Caironi-Contrafatto, oro e bronzo nei 100 di Rio
18 Settembre 2016Gran finale degli azzurri alle Paralimpiadi, con altre 3 medaglie. La portabandiera tricolore si conferma nello sprint, terzo posto anche per De Vidi.
Le Paralimpiadi a Rio de Janeiro erano iniziate con Martina Caironi, che entrava con il tricolore in testa alla delegazione italiana, e per l’atletica azzurra si chiudono sempre con il suo volto raggiante per il trionfo nei 100 T42. Ma la gioia è doppia e storica, perché sul podio viene accompagnata da Monica Contrafatto, capace di vincere uno strepitoso bronzo. Per la primatista iridata Caironi si tratta invece del secondo oro paralimpico: il primo ottenuto quattro anni fa a Londra da giovane esordiente, il secondo se lo porta a casa proprio da Rio. Ha provato ad opporsi la tedesca Vanessa Low, ma nei 100 è la sprinter delle Fiamme Gialle a farla da padrona. Se nel lungo si era dovuta accontentare del secondo posto, qui il suo crono è imbattibile: 14.97, non molto lontano dal suo record del mondo (14.61). Al traguardo è un pianto liberatorio: “Sono lacrime di gioia e di tensione, c’è dentro il peso e le tante aspettative di questi ultimi mesi, ma anche un incubo scampato perché stavo per perdere la protesi. Questa volta è stata davvero dura, poteva succedere nel momento in cui avrei dovuto solo gioire. Volevo battere il record del mondo, so che ce l’avrei potuta fare, l’appuntamento è solo rimandato. Sono contentissima di essere sul podio con Monica. Il nostro abbraccio alla fine dovrebbe parlare da solo”. La siciliana Monica Contrafatto ottiene il terzo posto in 16.30 e con la sua prima medaglia paralimpica corona il sogno di salire sul podio dietro alla musa ispiratrice Caironi. Una felicità incontenibile: “Il mio sogno si è avverato grazie a Martina, ho iniziato a correre guardando lei in tv a Londra. In gara ad un certo punto non ce la facevo più, ero stanchissima ma da lontano vedevo la medaglia, non potevo mollare. Questo è il giorno più bello della mia vita, ora dovranno issare un altro tricolore sul podio”.
INFINITO DE VIDI: BRONZO A 50 ANNI - Alvise De Vidi non si smentisce mai. Sembrano annullati i suoi 50 anni, quando si tratta di correre con la sua carrozzina e nella finale dei 400 T51, categoria riservata agli atleti tetraplegici, riesce ad agguantare una strabiliante medaglia di bronzo contro quelli che lui chiama affettuosamente “ragazzini”. È dal 1988, dai Giochi di Seul, che De Vidi domina la scena paralimpica del mondo collezionando allori: la sua bacheca ne aveva già 35 tra Paralimpiadi (14), Mondiali (12) e Europei (9) con l’ultimo exploit d’argento risalente agli Europei di Grosseto dello scorso giugno. Ora siamo a quota 36. La sua gara di bronzo inizia come di consueto con una partenza lenta, ma è dalla seconda curva che riesce a strappare metri preziosi agli avversari fino all’arrivo in 1:22.38. L’atleta delle Fiamme Azzurre fa esplodere tutta la sua gioia al traguardo: “Sono strafelice, è un grande risultato, portare a casa questa medaglia è straordinario. Sono sul gradino più basso, ma è sempre podio. Ne ho vissuti di momenti così nella mia carriera, ma se sono venuto qui a combattere con l’elmo vuol dire che c’è ancora qualcosa dentro. La medaglia mi ripaga di un anno difficile, visto che ho iniziato ad allenarmi seriamente solo da aprile”. Oro al belga Peter Genyn (primato paralimpico di 1:20.82) davanti al messicano Edgar Sanchez (1:21.82).
LUNGO: REHM 8,21, OTTAVO LA BARBERA - Gli occhi del mondo erano puntati anche sulla pedana del lungo T44. Nonostante la supremazia di Markus Rehm, oro con 8,21 (record paralimpico), il veterano azzurro Roberto La Barbera riesce ancora a sorprendere a 49 anni conquistando l’ottavo posto di una finale. L’argento di Atene del 2004 supera la prima fase di gara con un salto di 6,26 trovato al secondo tentativo che poi riesce a migliorare di 6 centimetri (6,32) all’ultima prova. Il primatista nazionale non è totalmente appagato: “Sono contento a metà perché ho sempre regalato troppo all’asse di battuta. Ho fatto grandi salti, potevo arrivare al record italiano ma non è andata. So di avere una grande misura nelle gambe, forse questo non era il momento. Sono entrato in finale alla mia quarta Paralimpiade e comunque sono sempre tra i più forti al mondo”. L’argento va all’olandese Ronald Hertog (7,29) e il bronzo al tedesco Felix Streng (7,13).
