunitense Jenn Suhr, e la cubana Yarisley Silva.
MARTELLO AL 34ENNE TAGICO DILSHOD NAZAROV
C'è una prima volta assoluta, nella serata di Rio: è quella del Tajikistan, che vede finalmente un proprio atleta salire sul primo gradino di un podio olimpico. A salirci è il 34enne Dilshod Nazarov, campione a sorpresa con 78,68, quanto basta per avere ragione del bielorusso Ivan Tikhon (77,79), quarant'anni d'età ed un curriculum non proprio cristallino. Bronzo al polacco "di scorta" Nowicki, che entra nella top three con un lancio da 77,73.
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