CORSO QUARTA, MASPERO-VERSACE DOPPIO RECORD - In pista era anche impegnata Oxana Corso che conclude i 200 T35 in quarta posizione. L’argento di Londra 2012 corre in 32.68 nella gara che segna il nuovo record mondiale della cinese Zhou Xia (28.33).
A fine gara la giovane sprinter dichiara: “Ho corso per me stessa, me lo dovevo. A questa Paralimpiade non ero molto carica e questo ha influenzato i miei 100. Sono riuscita a correre un secondo in meno rispetto a Londra, sono fiera di me stessa”. Nei 100 T43/44, le azzurre non passano il turno ma realizzano due primati italiani in rapida successione. Federica Maspero, canturina dell’Omero Runners Bergamo, firma il nuovo record di 14.37: “È una sfida vinta, è quello che volevo da tempo. Farlo dopo tre gare in una Paralimpiade, con tanto impegno fisico e mentale, è fantastico. Quest’esperienza mi lascia la voglia di ricominciare subito e di rimettermi in gioco. Rio mi ha dato un’emozione grande e un po’ più di fiducia in me stessa”. Pochi minuti prima, Giusy Versace taglia il traguardo in 14.42: “Considerando che per Londra 2012 ero a casa a commentare le gare e che avevo deciso di ritirarmi, vivere Rio dopo quattro anni è una grande soddisfazione. Io ho già vinto e sono molto felice. Mi piace pensare che la medaglia più bella è quella della gente che ci guarda, trovando ispirazione ad andare avanti”.
SESTA DEDAJ - Nella giornata precedente allo stadio Engenhao, sesto posto di Arjola Dedaj nella finale del lungo T11. L’atleta non vedente riprende in mano le sorti di una Paralimpiade brasiliana poco fortunata dopo l’uscita ai primi turni dei 100 e 200, trovando la rivincita nella sua specialità preferita. Accompagnata in pedana dalla guida Elisa Bettini, la portacolori delle Fiamme Azzurre centra alla sesta prova i 4,51 metri che non solo la collocano tra le prime otto al mondo ma le regalano anche il nuovo record italiano superando i 4,40 di Lorella Bernardo risalenti al lontano 1991. Per il bronzo europeo di Grosseto sono ben 17 centimetri in più di personale. L’inizio di gara è stentato con un nullo dovuto a un errore di conteggio di passi, al secondo tentativo la Dedaj atterra a 4,24 mentre al terzo riesce già ad eguagliare il primato tricolore. Poi 4,38 e 4,07, mentre è proprio nell’ultimo che fa esplodere tutta la sua carica: “Non ho iniziato bene, con il tifo del pubblico non riuscivo a comunicare con Elisa. Sapevo che potevo fare meglio e alla fine ho solo pregato di riuscirci. Non potevo mollare e ho tirato fuori tutta la mia grinta. Questo risultato è una dedica speciale al mio amore (Emanuele Di Marino, squalificato dai 400 T44, ndr), lo dovevo fare anche per lui”. Per i primi due posti è una battaglia a due. La medaglia d’oro va al collo dell’attuale primatista mondiale, la brasiliana Silvania Costa De Oliveira che piazza la misura vincente di 4,98 al salto finale, mentre Fatimata Brigitte Diasso della Costa d’Avorio si deve accontentare dell’argento (4,89).
6 MEDAGLIE - L’Italia dell’atletica conclude la spedizione brasiliana con sei medaglie, come a Londra 2012 (due ori con Assunta Legnante nel peso F11 e Martina Caironi nei 100 T42, due argenti per Martina Caironi nel lungo T42 e Oney Tapia nel disco F11, due bronzi conquistati da Alvise De Vidi nei 400 T51 e Monica Contrafatto nei 100 T42), tre quarti posti (Assunta Legnante nel disco F11, Federica Maspero nei 400 T43/44 e Oxana Corso nei 200 T35) e due record italiani (14.37 per Federica Maspero nei 100 T43 e 4,51 metri per Arjola Dedaj nel lungo T11). Il presidente della FISPES Sandrino Porru è soddisfatto dei risultati ottenuti dagli azzurri a Rio: “Una squadra matura e competitiva che è stata in grado di rispondere in modo ottimale al grande livello agonistico di questa manifestazione. Ciascuno di essi ha confermato le proprie qualità tecniche anche in termini di medaglie e piazzamenti importanti. In particolare, sono contento dei messaggi positivi che i nostri atleti sono riusciti a trasmettere a tutti gli italiani che ci hanno seguito anche grazie all’eccellente copertura televisiva della Rai, del web e della carta stampata. Un grazie sentito va a tutto lo staff tecnico, al team federale e alle società sportive che hanno sostenuto in modo egregio la preparazione degli atleti in questo quadriennio paralimpico. Tutti hanno contribuito al raggiungimento di questi risultati e a porre le basi per un settore giovanile in fermento che già dai Mondiali di Londra del prossimo anno potrà mettersi in gioco”.
(da comunicati FISPES - Giuliana Grillo)
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